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ETF 21SHARES PANIERE

Due ETF crypto a paniere: dentro anche Dogecoin, Cardano ADA e SUI. Li lancia 21Shares

Non è soltanto il giorno di Ripple – partito tra le altre cose nel modo giusto – a Wall Street. 21Shares infatti ha lanciato oggi due diversi prodotti a paniere – che utilizzano la formula del Company Act del 1940 – e che investiranno in più criptovalute. Si tratta di $TTOP e $TXBC, che rispettivamente seguono le prime 10 crypto per capitalizzazione nel primo caso e le top 10 senza Bitcoin nel secondo.

Sono prodotti che hanno dei costi relativamente più elevati, in termini di commissioni, rispetto a quelli su crypto singola, ma che garantiscono agli investitori interessati accesso a più crypto in un solo titolo.

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Due ETF a paniere, che utilizzano la formula particolare del 1940

Sono due gli ETF a paniere che fanno oggi il loro esordio a Wall Street. Li propone e gestisce entrambi 21Shares e sono rispettivamente:

  • 21Shares FTSE Crypto 10 Index ETF – che include le principali 10 criptovalute per capitalizzazione di mercato. Commissioni allo 0,50%.
  • 21Shares FTSE Crypto 10 ex-BTC Index ETF – che invece esclude Bitcoin e con commissioni dello 0,65%.

È stata scelta la formula prevista dal Company Act del 1940, che prevede un trattamento fiscale diverso e che è più interessante per gli investitori professionali e strutturati. Una formula però che almeno per gli ETF mono-asset non ha riscosso grande successo, come nel caso degli ETF lanciati da REX-Osprey™.

I prodotti a singolo token tendono a essere dominati dagli investitori retail, mentre quelli che seguono un indice sono maggiormente adottati dagli adviser finanziari.

Questo è il commento di Duncan Moir, che è presidente di 21Shares.

Cosa c’è nei due indici?

Nel primo indice, quello che include anche Bitcoin, abbiamo BTC, ETH, XRP, BNB, SOL, DOGE, ADA, SUI, LINK e AVAX, con una scelta che dunque non è automatica e esclude alcune delle crypto che sono ad esempio più capitalizzate di $AVAX e $SUI.

Per quanto riguarda invece il secondo indice, abbiamo ETH, XRP, BNB, SOL, DOGE, ADA, SUI, LINK, AVAX e XLM di Stellar. In questo secondo caso la composizione è fortemente sbilanciata a favore di $ETH, che vale il 45% circa dell’intero pacchetto.

Quali risultati?

Sarà interessante vedere che tipo di ricezione avranno a Wall Street dei prodotti che arrivano effettivamente per la prima volta in questa forma, e in un wrapper relativamente particolare e meno invitante per i retail.

Sarà vero che gli adviser finiranno per preferirli, come dice Duncan Moir, perché così non avranno il problema di scegliere chi uscirà vincitore dalla battaglia tutta interna al mondo crypto?

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