Bloomberg e più in generale i giornali maggiormente antagonisti all’attuale governo USA gioiscono per il FOMC di ieri. Non per i tagli – sono completamente irrilevanti almeno da quell’angolo – ma perché dalla riunione è venuta fuori una Federal Reserve apparentemente unita. C’è stato un solo voto contrario ai tagli da 25 punti base, che arriva da Stephen Miran, arrivato da poco nel Board e di gran lunga il più fedele dei fedelissimi di Trump.
Non è questione di pettegolezzi: i rapporti politici interni a Federal Reserve sono oggi l’aspetto più importante da seguire, perché è da questo binario che passeranno le future decisioni di politica monetaria. Impatteranno anche su Bitcoin e crypto ed è dunque un buon momento per capire cosa ci aspetta.
Centralismo democratico da Fed? Dipende
Anche quando siamo davanti a giornali affidabili, storicamente, come Bloomberg, è il caso di andare oltre i titoli. In prima pagina si festeggia l’unità di Fed, facendo intendere che sia stata una sorta di impresa targata Jerome Powell. Un Jerome Powell che sarebbe stato dunque in grado di resistere non solo agli attacchi della Casa Bianca, ma anche agli assalti interni.
- La fronda interna
Si era palesata già durante la precedente riunione del FOMC, nell quale Waller e Bowman avevano votato a favore di tagli e contro quanto aveva indicato Jerome Powell (insieme alla maggioranza). Non è una novità – almeno per chi ci segue anche sul canale Telegram VIP – che certi mal di pancia siano nati anche su consiglio della Casa Bianca, che ha “promesso” ai due una chance a diventare successori di Jerome Powell.
- La verità è che – in parte – si è piegato Jerome Powell
Per quanto certa stampa si affanni ad indicare la forza di Jerome Powell, la verità è che in parte (anzi, in parte considerevole) a piegarsi è stato proprio il presidente di Federal Reserve.
Punto primo perché la mediana dei dot plot si è abbassata, il che vuol dire che tutti o quasi sono diventati più dovish, probabilmente dopo aver negoziato durante la riunione. Quindi non è inconsulto pensare che Bowman e Waller siano rientrati dalle loro posizioni dietro la promessa di una posizione più morbida.
Secondo perché anche il consueto comunicato stampa di Fed è diventato più dovish (ovvero più aperto ai tagli ai tassi).
Il Comitato [Il FOMC, NDR] è attento ai rischi da entrambi i lati [inflazione e disoccupazione, NDR] e ora giudica che i rischi legati alla disoccupazione siano cresciuti.
Lapalissiano, per molti, ma dei due gruppi è stato quello dei fedelissimi a JPow a essersi avvicinato all’altra parte.
Implicazioni per Bitcoin e crypto
Ne parleremo stasera nella nostra consueta live settimanale. Ci sono diverse questioni che potrebbero trasformarsi in benzina bullish per i mercati:
- Inflazione conta meno
Tra i due mandati, Fed sembra essere convinta che quello legato alla disoccupazione sia più importante. Il che vuol dire poter tagliare anche prima che si presenti – come si era detto in passato – una chiara traiettoria verso il 2%.
- La pace è momentanea
Siamo certi del fatto che dalla prossima riunione, se Jerome Powell dovesse tornare sui suoi passi, il FOMC tornerà a spaccarsi. Tra le altre cose Miran sembra voler picchiare pugni sul tavolo anche in futuro: in indicato, nel suo dot plot, tagli per 150 punti base da qui a fine anno. Non serve una calcolatrice per rendersi conto dell’aggressività della politica monetaria che vorrebbe imporre.
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