Ci risiamo. Tra poco più di 24 scadrà il tempo massimo per un accordo al Congresso per evitare il cosiddetto shutdown, ovvero la chiusura di tutte le attività governative e federali degli Stati Uniti. È una questione che riemerge ciclicamente, perché negli USA è presente un limite massimo al debito – che viene periodicamente aggiornato tramite accordi tra Dem e Rep.
Se non si troverà un accordo prima della mezzanotte del 30 settembre (ovvero l’ultimo giorno del mese), le funzioni del governo USA saranno appunto ridotte al minimo. Questo in passato aveva creato dell’agitazione sui mercati, compresi quelli di Bitcoin e crypto. E l’ufficio che si occupa di diffondere dati economici – come quelli di venerdì prossimo – ha confermato che non ci saranno dati nel caso di shutdown.
Torna lo spauracchio shutdown: nessun accordo all’orizzonte
I giornali USA sono unanimi: siamo molto lontani da un possibile accordo e il tempo – questo siamo in grado di verificarlo tutti – ormai è poco. Alla mezzanotte tra il 30 settembre e il 1° ottobre, se non si troverà un accordo, il governo USA dovrà ridurre al minimo le sue funzioni, garantendo solo quelle necessarie.
È ormai un evento che si ripropone periodicamente: serve infatti un accordo bipartisan e ciascuna delle due parti politiche prova a infilare nell’accordo richieste particolarmente invise alla controparte.
Sarà importante vedere cosa succederà quando in America sarà il pomeriggio e in Italia ci staremo preparando per andare a letto: Donald Trump ha infatti convocato nello Studio Ovale quattro rappresentanti del Congresso.
In realtà, almeno secondo le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni, sembra che entrambe le parti siano molto poco propense a un accordo e che servirà una sorta di miracolo per giungere alla stretta di mano.
Ricordiamo anche ai nostri lettori che Trump, all’inizio del suo mandato, aveva proposto di rimuovere il limite al debito, proprio per non incorrere in questa periodica trattativa che non fa altro che aggravare il problema del debito.
Niente dati venerdì
Nel caso in cui si dovesse arrivare allo shutdown, il Bureau che si occupa di statistica e dunque anche di dati sul mercato del lavoro, ha confermato che non renderà pubblico alcun dato. Sono dati sulla disoccupazione che i mercati aspettano da tempo per capire l’orientamento di Federal Reserve nei prossimi meeting. E che però potremmo… non vedere.
Per tanti sarà l’occasione di fare trading di fatto al buio, anche su Bitcoin e crypto. Intanto sulle principali piattaforme che permettono di scommettere sull’esito di certi eventi del mondo reale (come Polymarket), lo shutdown è quotato al 71%. Che abbiano ragione di nuovo i mercati decentralizzati?
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