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Il Lussemburgo compra Bitcoin con il suo fondo sovrano. È iniziata una nuova era

Un primo storico passo, che parte da pochi milioni di euro.

Il Lussemburgo fa il primo passo ufficiale, a livello europeo, pro-Bitcoin come asset di riserva. Benché molti stati europei ne abbiano in cassa, il Lussemburgo è il primo ad acquistarlo attivamente. Si tratta per ora di un’allocazione minima (l’1% di uno dei fondi sovrani), ma significativa soprattutto sul piano simbolico. Il movimento si inserisce all’interno di una più ampia apertura verso le asset class alternative.

Bitcoin potrà così dire di essere finito nelle casse di uno stato che è – nel suo non troppo piccolo – centro finanziario globale. Non è chiaro se in futuro l’allocazione potrà aumentare anche in termini percentuali.

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Il Lussemburgo si schiera

È proprio vero che stiamo vivendo l’era del debasement trade: le classi di asset che possono performare meglio in un’epoca fatta di inflazione fuori controllo e di crisi del mondo valutario classico fanno gola a tutti. E fanno gola anche a uno dei fondi sovrani gestiti dal Lussemburgo.

Con anche una nuova politica d’investimento del Fondo sovrano intergenerazionale. Il 15% degli attivi sarà destinato a investimenti alternativi, di cui già l’1% in Bitcoin.

Questo è quanto si legge nella documentazione ufficiale, per un fondo che punta per il 2026 a chiudere intorno agli 850 milioni di euro di valore. Se i nostri conti sono corretti, non dovremmo pertanto superare per ora gli 8 milioni di euro di investimento.

  • Come investiranno

Tramite ETF, anche se non è chiaro quali. Non è chiaro neanche il perché di una scelta di questo tipo e non di custodia diretta. Probabilmente prevalgono le questioni di comodità – in quella che è nei fatti la terra degli ETP/ETF europei – rispetto a quella di controllo effettivo delle riserve.

Si può fare di meglio? Per gli appassionati certamente sì. Il fondo potrà arrivare teoricamente al 15% di allocazioni, e potrebbe crescere anche in termini di allocazioni complessive.

Chissà se si scoprirà con il tempo che Bitcoin è di più di un asset, che ha delle proprietà uniche, delle quali però un fondo del genere può godere soltanto in auto-custodia. Sarebbe un altro segnale, sia dei tempi che corrono, sia invece dell’enorme sfiducia verso tutto ciò che è intermediato.

Bitcoin per ora ha vinto la battaglia dei portafogli. Chissà se riuscirà a vincere quella, ad avviso di chi vi scrive, più importante. Che è la battaglia, anche di certi stati, per indipendenza e libertà.

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