VTB Bank sarà nel 2026 la prima banca russa ad offrire, ai propri clienti, accesso diretto alle criptovalute, secondo il responsabile della divisione broker della banca, Andrey Yatskov, che lo ha rivelato in una recente intervista in una fase particolare dei rapporti tra questi mercati e la Russia, con le autorità che non sempre hanno offerto una linea chiara.
VTB sarebbe dunque la prima delle banche russe a offrire ai propri clienti accesso spot alle principali criptovalute, seguendo una sorta di legalizzazione per il mercato delle criptovalute in Russia, legalizzazione che a occidente è stata accolta con timori di utilizzo delle stesse al fine di aggirare le sanzioni.
Cosa offrirà VTB?
C’è innanzitutto una legalizzazione del mercato, che deriva dalla grande richiesta di questo tipo di asset da parte della clientela. Ed è la stessa domanda da parte dei clienti che ha spinto VTB ad attivarsi per arrivare prima su questo mercato:
L’interesse dei clienti per le criptovalute è certamente elevato, riflettendo una tendenza globale. Con le criptovalute ci sono due opzioni: la prima è acquistare criptovalute direttamente, ad esempio per i pagamenti, se tali pagamenti sono legalizzati. Sono già in corso preparativi per test da parte di investitori superqualificati ed è chiaro che questo status non si diffonderà ampiamente.
Si tratterà dunque di un accesso spot sì, ma al contrario di quanto si è letto in giro, meno ampio di quanto si potrebbe credere. È vero da un lato che a muoversi è VTB, una banca di un certo spessore, ma dall’altro è altrettanto vero che le limitazioni imposte dalla legge garantiranno accesso spot soltanto a pochi investitori.
- Un modo di aggirare dei problemi?
Così come il grosso delle banche russe, anche VTB non ha più accesso a SWIFT, cosa che condiziona l’operatività internazionale del gruppo. Tra le altre cose il gruppo ha non performing loans per circa il 5% per il 2025, segnale di stress per la propria clientela.
Uno spostamento sul mercato crypto potrebbe essere una soluzione a questi problemi? Probabilmente no.
- Accesso ristretto
C’è stata una sorta di legalizzazione in Russia ma sarà ristretta soltanto agli investitori superqualificati, ovvero quelli che hanno investimenti per almeno 100 milioni di rubli – oppure un reddito di almeno 50 milioni di rubli (parliamo rispettivamente di 1.120.000€ circa e 560.000€ circa).
- Difficile muovere crypto se si è sanzionati
Le sanzioni più recenti del Regno Unito e dell’UE hanno colpito anche gli intermediari crypto che operano in Russia, segnalando così l’impossibilità di percorrere quella strada.
Si tratterà, in caso, di un ulteriore servizio dunque offerto a una clientela relativamente ristretta. Dell’utilizzo delle criptovalute per pagamenti internazionali si paga da tempo, in particolare in relazione alla Russia.
Per quanto sia un’ipotesi affascinante – stiamo pur sempre parlando di un paese con accesso estremamente limitato ai circuiti bancari internazionali – che non può avere liquidità infinita da utilizzare per cambi interni crypto e che non può spostare milioni con questi strumenti trovando facilmente una controparte.
Al crescere delle quantità di denaro che si vogliono spostare cresce anche la visibilità – e per quanto sì, questo sia un circuito potenzialmente alternativo, è molto meno risolutivo per situazioni come quella russa.
Criptovaluta.it® Ultime Notizie Bitcoin e Crypto News | Criptovalute Oggi
