Home / Giappone: tre grandi banche insieme per crypto stablecoin su Yen e Dollaro USA

FUJI YEN

Giappone: tre grandi banche insieme per crypto stablecoin su Yen e Dollaro USA

Anche a Tokyo preparativi della massima urgenza per sbarcare nel mondo delle stablecoin.

Sono tre le mega-banche giapponesi che sarebbero pronte a lanciare un consorzio per l’emissione di stablecoin sullo yen e sul dollaro. Questo almeno secondo quanto è stato diffuso da Nikkei, che parla di un’unione di intenti per MUFG (Mitsubishi Group), Sumitomo Mitsui e Mizuho che avrebbero già trovato un accordo di massima.

Ci sarà prima un pilota – che partirà dai 300.000 clienti business sui quali può contare Mitsubishi Corporation – che se darà i frutti attesi e sperati diventerà la base sulla quale lavorare al futuro di questa iniziativa.

Con Bitget puoi goderti 300+5$ di bonus: scegli di iscriverti da qui e riceverai bonus coupon che potrai utilizzare subito per il tuo trading, alla scoperta di tutti i servizi offerti dall’exchange.

Ancora consorzi bancari per le stablecoin

Con la regolamentazione del settore negli USA, il comparto stablecoin si è fatto ghiotto anche per i grandi istituti bancari. In Europa è nato un consorzio con ING, UniCredit e altre 7 banche, negli USA e a livello globale se n’è creato un altro con giganti del calibro di Santander e Bank of America.

Ora tocca al Giappone rispondere: Nikkei ha riportato la nascita di un consorzio con tre delle più grandi banche del Paese del Sol Levante, capitanato da Mitsubishi UFJ e la sua MUFG, insieme a Sumitomo Mitsui (SMBC) e Mizuho.

L’obiettivo è quello di lanciare sia una stablecoin sul dollaro USA, sia una stablecoin sullo yen giapponese. Su questa seconda divisa si è già attivata Japan Post Bank, gruppo bancario collegato alle poste giapponesi, che avrà però la forma dei depositi tokenizzati.

Sempre in Giappone ci sono piani per portare RLUSD, la stablecoin di Ripple, insieme a SBI, gruppo finanziario storicamente vicino alle sorti di XRP e della società che lo amministra.

Sarà dunque guerra di tutti contro tutti, con il grosso dei gruppi bancari mondiali che vorrebbero una fetta, anche ridotta, di una torta che vale oggi più di 300 miliardi di dollari in depositi e che secondo le stime potrebbe decuplicare questi numeri.

Numeri che vogliono dire riserve e che dunque vogliono dire interessi sulle riserve. Sempre meno allettanti se dovessimo effettivamente entrare in una fase di pivot per tutte le principali economie. In Europa, in realtà, dovremmo essere già alla fine di questo percorso di tagli. Diverso il discorso negli USA, dove gli interessi sono ancora piuttosto alti e dove non è detto che il ritorno verso tassi più bassi non sarà… più lento e ponderato.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Più votati
Più nuovi Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments