La benedizione dei bitcoiner, per totale o parziale che sia, non sempre porta fortuna. Eric Adams, l’attuale sindaco di New York, annuncia il suo ritiro dalle prossime elezioni, citando problemi anche di carattere finanziario. Il sindaco si era fatto pagare i primi tre stipendi in $BTC ed era stato promotore di iniziative per l’emissione di bond da parte della città che rappresenta la finanza internazionale, direttamente in $BTC.
Destino invero assai diverso da quello di Nayib Bukele a El Salvador, che pur avendo ritrattato su quasi tutto ciò che era stato promesso e implementato a favore di BTC, gode ancora di un sostegno relativamente trasversale da parte dei bitcoiner.
Eric Adams, il sindaco bitcoiner, molla
Non farà parte della prossima corsa elettorale, che lo vedeva comunque più come comparsa che come protagonista. Eric Adams, attuale sindaco di New York, ha annunciato l’interruzione della sua campagna elettorale, anche a causa di problemi finanziari. Problemi finanziari che il suo essersi battuto per Bitcoin non sembrerebbero essere riusciti a risolvere.
Bitcoin perde dunque uno dei politici che almeno all’interno del precedente ciclo si erano battuti per $BTC. O meglio, che avevano sfruttato anche l’enorme attenzione che BTC era ed è in grado di suscitare.
Una parabola che – mutatis mutandis – ricorda quella di Bukele, che però è riuscito a capitalizzare anche l’attenzione che aveva suscitato a livello globale affiliandosi a Bitcoin e a certe società di bitcoiner.
Come Bukele, anche Adams si era pronunciato a favore di diverse iniziative che poi non hanno avuto seguito. Al presidente di El Salvador sarà da riconoscere però di aver fatto passi concreti, poi però cancellati dalla necessità di accedere a un prestito del Fondo Monetario Internazionale. Prestito che aveva tra le condizioni anche una riduzione se non una cancellazione di tutto quanto era stato fatto.
Politica e Bitcoin: un matrimonio difficile
Politica e Bitcoin si sono incrociati più volte, con risultati però il più delle volte deludenti. Ultimo in ordine di apparizione sui giornali è stato l’impegno di Donald Trump a dotare gli Stati Uniti di una riserva strategica in Bitcoin. Decisione che però tarda e che nel migliore dei casi vedrà lo stop alle vendite, ove possibile, di quanto accumulato dal governo degli USA con i sequestri.
Amori finiti, che non sapremo se faranno dei giri immensi per poi ritornare. È possibile, così come è possibile che l’ampia platea dei Bitcoiner dimentichi quanto avvenuto precedentemente alla velocità della luce.
Il richiamo dei denari pubblici spesi per ingrassare tasche private ha un certo ascendente anche tra i bitcoiner, con tutte le conseguenze del caso.
L’opinione, da queste parti, è sempre stata quella della capacità di Bitcoin di prosperare senza certi tipi di aiuti. Aiuti che come il patto del Faust con il diavolo, incorporano in genere prezzi da pagare molto elevati.
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