Home / Indagine USA sul produttore di macchine per il mining Bitcoin: sospetto spionaggio cinese

CHINA US

Indagine USA sul produttore di macchine per il mining Bitcoin: sospetto spionaggio cinese

Ancora guerra fredda tra USA e Cina, a tema Bitcoin.

Secondo un recente report di Bloomberg, il produttore di macchine per il mining Bitcoin Bitmain sarebbe oggetto di un’indagine federale, in corso da diversi mesi. L’indagine, avviata durante la presidenza Biden, sarebbe tesa a individuare eventuali vulnerabilità e possibilità di controllo da remoto da parte di entità affiliate al Partito Comunista Cinese o comunque al governo di Pechino. Tali preoccupazioni sarebbero nate successivamente all’impiego di tali macchine nei paraggi di una base militare USA.

Non è chiaro per il momento se siano state o meno individuate vulnerabilità. Quel che sappiamo, secondo quanto raccolto da Bloomberg, è che l’indagine sarebbe ancora in corso. Nel frattempo Bitmain nega la possibilità che le proprie macchine e i propri chip siano controllabili da remoto, definendo le accuse o meglio l’oggetto delle indagini inequivocabilmente falso.

Con eToro hai fino a 500$ di asset GRATIS al primo deposito: è una promozione esclusiva per i lettori di Criptovaluta.it®. Approfittane subito, per partire con l’offerta più importante che arriva da un broker attivo anche nel mondo crypto.

L’indagine segreta

L’indagine sarebbe ancora segreta, nel senso di mai rivelata pubblicamente – e potrebbe essere proprio in virtù di queste indagini che lo scorso anno diverse delle macchine realizzate da Bitmain sono state bloccate nei porti di ingresso. Indagini che sarebbero partite su segnalazione di dipartimenti interni al governo degli Stati Uniti quando alla Casa Bianca c’era ancora Joe Biden. Il passaggio di consegne con Donald Trump non avrebbe interrotto le indagini.

Il tutto sarebbe inoltre frutto di policy imposte dal National Security Council in merito all’hardware prodotto in Cina e importato negli Stati Uniti d’America, parte di una più ampia guerra fredda tra le due superpotenze.

  • Bitmain nega

Bitmain nel frattempo ha dichiarato di non essere a conoscenza di alcuna indagine a suo carico (cosa che sarebbe normale, data la segretezza della stessa) e di ritenere inequivocabilmente false le basi dalle quali tale indagine si è sviluppata.

Non è chiaro per il momento quando termineranno le indagini e che tipo di esito offriranno.

Un problema per il settore del mining?

In parte sì, nel caso chiaramente di esito negativo (per Bitmain) delle indagini. L’aumento della presenza degli Stati Uniti nel settore del mining di Bitcoin è infatti uno dei cavalli di battaglia della campagna di avvicinamento tra USA e mondo BTC, così come professato da Donald Trump e sostenuto – dicono i più cinici – da copiose donazioni in campagna elettorale da parte di gruppi del settore.

Non appena disponibili saranno comunicati aggiornamenti sulla vicenda. Bloomberg non ha un ottimo score quando si parla di indagini rilevanti a carico del mondo crypto. Tuttavia, nonostante le smentite da parte di Bitmain, lo scoop del giornale statunitense è da ritenersi per ora fondato.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Più votati
Più nuovi Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments