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POLIZIA DUBAI

Crypto truffatori vittime di un omicidio efferato negli Emirati: erano stati rapiti a scopo di riscatto

Un'altra storia di incredibile violenza nel mondo "crypto".

Sarebbero stati trovati uccisi – con i loro corpi smembrati – due cittadini russi con lunghi trascorsi nel mondo dei crypto investimenti finiti male. Si tratta di Roman Novak e della moglie Anna, che sarebbero stati uccisi negli Emirati Arabi Uniti. Omicidi che sarebbero stati conseguenza di un rapimento a scopo di riscatto finito male.

Sarebbero stati già catturati i sospettati. Si tratterebbe, sempre secondo quanto riporta la testata inglese, di cittadini russi che saranno presto estradati verso San Pietroburgo.

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Dalle truffe alla sparizione

Le due vittime erano state già condannate a sei anni a causa di investimenti che poi si erano rivelati essere truffe e che avevano coinvolto investitori dalla Cina e dal Medio Oriente. Una lunga serie di truffe, con Novak che aveva millantato, secondo persone informate dei fatti, collegamenti diretti sia con membri delle famiglie regnanti degli emirati, sia con Pavel Durov, fondatore di Telegram.

Novak – dopo aver incassato più di 500 milioni di dollari in investimenti – si sarebbe poi dato alla macchia. Un truffatore seriale – con altre truffe che sono state poi accertate dalle corti.

L’ultimo tentativo di stringere affari a tema crypto sarebbe però finito male. Attirati con il prospetto di incontrare degli investitori a Hatta, Emirati Arabi Uniti, i due sarebbero stati prima rapiti e poi uccisi in modo particolarmente violento.

Secondo le prime ricostruzioni si sarebbe trattato di un rapimento a scopo di riscatto finito male. Secondo diversi report i corpi sarebbero stati recuperati e alcuni dei sospettati avrebbero già confessato.

Ancora violenza e crypto

Sono stati diversi i casi nel 2025 di tentativi di sequestro ai danni di personalità – spesso con uno storico più intonso di quello dei Novak – del mondo crypto.

Casi che si sono concentrati principalmente in Francia – e che hanno portato allo smantellamento tramite arresto di organizzazioni criminali principalmente dedite a questo tipo di attività.

Al netto dei particolari efferati che stanno ora circolando sulla stampa mondiale, il caso riaccende una delle questioni più importanti per gli appassionati crypto, ovvero la tutela delle loro persone e degli affetti più cari nel caso in cui dovesse diventare nota la detenzione di importanti quantità di criptovalute.

Criptovalute che sono asset che si possono sempre trasferire, anche nel caso di sequestro, dato che non si può intervenire come spesso si fa con i conti bancari, ovvero congelandoli.

Nel caso in questione sembra però che ai due fosse stato richiesto l’accesso per i conti bancari. Date le importanti quantità di denaro coinvolte, ci sarà da valutare comunque più avanti l’ipotesi del sequestro fine a se stesso.

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