Ieri, a tarda sera, Stephen Miran si è prodotto in un’altra delle sue fulmicotoniche uscite. Si potrebbe certamente ignorare, se non fosse che siede nel Board di Fed (e dunque vota per la politica monetaria) ed è anche il fedelissimo che Donald Trump ha inviato da Federal Reserve per guastarla a Jerome Powell. In una sola frase, dai contorni invero assai tecnici, Stephen Miran ha racchiuso tutto il messaggio del suo mandato: la Casa Bianca continuerà a fare pressioni, forti, affinché si arrivi a tassi quasi a zero.
Lo ha fatto richiamando un concetto che i lettori di Criptovaluta.it® che partecipano al canale VIP conoscono già, quello del tasso di interesse neutrale. E ha detto che per lui non è molto lontano dallo 0,50%. Posizione questa non solo minoritaria, ma densa di significati politici e che preannuncia una lunga stagione di battaglie tra la politica e la più potente istituzione monetaria del pianeta.
Tasso neutrale?
Sì, è il tasso immaginario al quale la politica monetaria cessa di avere effetti sull’economia. Ovvero il tasso di interesse che non favorisce occupazione e non favorisce inflazione, quello di equilibrio in una determinata fase storica e/o del ciclo. Abbiamo detto immaginario, perché in realtà questo tasso non esiste, e soprattutto non esiste un modo univoco per calcolarlo.

Perché è interessante? Perché finché si è sopra il tasso neutrale, allora la politica monetaria è restrittiva. Quando si è al di sotto, la politica monetaria è espansiva. Un mercato del lavoro in difficoltà e un’economia in rallentamento comanderebbero dunque di essere sotto quel tasso. Ed è questo il dettaglio più importante di quanto ha affermato Stephen Miran ieri.
Il tasso di interesse neutrale è a 0,5%
Ovvero molto più in basso delle stime più ribassiste, che vanno mediamente dallo 0,8% all’1%. Il che vuol dire che Miran sta predicando altri tagli, decisi, tra le altre cose a colpi di 0,50% di tagli applicati più volte.
Una posizione molto diversa da quella di Fed e di Jerome Powell, che nella sua ultima apparizione pubblica post FOMC ha in realtà affermato di ritenere il tasso di interesse attuale moderatamente restrittivo e dunque di poco lontano dal tasso di interesse neutrale di cui sopra.
Ok, ma perché dovrebbe interessarci?
Perché tra le previsioni di Powell sul tasso neutrale e quelle di Miran c’è uno scarto considerevole, il che vuol dire che secondo Powell siamo quasi vicini al turning point, mentre Miran non si accontenterà di tagli modesti e spingerà per averne di più sostanziosi.
La cosa potrebbe rimanere lì, se non fosse che Miran ha tutto l’appoggio possibile dalla Casa Bianca e ne è anzi diventato una sorta di portavoce.
Bitcoin e crypto, debasement e…
Una politica monetaria espansiva, eventualmente, sarà di ulteriore pressione ribassista sul dollaro e comporterà ulteriore svalutazione. Sarebbe una conferma della bontà delle idee contenute nella teoria del debasement trade, del quale abbiamo parlato qui ieri.
È un trade che include certamente Bitcoin, nel senso che Bitcoin potrebbe certamente giovarsi di questa situazione. E quindi, se dovesse prevalere la dottrina Miran, i mercati potrebbero reagire in modo positivo.
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