Bitcoin prosegue la sua fase di debolezza con i prezzi che in questo momento orbitano attorno agli $86.800 e rischiano di rompere al ribasso i supporti strutturali più importanti. La situazione, dal punto di vista tecnico, è resa complessa da un grafico daily che resta fortemente compresso sotto l’EMA50, e da un bearish crossover osservabile su time frame settimanale tra l’EMA50 e l’EMA200.
La palla, sul breve periodo, è indubbiamente nelle mani degli orsi, ma nel medio/lungo termine l’outlook appare ancora inclinato al rialzo. Purtroppo però molti investitori non sembrano capaci di separare l’orizzonte temporale della propria operatività, e finiscono puntualmente a fare errori di valutazione solo perché si fanno guidare dall’emotività. In questo momento infatti, per i long term, sta squillando un segnale particolarmente interessante, legato a un livello fondamentale che in passato ha spesso coinciso con fasi di accumulazione e con punti di svolta rilevanti per il ciclo di Bitcoin.
Bitcoin: prezzi vicino a questo livello chiave
Spesso gli investitori tendono a voler analizzare l’andamento di un asset come Bitcoin utilizzando decine di indicatori diversi, mescolando tra analisi fondamentale, tecnica ed on-chain nella speranza di poter riuscire a prevedere i prezzi nell’immediato futuro. Non che sia del tutto errato cercare di incrociare più strumenti di analisi, ma talvolta questo rischia di portare a troppo rumore di fondo e risultare controproducente, soprattutto in ottica di medio termine, con segnali che si contraddicono e tanto caos sui grafici.
A volte invece, se l’orizzonte temporale del proprio investimento è ben ampio, possono bastare poche metriche e determinati pattern ricorrenti per ottenere indicazioni più affidabili. E proprio adesso, il grafico di Bitcoin, secondo un time frame settimanale, sta per toccare uno dei livelli di RSI, che storicamente hanno sempre segnato un’opportunità di acquisto.
Ricordiamo per i meno esperti che l’RSI è un indicatore di momentum che misura la velocità e l’ampiezza delle variazioni di prezzo, e viene utilizzato per valutare la forza di un movimento. Viaggia su scala da 0 a 100, e se osservato con un lente di lungo periodo, ci può aiutare a capire quando una chart sta toccare zone di eccessi statistici del mercato, con fasi di ipercomprato e ipervenduto.
In questo momento l’RSI weekly (14 close) segna un valore di 36,8. Storicamente, ogni volta che siamo scesi in territorio di ipervenduto sotto al punteggio 30, Bitcoin ha segnato un minimo di ciclo o, quantomeno da lì a poco, ha poi invertito rotta costruendo un bottom nel medio termine.

Alcune importanti precisazioni su come leggere l’RSI
Prima che gli esperti di analisi tecnica arrivino qui a commentare indignati, dobbiamo fare alcune doverose precisazioni sulla natura dell’indicatore RSI.
1- In questo momento non siamo ancora tecnicamente in zona di ipervenduto, e i prezzi di Bitcoin potrebbero scendere parecchio prima di trovare effettivamente il bottom
2-l’RSI può rimanere a lungo in zona di ipervenduto, dunque il raggiungimento di quell’area non è da indicarsi come una “buy opportunity” immediata.
3- Specialmente perché stiamo leggendo l’indicatore su base settimanale, dovremmo considerarlo come uno strumento di contesto. I segnali che emergono richiedono settimane, se non mesi, prima di tradursi in una risposta del prezzo.
4- Per Bitcoin, lo storico è ridotto rispetto ad altri asset tradizionali, ed i pattern storici, per quanto possano ancora orientare il comportamento futuro, vanno presi con le pinze.
Detto ciò, non possiamo negare che chi in passato abbia acquistato spot (no futures, no leva) con l’RSI in ipervenduto e abbia poi atteso pazientemente (passaggio fondamentale) nel corso del tempo si sia ritrovato con un forte gain in tasca.
Altri indicatori basilari segnalano livelli da bottom di bear market su Bitcoin
Ad ogni modo, non c’è solo l’RSI a segnalare un possibile esaurimento in vista della pressione ribassista. Anche altri indicatori, se osservati su time frame elevati, stanno iniziando a muoversi in aree che storicamente hanno spesso coinciso con fasi di minimo ciclico o di transizione tra bear market e nuove fasi di accumulazione.
Uno di questi è il Crypto Fear & Greed Index, un indicatore di sentiment che misura il livello di paura o avidità degli investitori in un dato momento. Anche qui, ad oggi abbiamo toccato il punteggio 16, che in più occasioni in passato è stato sinonimo di bottom dei prezzi, o di uno scenario di progressiva normalizzazione del prezzo.
È accaduto a marzo 2025, giugno 2022, marzo 2020, agosto 2019, dicembre 2018, aprile 2018.

A questo proposito non possiamo non riportare la celebre frase del barone Nathan Rothschild, che nel 1800 in Inghilterra aveva fatto affari comprando asset a sconto mentre altri investitori erano fortemente preoccupati degli effetti economici della Battaglia di Waterloo sul Paese: “il momento di comprare è quando il sangue scorre nelle strade”.
Ed ora, a giudicare dal comportamento di molti investitori, sembra proprio che ci sia molto sangue sui mercati crypto. Questo non significa automaticamente che comprare oggi sia una buona scelta, ma quantomeno una scelta statisticamente corretta per un orizzonte di lungo periodo, almeno secondo il nostro set di dati storici.
Il contesto di Bitcoin è più complesso oggi
A noi di Criptovaluta.it piace che i lettori abbiano una visione completa ed imparziale delle cose, dunque è giusto fornire anche un antitesi a questa chiave di lettura. Per quanto Bitcoin sia vicino a toccare valori che storicamente hanno spesso coinciso con fasi di accumulazione o di minimo ciclico, è bene ricordare che il contesto macro in cui viviamo oggi è completamente diverso rispetto al passato.
Sia in termini di politica monetaria, di flussi di liquidità, di dimensioni del mercato crypto e di posizionamento degli investitori, abbiamo un outlook decisamente più complesso rispetto a prima, e dobbiamo essere consapevoli che non necessariamente le dinamiche dei vecchi cicli di mercato si ripeteranno.
Anche dal punto di vista on-chain, stiamo vivendo un percorso atipico, con i long-term holders che vendono (media a 30 giorni) con un’intensità solitamente osservabile nei top di mercato, e non durante i bottom. Questo rende la lettura del contesto attuale molto più difficile.

Sta a voi ora decidere come muovervi. L’importante è non confondere l’orizzonte temporale del vostro investimento e non interpretare segnali di breve periodo come indicazioni valide per strategie di medio o lungo termine. Altrimenti…la frittata è servita.
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