FRASCATI (RM) – Come molti di voi ben sapranno già, lo scorso 5 novembre 2025 sono stato eletto Popular Investor Champion su eToro, un progetto che mi permette di applicare pubblicamente una strategia di investimento che ho brevettato e sto continuando ad ottimizzare: il Metodo 50/40/10.
Alcuni su eToro lo definiscono già “Il metodo Ippolito” ma sono una persona umile quindi preferisco studiare e lasciare sempre ai numeri il giudizio finale del mio operato.
Ma che cos’è il metodo 50/40/10 che ho brevettato? Si tratta di un approccio di asset allocation quantitativa che bilancia crescita di lungo periodo e protezione del capitale, costruito su tre pilastri fondamentali: diversificazione tra asset class, analisi fondamentale per la selezione degli investimenti e un meccanismo di rebalancing che genera quello che definisco un “PAC spontaneo e naturale“.
L’obiettivo non è inseguire performance straordinarie nel breve termine ma costruire un portafoglio solido capace di attraversare i cicli di mercato mantenendo un profilo di rischio controllato bilanciandone al contempo la volatilità mensile.
Proprio oggi pomeriggio è uscito un approfondimento su questo metodo all’interno del mio Substack newsletter disponibile all’indirizzo www.alessioippolito.it.
La struttura dell’allocazione: 50% azioni, 40% ETF, 10% Bitcoin
Il nome stesso della strategia riflette la sua struttura di base. Il capitale viene diviso in tre macro-categorie di asset, ciascuna con un ruolo specifico all’interno del portafoglio.
La componente azionaria, che rappresenta il 50% del portafoglio, viene suddivisa strategicamente tra growth stocks sottovalutati principalmente collegati al settore tech, titoli difensivi e azioni value con fondamentali solidi. L’idea è bilanciare il potenziale di crescita con la stabilità, evitando di concentrarsi esclusivamente su un singolo approccio di investimento.
Gli ETF strategici costituiscono il 40% del portafoglio e servono principalmente per garantire diversificazione settoriale e geografica. Questa componente include ETF azionari broad market come l’S&P 500, Nasdaq, Nikkei, MSCI World, ETF settoriali per esposizioni specifiche ed ETF obbligazionari che fungono da elemento di bilanciamento nei momenti di maggiore volatilità dei mercati azionari.
Infine, Bitcoin rappresenta il 10% del portafoglio, esclusivamente attraverso posizioni LONG strategiche. Niente altcoin, niente token speculativi, niente esposizione a progetti ad alto rischio. Esiste un limite rigido e non negoziabile: l’esposizione crypto totale non può mai superare il 20% del patrimonio complessivo.
Come funziona la mia metodologia operativa
La strategia non si limita a definire percentuali di allocazione. Dietro ogni decisione di investimento c’è un processo metodico che si articola in quattro fasi distinte.
Tutto parte dall’analisi fondamentale, che rappresenta il filtro principale per la selezione degli asset. Prima di aprire qualsiasi posizione analizzo il P/E ratio confrontandolo con la media settoriale, la crescita utili prevista (forward earnings growth), il free cash flow e la solidità finanziaria dell’azienda, oltre al posizionamento competitivo e alle barriere all’ingresso. L’obiettivo è selezionare solo asset con fondamentali verificabili e valutazioni ragionevoli, escludendo tutto ciò che si basa esclusivamente su narrative o hype di mercato.
Una volta identificato un asset valido dal punto di vista fondamentale, entra in gioco l’analisi tecnica, che però ha un ruolo ben definito e limitato. Non si tratta di prevedere il futuro, ma di ottimizzare il timing di ingresso individuando supporti e resistenze, evitando zone di ipercomprato estremo e identificando i punti di ingresso più favorevoli. L’analisi tecnica è uno strumento per migliorare l’efficienza degli ingressi, non la base delle decisioni di investimento.
Le posizioni hanno un holding period medio di 4-12 mesi, un orizzonte temporale che offre diversi vantaggi: riduce significativamente i costi di transazione, elimina il rumore emotivo del mercato quotidiano, permette alle tesi di investimento di materializzarsi e ottimizza il carico fiscale (in Italia il capital gain long-term beneficia di vantaggi fiscali).
La gestione del rischio completa il processo operativo. Ogni posizione rispetta parametri precisi: stop loss mentale (non sempre automatico per evitare shake-out deliberati), peso massimo del 10% per singola posizione e correlazione costantemente monitorata per evitare concentrazioni nascoste. Se una posizione invalida la tesi di investimento oltre una soglia predefinita, viene chiusa, specialmente quando emergono opportunità migliori in asset più solidi.
Il meccanismo del “PAC spontaneo e naturale” attraverso il rebalancing time
Uno degli elementi più interessanti del Metodo 50/40/10 è il meccanismo di rebalancing, che trasforma la volatilità naturale del mercato in uno strumento operativo. Il metodo richiede un costante allineamento con tolleranze rigide: i pesi maggiori (50% azioni e 40% ETF) possono oscillare al massimo di ±3%, mentre Bitcoin (10%) ha una tolleranza ancora più stretta di ±1%.

Questa rigidità apparente nasconde in realtà un meccanismo dinamico molto efficace. La conformazione della struttura attiva quello che definisco un “PAC spontaneo e naturale” per calibrare costantemente i limiti percentuali. Ecco come funziona nella pratica: la volatilità naturale degli asset infrange periodicamente questi limiti. Quando un asset sale o scende significativamente, il rebalancing riporta le percentuali ai target prefissati.
Se le azioni salgono oltre il 53% del portafoglio, viene effettuata una vendita parziale. Se Bitcoin crolla sotto il 9%, viene effettuato un riacquisto. Se gli ETF scendono sotto il 37%, la componente viene incrementata. Questo meccanismo alimenta organicamente il portafoglio, funzionando come un Piano di Accumulo Capitale naturale, non forzato. La volatilità stessa diventa il volano che guida acquisti e vendite, chiaramente scegliendo in modo oculato e ponderato l’asset su cui intervenire in quella specifica fase e opportunamente valutato in base a diversi criteri scentifici.
L’applicazione pratica di questo sistema è complessa perché tiene conto di numerosi criteri: il timing di mercato, la disponibilità di liquidità, i costi di transazione e le opportunità specifiche del momento. Al variare dei prezzi variano costantemente anche i pesi, rendendo il rebalancing un fattore dominante della strategia. Non è un sistema automatico o passivo, ma richiede monitoraggio attento e decisioni ponderate.
Quando inizia ufficialmente la strategia
C’è un punto cruciale che va chiarito: il Metodo 50/40/10 inizia ufficialmente solo quando, per la prima volta, le percentuali sono allineate perfettamente ai target (50/40/10 con le rispettive tolleranze di 3%/3%/1%). Solo da quel momento in poi si può parlare di strategia pienamente operativa. Prima di questo allineamento, si è ancora in fase di costruzione del portafoglio.
Questo è un aspetto fondamentale perché l’implementazione del metodo su un portafoglio già esistente non è immediata. Richiede tempo per integrare la strategia sulla situazione pregressa, gestire uscite progressive da posizioni non allineate con i criteri di selezione, attendere prezzi di mercato favorevoli per i nuovi ingressi e calibrare progressivamente i pesi verso i target stabiliti.
Nel mio caso specifico, il metodo è stato ideato circa due mesi e mezzo fa. Al momento il portafoglio è ancora in fase di ottimizzazione e non ha ancora raggiunto il perfetto allineamento ai parametri target. Questo dimostra quanto sia un processo lungo e articolato, che richiede pazienza e disciplina. Non è possibile semplicemente “attivare” il metodo dall’oggi al domani su un portafoglio esistente.
Portafoglio eToro e portafoglio crypto: due strategie complementari
È importante fare una distinzione fondamentale per evitare confusioni. Il Metodo 50/40/10 si applica specificamente al portafoglio eToro, dove opero come Popular Investor Champion. Si tratta di un portafoglio diversificato tra azioni, ETF e Bitcoin, costruito secondo i principi che ho appena descritto.
Parallelamente, gestisco un portafoglio crypto Criptovaluta.it che viene aggiornato periodicamente su Criptovaluta.it. Questo portafoglio è ovviamente 100% crypto, ma rappresenta solo una frazione del patrimonio finanziario totale, rispettando sempre la regola fondamentale: massimo 20% in crypto, 80% in asset tradizionali.
Sono due strategie complementari, ma non sovrapponibili. Il portafoglio eToro con il metodo 50/40/10 è orientato alla crescita di lungo periodo con rischio controllato e diversificazione massima. Il portafoglio crypto personale rappresenta invece un’esposizione controllata all’interno del 20% massimo allocabile a questa asset class. Non vanno confusi né confrontati direttamente, perché hanno obiettivi e profili di rischio completamente diversi.
La filosofia alla base della strategia
Dietro i numeri e le percentuali c’è una filosofia di investimento ben precisa, fondata su quattro principi operativi non negoziabili.
Il primo principio è l’assenza di speculazione estrema. Niente meme stocks, niente presale crypto, niente leverage esasperato. Solo asset con fondamentali verificabili e valutazioni sostenibili nel tempo. Questo approccio può sembrare noioso o poco entusiasmante, ma è l’unico modo per costruire un portafoglio che sopravviva nel lungo periodo.
Il secondo principio è l’approccio data-driven anziché emotion-driven. Le decisioni si basano su dati oggettivi: P/E ratio, free cash flow, crescita utili. Non su hype di mercato, FOMO o sentiment dei social media. Se non ci sono numeri solidi a supporto di una tesi di investimento, quella tesi viene scartata.
Il terzo principio è la trasparenza totale. Su eToro ogni operazione è pubblica e verificabile in tempo reale da chiunque. Nessuna operazione nascosta, nessun portfolio “alternativo” che viene mostrato solo quando le cose vanno bene. Questa trasparenza è fondamentale per la credibilità di qualsiasi strategia di investimento.
Il quarto e ultimo principio riguarda le priorità: la protezione del capitale viene prima del rendimento. Prima di chiedermi “quanto posso guadagnare da questo investimento“, mi chiedo sempre “quanto posso perdere“. Se la risposta alla seconda domanda è “troppo“, l’investimento viene evitato, indipendentemente dal potenziale di guadagno.
A chi è adatto il Metodo 50/40/10
Come ogni strategia di investimento, anche il Metodo 50/40/10 ha un profilo di investitore ideale e situazioni in cui non è appropriato.
Questa strategia non è adatta a chi cerca profitti rapidi in pochi mesi, ha bisogno di liquidità a breve termine (meno di 12 mesi), non accetta la volatilità naturale dei mercati o preferisce strategie completamente passive che non richiedono alcun monitoraggio. Se ti riconosci in una di queste categorie, probabilmente questo approccio non fa per te.
Al contrario, il metodo è adatto a chi ha un orizzonte di investimento di almeno 12-24 mesi, preferisce una crescita costante alla speculazione estrema, accetta di monitorare periodicamente il portafoglio per effettuare i rebalancing necessari e comprende che la protezione del capitale è più importante della massimizzazione dei rendimenti di breve periodo.
L’investitore ideale per questa strategia è qualcuno che vuole costruire un patrimonio nel tempo, non qualcuno che cerca il colpo di fortuna per arricchirsi rapidamente. È un approccio orientato alla costruzione progressiva di ricchezza attraverso la gestione attenta del rischio e la diversificazione intelligente.
Investimenti VS speculazione
Il Metodo 50/40/10 non promette né punta a rendimenti straordinari in tempi brevi. L’obiettivo dichiarato è costruire un patrimonio solido attraverso diversificazione tra asset class non correlate, gestione del rischio con limiti percentuali rigidi, holding period che permettono alle tesi di investimento di materializzarsi e PAC naturale attraverso il rebalancing periodico.
La differenza tra investitori e speculatori è strutturale, non solo semantica. Gli speculatori cercano il colpo grosso, concentrano il capitale su poche scommesse ad alto rischio e subiscono la volatilità estrema senza protezioni. Gli investitori costruiscono costantemente, proteggono il capitale attraverso la diversificazione e crescono nel tempo senza esplosioni né implosioni drammatiche.

Non si tratta di giudicare quale approccio sia “migliore” in assoluto bensì di riconoscere quale sia più adatto ai propri obiettivi e alla propria tolleranza al rischio di medio e lungo periodo che, secondo la nostra fattispecie, è 4/10 (rischio medio-basso nonostante ci sia un asset risk-on come BTC). Il Metodo 50/40/10 è chiaramente posizionato sul lato degli investimenti di lungo periodo, non della speculazione di breve termine.
Considerazioni a margine: disciplina e trasparenza al centro
Il Metodo 50/40/10 è una strategia che privilegia diversificazione, analisi fondamentale, holding period di medio-lungo termine e trasparenza completa. Non è una formula magica per arricchirsi rapidamente, né un sistema che garantisce profitti in ogni condizione di mercato.
È invece una metodologia disciplinata per costruire un portafoglio bilanciato, capace di attraversare diversi cicli di mercato mantenendo un profilo di rischio controllato. Il meccanismo del PAC naturale attraverso il rebalancing trasforma la volatilità in uno strumento operativo, mentre i limiti percentuali rigidi impediscono derive speculative.
Per chi volesse verificare l’applicazione pratica di questa strategia, il portafoglio è pubblicamente visibile su eToro a questo indirizzo. Ogni operazione è tracciabile e verificabile in tempo reale, nel rispetto del principio di trasparenza totale che sta alla base di questo approccio.
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