Adozione di USDT su rete Tron ai massimi storici: TRX uno dei pochi token in RIALZO!

Oggi il mercato crypto sta scontando una correzione dopo l’entusiasmo precoce osservato nel week-end, con molti ticker in rosso nelle ultime 24 ore. Quasi tutte le altcoin soffrono il peso delle vendite, ma TRX, token nativo della blockchain Tron, pare essere immune da questa condizione: segna un incremento del +1,18%, un rialzo modesto ma importante all’interno di una sessione dove solo stablecoin e pochissime altre eccezioni rimangono in positivo.

Ciò che contribuisce a rendere solido il token sono sicuramente le ottime metriche della piattaforma, che continua ad affermarsi come “la casa di USDT” , nonostante una concorrenza agguerrita nello spazio blockchain. L’adozione della stablecoin su Tron è ai massimi storici, e questo diciamo che piace molto agli investitori e agli amici di Justin Sun.

Tron resta un pilastro degli scambi in stablecoin USDT

Fino a qualche settimana fa si pensava che l’ingresso sul mercato di alcuni grossi competitor, primo su tutti Plasma (progetto capitanato direttamente da Tether e Bitfinex), avrebbe minacciato il futuro di Tron e la sua dominanza per quanto riguarda la stablecoin USDT. Plasma infatti si è proposta come chain per il trasferimento di stable a zero-fee e con massima interoperabilità cross-chain, offrendo un enorme incentivo a spostarsi sulla propria infrastruttura.

Tron ha risposto immediatamente con un taglio delle commissioni del 60% nell’intento di preservare il suo business, che si basa praticamente solo sui trasferimenti di USDT, non avendo una DeFi molto sviluppata. A distanza di circa due mesi, possiamo dire che fino ad ora questo approccio pare aver funzionato, o comunque la trazione di Plasma si è limitata a qualche billion senza spostare troppo.

Secondo quanto riportato da Token Terminal, l’impiego di USDT su Tron rimane ai massimi storici, con metriche crescenti nel tempo ed una costanza invidiabile anche nell’ultimo periodo di evoluzione dello spazio blockchain. In totale abbiamo ad oggi:

• $78,5 miliardi di supply
• $775,2 milioni di volumi di trasferimento mensili
• 76,4 milioni di transazioni uniche mensili

Tron difende le sue revenue

Chiaramente queste attività di successo hanno un valore per la rete Tron, che si misura attraverso le commissioni raccolte e le revenue nette. Pur considerando il taglio del 60% di settembre, la chain di Justin Sun continua a produrre circa $1,25 milioni di guadagno ogni 24 ore, dato che si traduce in un ingresso annualizzato di circa $456 milioni.

Ricordiamo che le fees sono pagate direttamente in TRX, che è il gas token della rete. Dunque finché su Tron girano tanti USDT e ci sono molte operazioni, il token mantiene una sua domanda funzionale in quanto gli utenti devono acquistarlo, seppur in minima parte, per trasferire capitali in stablecoin.

Attualmente Tron è il 6° progetto più grande del mondo crypto in termini di revenue, dietro solo a PumpFun, EdgeX, Hyperliquid, Circle e Tether.

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TRX va per i fatti suoi 

Oggi TRX registra un lieve rialzo, in controtrend con il resto del mercato altcoin. Per chi naviga in questo settore da diversi anni non è di certo una novità che questo asset si muove in modo diverso dalla massa: è uno dei pochi che ha retto bene il bear market del 2022 e che ha già superato i suoi massimi storici di prezzo durante questa bull run. Diciamo che cresce in maniera organica e proporzionale a come il suo business continua ad accrescere la presenza e l’impiego di USDT.

Da ormai giugno 2023 rimane sopra l’EMA50 settimanale, che anche durante il recente ritracciamento dai massimi locali ha fatto come supporto per le quotazioni. A differenza di molte altre monete riflette una volatilità meno marcata, sia nei rialzi che nei ribassi, con un trend più pulito ed ordinato.

Bassa trazione nei mercati derivati

Curiosamente TRX non è molto preso di mira nei mercati futures, tanto da rivelare un basso open interest se rapportato alla marketcap del token. In particolare, su tutti i mercati derivati la moneta presenta posizioni aperte per $271 milioni, contro però una valutazione del circolante pari a $28,3 miliardi. In proporzione $1 di open interest ogni $104 di capitalizzazione.

Diverso il discorso per i progetti più speculativi, come XPL (token di Plasma) per restare in tema, che mostra $275 milioni di open interest contro $503 milioni di marketcap, quindi oltre la metà. Questo è un dato che rafforza la tesi della stabilità dell’asset, visto che con poca attività a leva è più difficile attivare cascate di liquidazioni e muovere artificialmente il prezzo.

Cosa ci riserva il futuro di TRX?

Ci aspettiamo potenzialmente una nuova ondata a rialzo con un tentativo di breakout degli $0,37 nelle prossime settimane, soprattutto se la rete continuerà a viaggiare con metriche on-chain bullish. Ci sarà da valutare invece più nel lungo periodo se il suo approccio rimarrà sostenibile e la sua dominanza non verrà piano piano erosa dallo stesso mercato.

Fino ad oggi Tron rimane l’ambiente prediletto per scambi rapidi di stablecoin, operazioni OTC, trasferimenti cross-border e tutte quelle situazioni in cui l’obiettivo primario non è “fare DeFi” ma muovere valore. Non possiamo dare scontato che sarà così per sempre in futuro, ma finchè la barca va…lasciala andare