Secondo quanto è stato riportato da The Times of Central Asia e poi successivamente confermato, almeno in parte, da Bloomberg Law, il Kazakistan starebbe considerando la possibilità di convertire parte del Fondo Nazionale da oro e valute estere a criptovalute. È arrivata infatti una proposta da parte del vice alla National Bank, durante una sessione della camera bassa del parlamento kazako. Si parla per il momento di una proposta, che dovrebbe essere discussa con maggiore dovizia di particolari più avanti e che potrebbe rendere lo stato centro-asiatico uno dei più ricchi in termini di crypto.
La proposta parte con il trasferimento degli asset digitati confiscati presso un nuovo fondo nazionale, affinché vengano utilizzati come riserva. Successivamente potrebbe esserci una conversione di parte delle riserve auree e di valuta pregiata estera proprio in crypto. Non sono state specificate per il momento quali crypto dovrebbero essere oggetto eventuale dell’acquisto.
Una proposta partita dal presidente Tokayev
In realtà la proposta non è arrivata dal nulla. Lo stesso presidente del Kazakistan – al secolo Kassym-Jomart Tokayev – aveva proposto in settembre davanti alla Camera Bassa del Paese la creazione di una riserva nazionale in asset digitali. Si era parlato nel complesso di 1 miliardo di dollari di investimenti che però riguarderebbero in modo più ampio il settore tech.
Il Fondo Nazionale che viene utilizzato come riserva di ultima istanza ha dotazioni importanti. Soltanto nel mese di settembre ha visto aumentare di 990 milioni di dollari, per un totale di 62,7 miliardi di dollari di disponibilità. Si tratta di un fondo che è nella piena disponibilità dello stato, anche in termine di composizione.
La creazione di una riserva nazionale – a livello concettuale – in crypto è stata tra le altre cose già approvata dalla National Bank – ovvero dall’ente che svolge le funzioni di Banca Centrale nel Kazakistan.
A quanto ammonteranno gli acquisti?
Per il momento è prematuro parlarne, dato che si tratta ancora di una proposta, benché ci sia la convergenza sul tema delle massime autorità del paese.
Si partirà da una quantità non meglio precisata di asset sotto sequestro, alcuni dei quali arrivano dalla chiusura di 130 exchange in passato che erano stati accusati di riciclaggio di denaro, cosa avvenuta a inizio 2025. Quei sequestri, ricorda sempre The Times of Central Asia, ammontavano a 16,7 milioni di dollari.
15 miliardi in fuga, da recuperare
Secondo le stime della banca centrale kazaka, sono più di 15 miliardi di dollari in crypto ad avere lasciato il paese in assenza di una normativa chiara sul proprio impiego e su detenzione e compravendita.
Il Kazakistan, aggiungiamo noi, era un tempo un paese molto gettonato tra i miner, che poi lo è diventato meno a causa di attività repressive e fiscali che hanno spinto in tanti a muoversi altrove.
Non sarà il primo stato
C’è l’esempio di El Salvador, che acquista da tempo Bitcoin e che però avrebbe dovuto interrompere questa opera a causa di un accordo con il Fondo Monetario Internazionale, che imponeva al piccolo stato del Centro America di ridurre la propria esposizione a Bitcoin. Ci sono poi diversi stati che possono contare su riserve relativamente ampie, quasi tutte provenienti da sequestri, con qualche eccezione costituita anche dal Bhutan, che fa mining in una joint venture con il settore privato.
| Country | Fonte | numero di BTC | Controvalore attuale | % sui 21m totali |
|---|---|---|---|---|
| USA | Sequestri | 198.012 | $19,83 B | 0,943% |
| China | Sequestri | 194.000 | $19,42 B | 0,924% |
| UK | Sequestri | 61.245 | $6,13 B | 0,292% |
| Ukraine | Donazioni, sequestri | 46.351 | $4,64 B | 0,221% |
| Bhutan | Mining | 11.286 | $1,13 B | 0,054% |
| El Salvador | Acquisti | 6.246 | $625,36 M | 0,03% |
| Totale | 517.296 | $51.792.174,144 | 2,463% |
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