Michael Saylor ha forse più di qualche amico. Dopo aver lanciato l’appello a sostegno dell’inclusione di Strategy in MSCI, c’è chi ha preso carta e penna e ha inviato una lettera al potente gestore di indici, che sono tra i più replicati del mondo. A schierarsi per prima tra quelle del giro è Bitwise, che avrà anche un interesse diretto nella questione.
La lettera è breve e farà probabilmente da apripista a quelle di altri gestori che offrono prodotti su Bitcoin e che hanno affinità sia di interessi finanziari sia probabilmente ideali con Saylor e la sua Strategy, società che ha già accumulato più di 650.000 Bitcoin e che è certamente la più significativa per quanto riguarda le DAT, ovvero le società quotate che stanno acquistando Bitcoin a mercato.
Cosa c’è nella lettera e perché?
Strategy ha già inviato una lettera a MSCI, resa pubblica insieme all’invito a tutti gli interessati a fare lo stesso. Una lettera dove si chiede la non-espulsione di Strategy dagli indici gestiti da MSCI, espulsione che significherebbe una perdita importante in termini di investimenti passivi.
Tra i primi a rispondere all’appello di Strategy c’è Bitwise, società di gestione di fondi ed ETF negli USA e in Europa, che ha deciso di rendere pubblica anche la propria comunicazione a MSCI.
Apprendiamo con dispiacere che MSCI ha proposto l’esclusione di Strategy Inc. dai propri indici.
Dispiacere che è poi argomentato ricorrendo al tema più forte di questa discussione, ovvero la neutralità degli indici, che sono passivi per natura.
Gli indici devono riflettere i mercati, non stabilire la bontà di certi modelli di business. Storicamente, gli indici hanno giustamente incluso società con esposizione concentrata su certi asset, dai produttori di energia alle REIT. L’esclusione proposta di Strategy (insieme a quella delle DAT) e di altre compagnie che hanno più del 50% del patrimonio in asset digitali, rischia di inserire criteri soggettivi in quello che dovrebbe essere un processo oggettivo e basato sulle regole.
È in realtà la stessa critica che era stata già sollevata anche da Matt Levine di Bloomberg e che rimane il cavallo di battaglia di chi si sta battendo per la permanenza di $MSTR negli indici.
- Sì, ok, ma gli indici…
Sono frutto di attività private che fanno un po’ quello che vogliono, no? Vero, ma è altrettanto vero che il loro ampio utilizzo deriva anche dalla credibilità dei gruppi che li gestiscono. Credibilità che passa anche dalla loro neutralità.
Come andrà a finire?
Si tratterà di una decisione dai risvolti fortemente politici e che correttamente gli investitori in $MSTR nonché gli appassionati di $BTC stanno seguendo molto da vicino.
Le pressioni da parte dei diretti interessati potrebbero contribuire a migliorare le probabilità di permanenza di $MSTR all’interno degli indici. Riteniamo inoltre che parte del movimento ribassista di $MSTR delle ultime settimane sia da imputarsi anche agli sviluppi di questa vicenda.
Qui la lettera in versione completa.
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