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EUROPA

Autorità europee contro stablecoin Circle e Paxos? Sì, è tutto nero su bianco

ESRB si scaglia contro un regime che piace poco, almeno ai concorrenti europei.

ESRB – acronimo che sta per European Systemic Risk Board – ha pubblicato oggi un lungo (e meritorio in larga parte) report sulle stablecoin. I toni sono preoccupati e per alcune parti allarmistici, ma i problemi che vengono individuati dallo studio – che coinvolge le massime autorità monetarie europee – sono di quelli che sulle pagine di questo giornale leggete da tempi non sospetti.

In particolare a finire sotto la lente di ingrandimento del Board sono le stablecoin a doppio emittente – ovvero quelle stablecoin che hanno sia un emittente in Europa sia negli USA, con le riserve che rimangono in larga parte negli USA e che potrebbero causare problemi sistemici nell’area euro. Anche se ESRB ha quasi vergogna di nominare le due società coinvolte, si tratta di Circle e Paxos – la prima con USDC la seconda con USDG – entrambe fatte circolare in Europa non solo con bollino MiCA, ma anche con un equivalente fungibile negli USA.

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Cosa sottolinea ESRB?

I rapporti tra autorità e appassionati crypto non sono dei migliori. Ogni intervento – anche in termini di studio – da parte di enti, board e authority viene percepito come un’indebita invasione di campo – più utile al caos che a una regolamentazione dei mercati crypto utile per i clienti finali.

I punti però sollevati da ESRB sono non solo validi e meritevoli di discussione, ma anche potenzialmente a tutela non solo della stabilità del sistema – formula che genera più ansia che voglia di capire – ma anche degli utenti finali.

È un tema caro a Criptovaluta.it® e del quale ci siamo occupati per primi già nel luglio del 2024, con la questione che è poi montata nell’anno successivo, fino a raggiungere le pagine di Financial Times.

Ora la questione è di interesse per ESRB – che scrive:

Questo modello comporta rischi per la stabilità finanziaria, poiché una corsa agli sportelli su un emittente di stablecoin di un paese terzo potrebbe indurre i detentori a chiedere il rimborso presso l’emittente dell’UE, mettendo così sotto pressione le riserve della stablecoin dell’UE, ritardando i rimborsi e amplificando le corse agli sportelli all’interno dell’UE.

Per capire cosa indica ESRB, bisognerà però fare un passo indietro.

Di quale modello si tratta?

Si tratta del modello doppio-emittente, che è stato implementato con successo sia da Circle con il suo USDC, sia invece da Paxos con USDG, rispettivamente con licenza in Francia la prima e in Finlandia la seconda.

USDC esisteva già prima che intervenissero le nuove regole del MiCA, che impongono tra le altre cose una certa composizione delle riserve (60% cash presso le banche europee, ad esempio) e obbligatorietà di conversione su richiesta degli utenti (ovvero obbligo di cambiare 1 USDC in 1 USD su richiesta).

Le alternative che avevano davanti gli emittenti di USDC erano due:

  1. Emettere un nuovo USDC – separato dal precedente – che seguisse le regole imposte dal MiCA;
  2. Utilizzare il “vecchio” USDC, con un accordo tra la società americana di Circle e quella europea;

Si è scelto – è più conveniente – di procedere con il secondo. Gli USDC in circolazione oggi sono perfettamente identici – sia che siano emessi negli USA (e dunque con regole USA) sia che siano emessi in Europa (e dunque seguendo il MiCA).

Il grosso delle riserve sono ancora negli USA (per ovvi motivi) e non seguono quanto imposto dal MiCA. Gli europei stanno di fatto utilizzando una stablecoin che aggira le regole del MiCA con il beneplacito del regolatore (francese).

È un problema? Probabilmente non per l’utente, perché è comunque libero di decidere se una stablecoin è sufficientemente affidabile per le proprie operazioni. Per il sistema che il MiCA avrebbe dovuto proteggere però, è un problema.

I problemi sollevati da ESRB

Sono noti. Dato che vi è obbligo per Circle France di convertire in dollari qualunque USDC presentato dai clienti, può crearsi una situazione “spiacevole”.

Un qualunque cliente può accumulare USDC e chiederne la conversione a Circle France, che però ha riserve a copertura soltanto degli USDC che vengono utilizzati in Europa.

Per prevenire il problema di trovarsi senza riserve, Circle ha presentato un accordo tra la sede centrale americana e la filiale francese – tesa a riequilibrare periodicamente le riserve. L’accordo – ci ha detto Circle tempo fa – è stato vidimato dai regolatori e dunque ha piena libertà di operare in questo modo.

ESRB però fa il caso di un evento che porti estremo stress sui mercati, coincidente con la richiesta concentrata di prelievi in Europa, e scrive:

Questo modello comporta rischi per la stabilità finanziaria, poiché una corsa agli sportelli contro un emittente di stablecoin di un paese terzo potrebbe spingere i detentori a riscattare anche presso l’emittente dell’UE, mettendo sotto pressione le riserve della stablecoin europea, ritardando i rimborsi e amplificando le corse agli sportelli all’interno dell’UE.

Corretto. Sul tema torneremo con maggiore dovizia di particolari – perché il quadro è complesso e ha delle ripercussioni importanti sul funzionamento dei mercati europei.

Non si chiede tra le altre cose un ban, ma viene sussurrato. Sarebbe corretto? Si metterebbero gli emittenti europei al 100% in condizioni di competere, perché tali emittenti non-europei hanno, grazie a quanto gli accorda la legge USA sulle riserve, la possibilità di impiegare in modo più fruttifero le riserve.

Abbiamo parlato di questo anche con A. Appon di Laser Digital – domani online l’intervista!

Circle è stata contattata da Criptovaluta.it® quattro volte negli ultimi venti giorni sul tema e non ha offerto alcuna risposta.

Risorse aggiuntive: qui puoi scaricare il report completo, in inglese

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