L’oro continua la CORSA ai massimi: ma c’è qualcosa di STRANO sui grafici…

L’oro è letteralmente impazzito: prosegue la sua gloriosa corsa al rialzo in una sessione che si apre con altro rosso sangue per i mercati crypto. Dalla metà di agosto il bene rifugio per eccellenza ha registrato un balzo positivo di oltre il 30%, mentre la sua controparte digitale, Bitcoin, ha visto perdere quasi il 15% nello stesso periodo. Cifre che mettono bene in evidenza l’attuale correlazione tra i due asset, che si muovono agli antipodi da ormai un po’ di tempo.

Come direbbero i più bravi: se l’oro sale così forte, e gli asset risk-on vanno giù, c’è evidentemente qualcosa che non va, soprattutto a livello macro. Oggi però c’è anche qualcos’altro che non torna nel grafico della materia gialla, di cui in pochi se ne sono accorti. Vediamo più nel dettaglio di cosa stiamo parlando.

Oro corre sui grafici, ma un po’ troppo su quelli crypto

Come ben sapete, anche noi che viviamo nel mondo crypto abbiamo la possibilità di scambiare un paio di token legati al valore dell’oro, ossia XAUT e PAXG. Questi due replicano in maniera speculare 1:1 il prezzo del sottostante reale ed i suoi movimenti, ma non sono esattamente la stessa cosa.

Per ogni token PAXG o XAUT i rispettivi emittenti, Paxos e Tether, custodiscono un’oncia troy di oro fisico come forma di riserva, cosa che permette di mantenere il “peg” e di attribuire un prezzo “ancorato” a quello della commodity nei mercati internazionali. Ma in realtà i prezzi dei due versanti, crypto e tradizionale, dipendono da borse diverse con logiche e liquidità differenti, e possono differire temporaneamente anche in maniera significativa.

È esattamente quello che è successo questa notte all’incirca verso le 00:10, quando il grafico di PAXG/USDT ha stampato una candela un po’ troppo verde sul mercato crypto rispetto a quanto realmente replicato dall’oro. E parliamo di un movimento non da poco, con un’ampiezza che eccede il 9% dai rispettivi CFD e delle borse tradizionali.

Altri problemi di liquidità nel mondo crypto: liquidazioni a cascata degli short sull’oro

Quella spike che vedete nel grafico qui sopra, ha portato PAXG a sfiorare i $4.800 su Binance, così come su qualsiasi altro exchange crypto, mentre in realtà il rally dell’oro nei suoi mercati di riferimento si è arrestato sotto i $4.400. Da cosa è dovuta questa enorme differenza di prezzi? Dal fatto che, come dicevamo sopra, sono due piazze diverse, dove ci sono ordini e profondità altrettanto differenti.

Su X leggiamo varie possibili cause scatenanti, come un ordine taker buy da $250.000 triggerato su Coinbase o un altro grosso acquisto improvviso su Binance. Dinamiche che, da dovunque siano partite (poco importa), hanno poi innescato una cascata di liquidazioni da parte di quegli utenti che si erano posizionati short per anticipare un possibile ritracciamento della materia gialla. 

In totale ci sono stati circa $6.8 milioni di liquidazioni su PAXG, con dati verosimilmente sottostimati dai CEX. Questa inefficienza ha coinvolto solo la versione tokenizzata di Paxos, mentre XAUT di Tether non ha registrato distorsioni di prezzo.

Quindi i token crypto ancorati all’oro non sono affidabili?

Non è questo il senso del discorso. Paxos e Tether, per quanto ci riguarda, sono due società serie ed in salute che detengono tutte le garanzie a sostegno del valore delle risorse tokenizzate che emettono. I prezzi di PAXG e XAUT rispecchiano sempre, in modo più o meno preciso la quotazione reale dell’oro. 

Il problema sussiste quando vogliamo fare trading, magari anche a leva, su strumenti del genere tramite mercati poco liquidi. Nel mondo crypto purtroppo, come abbiamo potuto vedere anche con lo scherzetto di venerdì scorso, non abbiamo gli order book sufficientemente profondi (e ci sono pochi incentivi per gli MM), tanto da garantire un andamento prezzi considerato “normale“. 

Dunque non c’è nulla di particolarmente pericoloso a voler holdare una versione crittografica dell’oro tramite PAXG o XAUT, fermo restando che si aggiunge comunque un rischio di controparte in più. Ma se volete specularci sopra, diciamo che il mondo crypto non è il luogo più adatto per farlo: potreste beccare più stop del dovuto, liquidazioni ingiuste, ed altre porcherie che non meritate.

A tal proposito, vi lanciamo una provocazione: “aprireste mai un chiringuito nelle dolomiti, o una baita sulle spiagge di Santa Maria di Leuca?” “Vendereste mai birra analcolica all’OktoberFest?”. Ovviamente no, perchè non ci sarebbe mercato. 

Oro e Bitcoin: una situazione complessa

Il fatto che l’oro continui a spingere al rialzo, non è una buona notizia per Bitcoin, che a differenza di come viene formalmente presentato come “bene rifugio”, appare ancora non sufficientemente maturo da riuscire a rivalutare in momenti di tensione ed incertezza come questi. Da metà agosto in poi abbiamo perso quella correlazione con la materia gialla che ci aveva accompagnato nella lateralità estiva.

L’oro ha iniziato a spingere con massimi storici ad oltranza, mentre la criptovaluta ha fallito un attacco a rialzo finendo per dumpare pesantemente. Finchè la situazione sarà questa, Bitcoin ed il comparto crypto faranno fatica a recuperare spazio.

Chiudiamo con una bella ed una cattiva notizia.

– La bella: TUTTI parlano di oro in questo momento, anche chi non è del mestiere e chi, con tutto il rispetto per settori diversi, non ne capisce molto di investimenti. Diciamo che prima o poi dovrebbe arrivare una bella correzione.

-La brutta: i mercati possono rimanere irrazionali anche a lungo, più tempo di quanto tu possa rimanere solvibile.