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Fondo di Abu Dhabi raddoppia su Bitcoin: quasi 8 milioni di quote

Un fondo con solo un investimento, che aumenta. I dati al 30 settembre dicono che...

Alcuni dei soggetti più istituzionali tra quelli che si sono avventurati nel mondo di Bitcoin continuano a comprare. È periodo di form 13F e scopriamo che Al Warda, sotto il controllo del fondo sovrano di Abu Dhabi, ha aumentato di oltre il 200% le proprie detenzioni di $IBIT, l’ETF di BlackRock che acquista Bitcoin e espone al prezzo del principale asset digitale al mondo.

Secondo il form inviato a SEC – il fondo avrebbe ora in cassa 7.963.393 quote del fondo di iShares BlackRock, che al momento del filing valevano oltre 517 milioni di dollari e che oggi ne valgono circa 430.

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BlackRock casa dei grandi fondi che vogliono investire in Bitcoin

Il fondo in questione ha un solo asset in portafoglio: $IBIT, l’ETF su Bitcoin di BlackRock. E ha aumentato le proprie dotazioni di oltre il 200% rispetto all’ultima comunicazione utile.

Comunicazioni che sono i form 13-F che sono obbligatori nel caso di cambiamenti in una posizione che la legge USA ritiene significativa.

Al Warda è gestito dall’Abu Dhabi Investment Council, a sua volta fondo sovrano che è interno alla Mubadala Investment Company. Scatole che significano però una cosa chiara: parte degli investimenti sovrani di Abu Dhabi sono in Bitcoin (lo sapevamo) e almeno fino al 30 settembre (questa la data utile della comunicazione) sono cresciuti.

Difficile parlare di indipendenza dato il relativamente stretto controllo statale su questo tipo di operazioni.

La prova del nove nel 2026

Sarà nel caso interessante vedere come avranno reagito i fondi di questa caratura al terribile trimestre che si sta configurando. Il trimestre che è stato quello del crollo del 10 ottobre e di un’ulteriore importante correzione che stiamo affrontando in queste settimane e in questi giorni.

Il fondo in questione, almeno rispetto alla posizione dichiarata il 30 settembre 2025, ha perso circa 80 milioni di dollari.

Perché gli ETF?

Il passaggio di certe categorie dagli ETF e non dalla detenzione diretta può essere facilmente spiegato con:

  • Maggiore facilità di custodia

Pensa a tutto l’ETF – in questo caso di BlackRock – a fronte di una commissione relativamente ridotta ($IBIT chiede lo 0,25% annuo).

  • Liquidità

I mercati degli ETF – durante le ore di apertura – tendono a essere piuttosto liquidi e sono su infrastrutture che i fondi sono abituati a utilizzare.

  • Affidabilità dell’intermediario

BlackRock coltiva da decenni rapporti con certi soggetti e può anche sollecitare certi tipi di operazioni con maggiore facilità rispetto magari a operatori del mondo crypto puri.

Una parte consistente delle grandi detenzioni di BlackRock in termini di Bitcoin è imputabile a questo tipo di operatori.

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