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Bitcoin salva vite

Bitcoin ed Ethereum per i soccorsi | Al via donazioni in Canada

BCSARA, organizzazione canadese di volontari del soccorso, ha annunciato di recente che inizierà ad accettare donazioni in criptovalute. The British Columbia Search and Rescue Association riceverà denaro in Ethereum e Bitcoin, con donazioni a partire da 100 dollari.

I proventi dei sostenitori che finiranno sui wallet della no-profit, saranno automaticamente convertiti in valuta fiat. A fornire supporto tecnologico c’è CanadaHelps, principale piattaforma di donazioni online nel Paese.

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Bitcoin ed Ethereum: la beneficenza guida l’adozione

The British Columbia Search and Rescue Association è un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 2002, e ad oggi conta ben 79 gruppi di salvataggio e ricerca. I volontari sono professionisti del soccorso, e sotto la bandiera BCSARA hanno ad oggi tratto in salvo oltre 2.000 persone.

BTC E ETH per salvare vite

Centinaia di medici, paramedici, guide di montagna, autisti e personale specializzato nel soccorso a più livelli, che operano senza ricevere alcun compenso. L’organizzazione ha dato vita a una partnership con CanadaHelps per finanziare le attività e continuare l’opera umanitaria nella provincia più occidentale del Canada.

Saltano fuori quindi due nomi già noti, nel nostro ambiente. CanadaHelps è la più importante piattaforma on line di raccolta fondi del paese nordamericano, e con l’apertura alle donazioni in criptovalute riuscirà a portare un sostengo più ampio e soprattutto libero da censura alle oltre 86.000 no-profit attive in loco.

Censura che salta fuori non a caso in queste righe, perché l’organizzazione opera in Canada, l’altro nome illustre di questa vicenda. I nordamericani sono stati già al centro di controversi tentativi di censura con i quali avrebbero voluto bloccare i wallet legati a donazioni spontanee nella vicenda Freedom Convoy.

Il Paese in ogni caso sta vivendo periodo di fermento in ottica cripto, con pressioni da parte dei conservatori all’opposizione che vorrebbero adottare e regolamentare le criptovalute. BCSARA si muove quindi in un contesto di grande sensibilità verso Bitcoin e affini, con il 13% della popolazione che ha dichiarato di usare o possedere asset di questo tipo.

Come si sposa con l’ambiente?

Politica, solidarietà e attenzione all’ambiente tornano spesso a braccetto ogni qualvolta il quarto attore in scena sia una criptovaluta. In occasione del matrimonio con CanadaHelps, The British Columbia Search and Rescue Association avrebbe siglato un contestuale accordo con CarbonX per l’acquisto di crediti CO2.

Abbiamo già espresso qualche perplessità sull’argomento nel raccontarvi di Ripple e del suo corposo investimento in crediti CO2 che dovrebbero servire a decarbonizzare il pianeta. A proposito di eco-speculazioni, abbiamo già parlato ai tempi con Federico Rivi proprio sulla sostenibilità del mining, spinti dei continui e ricorsivi attacchi a Bitcoin. Anche Wikipedia ha posto il suo ban alla criptovaluta per eccellenza, argomentando proprio sul suo impatto ambientale.

Strano per un’organizzazione che nascerebbe per garantire libero accesso alla libera informazione worldwide, e da sempre vicina alle cause umanitarie, come il pregevole operato di BCSARA di cui scriviamo in questa sede, e che filosoficamente appoggiamo.

Ma non c’è sempre bisogno di andare oltreoceano per trovare l’America: anche in Italia il mondo del volontariato e quello delle criptovalute stanno consolidando i rapporti su più fronti. Abbiamo avuto l’onore di ospitare Caterina Ferrara, che ci ha raccontato della Fondazione Veronesi e di come l’organizzazione abbia aperto alle cripto-donazioni per continuare a operare.

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