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Uniswap rimuove 100+ token dal suo sito: ecco perché!

Arriva la stretta su alcuni token che sono scambiati tramite il protocollo Uniswap. O meglio, la stretta arriva per chi vuole accedere al servizio tramite sito web, perché accedendo da altri canali al protocollo tutti potranno continuare a scambiare quello che preferiscono. 

Censura? Forse sì, anche se nei programmi di Uniswap in realtà potrebbe esserci molto altro, ovvero un nuovo approccio alle regolamentazioni del settore finanziario, dopo che il direttore di SEC, Gary Gensler, ha avvisato che la sua authority avrebbe trattato stock token e simili come securities

Uniswap rimuove più di 100 token, ma solo dal sito…

Una notizia che per gli investitori è bullish, perché metterebbe al riparo il protocollo dagli attacchi di SEC. Potremmo puntarci con la piattaforma eToro (qui per un conto virtuale gratuito per sempre), che offre UNI all’interno della sua selezione di 26 criptovalute anche UNI, con servizi esclusivi fintech: con il CopyTrading potremo investire copiando i migliori oppure spiando le loro operazioni. Con i CopyPortfolios potremo investire in portafogli cripto ben bilanciati. 

SEC minaccia, gli AMM rispondono

O meglio, gli AMM decentralizzati come Uniswap decidono di adeguare quantomeno i propri siti internet, eliminando la possibilità di scambiare tramite la loro interfaccia più di 100 token, quasi tutti legati al mondo della rappresentazione in token di asset finanziari, oppure al mondo delle opzioni e dei derivati. 

Parliamo di una branca molto particolare (e molto comune) del mondo della finanza decentralizzata, dalla quale Uniswap (e tanti altri AMM) almeno ufficialmente vuole provare a sganciarsi. Il motivo? Gary Gensler, a capo di SEC (l’authority americana che vigila sui mercati) ha affermato che questo tipo di token saranno trattati come securities, ovvero come titoli finanziari a tutti gli effetti. Cosa che farebbe sorgere in capo a Uniswap obblighi importanti in termini di comunicazioni e di controllo degli scambi. 

Comprensibile pertanto che Uniswap abbia deciso di tagliare la proverbiale testa al toro e di limitare attraverso il sito internet (e non attraverso il protocollo) lo scambio di questi token e anticipare eventuali problemi. Ripetiamo che tutti saranno in grado di utilizzare il protocollo per scambiare quello che meglio credono. 

Le possibili conseguenze di questa scelta di Uniswap

Una decisione di questo tipo ha ovviamente sollevato delle polemiche, con accuse importanti verso Uniswap di aver operato una censura, cosa che mal si sposa con l’ideale decentralista del protocollo. 

Le cose però, come abbiamo provato a spiegare, stanno diversamente. Dovremmo separare, per capire la situazione, Uniswap.org come sito internet ha degli obblighi verso le giurisdizioni dove opera ed è più che normale che vi si adegui. 

Il protocollo rimarrà aperto e disponibile per tutti, che potranno accedervi tramite altri siti internet o altre interfacce. Quello che sospettiamo è che ne nasceranno diversi in giurisdizioni più morbide, magari in Europa (almeno prima che ESMA, CONSOB, BaFIN ed omologhe se ne interessino. 

Come si ripercuoterà questa decisione sul futuro di Uniswap?

Sul prezzo del token non ci saranno ripercussioni, almeno secondo le nostre analisi. Le previsioni Uniswap che sono disponibili sul nostro sito sono da considerarsi più che valide, anche alla luce di una maggiore compliance del progetto con le leggi locali. 

Il protocollo, d’altronde, continuerà a funzionare come sempre e a permettere lo scambio di tutti i token che vogliamo, anche quelli che rappresentano asset finanziari. Staremo poi a vedere quali saranno le mosse future di SEC, che nonostante le dichiarazioni di principio di Gensler, non si è ancora mossa.

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