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Mining Bitcoin trentino

Centrale idroelettrica per fare Mining in Trentino | Scoppia la polemica!

Il mining arriva pubblicamente anche in Italia, paese che non si è mai contraddistinto per l’apertura a questo tipo di tecnologie e tanto meno verso Bitcoin. Il piccolissimo comune di Borgo d’Anaunia, che conta solo 2.500 anime, sarà attivo infatti nel mining sfruttando l’energia elettrica di una centrale locale.

100 TH per macchinario (o almeno così sembrerebbe), per una spesa importante ma che – se Bitcoin dovesse tenere su questi livelli di prezzo – potrà essere rapidamente recuperata.

Mining comunale Bitcoin
In Trentino si parte con il mining… comunale di Bitcoin

Un altro segno, se ce ne fosse il bisogno, dell’adozione ormai a cascata di $BTC, effetto che avrà sul medio e lungo periodo anche delle importanti ripercussioni sul prezzo. Possiamo investire sul più importante dei coin cripto tramite eTorovai qui per ottenere un conto di prova con funzionalità FINTECH PROFESSIONALI – intermediario che propone una piattaforma web per la gestione avanzata dei nostri investimenti, insieme a strumenti di analisi tecnica per chi preferisce il breve periodo.

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Borgo d’Anaunia come El Salvador? Cerchiamo di vederci chiaro

La delibera comunale è del 31 dicembre scorso, un buon modo di dare il benvenuto all’anno che sarebbe arrivato, almeno per gli appassionati di Bitcoin. Il piccolo comune di Borgo d’Ananunia, in provincia di Trento, ha infatti deciso di stanziare una somma importante – più di 150.000 euro – per l’acquisto e il noleggio di un complesso di 20 macchine.

La potenza dichiarata, non è chiaro se per ciascuna macchina o per l’intero complesso, è di 100 Terahash al secondo, anche se facendo il rapporto tra la cifra spesa e il numero di macchine, tutto lascerebbe pensare a 100 TH/s per ciascuna macchina, in linea con quanto offerto ad esempio da Antminer S19j Pro oggi sul mercato.

Il tutto in ambito pubblico, dato che verrà utilizzata appunto l’energia elettrica prodotta dalla locale centrale Alta Novella, che da circa 25 anni è tornata nelle mani del comune, con una concessione che scade nel 2026.

Parte il paragone con il Kazakistan?

Siamo piuttosto certi del fatto che partiranno, sulla solita stampa italiana, paragoni con la situazione kazaka, ingiustamente ritenuta responsabilità dei miner di Bitcoin che sono arrivati nel paese dopo il ban della Cina.

Se la lettura dovesse essere vera – e vera non è – dovremmo assistere a sommosse e rivolte anche nella pacifica Val di Non, dove i cittadini, al pari dei loro omologhi kazaki, andranno metaforicamente e non in guerra contro quest’ultima trovata del comune.

Cose che non avverranno – e se i nostri calcoli sono corretti e se effettivamente il comune ha acquistato a prezzo di mercato macchine da 100 TH/s – ai prezzi attuali di Bitcoin basteranno 18 mesi circa per rientrare dell’investimento, tenendo conto anche dei costi di gestione.

Per un comune che ha energia elettrica in abbondanza e che può sfruttare per questo tipo di attività, sicuramente un ottimo affare. Mancano però dei dettagli che ci spingono a voler ritornare sul punto quando tutto sarà più chiaro. Con una certezza per ora: mentre Unicredit ritratta una sorta di ban interno per le cripto, c’è chi guarda invece al futuro e vuole puntare su Bitcoin. Come il piccolissimo comune di Borgo D’Anaunia.

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