Qualcosa di mai accaduto prima. I membri votanti (sui tagli ai tassi) di Fed sono divisi in due squadre con posizioni rispettivamente inconciliabili – con la frattura che, come riporta Nick Timiraos su The Wall Street Journal, si sta allargando invece di ricomporsi. Da un lato i falchi, che temono per l’inflazione e che soffrono di più per l’assenza di dati macro a causa dello shutdown. Dall’altro invece chi – come Stephen Miran – vorrebbe addirittura tagli da 50 punti base.
L’incertezza monta – e questo si riflette anche nell’incertezza fotografata dai forward sui tassi Fed – dei quali avremo modo di parlare più avanti. Un taglio che prima di ottobre sembrava certo per i mercati diventa ora sempre più incerto, quando manca però ancora 1 mese alla decisione.
FOMC/Fed spaccati: è guerra interna
Così come in ogni banca centrale che si rispetti, anche da Fed ci sono opinioni divergenti e inconciliabili. Da Stephen Miran, l’uomo di Trump, a falchi del calibro di Jeffrey R. Schmid, che ha posizioni diametralmente opposte.
In mezzo a loro altri 11 voti, tra i quali quello di Jerome Powell – che però sembrano essere anche tra loro sempre meno compatti, aumentando l’incertezza per la decisione di dicembre.
Una situazione che – riporta Nick Timiraos su WSJ, sta peggiorando ed è inasprita dall’assenza quasi totale di dati macro sui quali i membri votanti del FOMC potrebbero basare la loro decisione.
- Timori per inflazione
Nonostante il presidente Donald Trump abbia più volte ripetuto di ritenere personalmente l’inflazione in direzione +1,5%, la verità è che di dati non ce ne sono. E non essendoci dati i quattro in rosso nel nostro grafico stanno cercando di far valere le ragioni della prudenza.
Allo stesso modo però le colombe, in blu nel grafico, sostengono che in assenza di dati certi dal mercato del lavoro, si dovrebbe presupporre un proseguimento del peggioramento della condizioni generali di questo mercato.
Previsioni sempre più incerte
Le previsioni si fanno pertanto sempre più incerte – come è testimoniato anche dall’andamento di FedWatch Tool nel corso delle ultime due settimane.
Si tratta di stime delle previsioni del mercato in un dato momento che vengono ricavate dai futures sui tassi fissati da Fed. E dunque da strumenti che prevedono la presa di posizione con capitale – generalmente più affidabili.
Per ora i mercati prezzano un taglio per dicembre al 62%, una delle percentuali più basse da settembre.
Bitcoin e crypto in apprensione anche per questo
Bitcoin e crypto sono in apprensione anche per questo, dato che i tagli erano arrivati a essere prezzati quasi completamente, con l’incertezza invece che monta, cosa confermata dalla fotografia dei mercati di cui sopra.
A questo si aggiunge ulteriore incertezza segnalata dall’analisi di Alex Lavarello qui. Una giornata dunque di trading da seguire, nonostante le diverse buone notizie che arrivano dagli stessi mercati. Giovedì, ad esempio, sarà il giorno del primo ETF su XRP di Ripple, mentre continua l’avanzata degli istituzionali in questo spazio.
Non esattamente un contesto da bear market.
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