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Bitcoin: Gary Gensler attacca le società di lending! | Ma BTC non è nel mirino…

Ci siamo presi qualche giorno per leggere, rileggere e cercare di comprendere il lungo articolo a firma di Gary Gensler, che è contestualmente capo di SEC, pubblicato dal WJS, forse la più autorevole testata a livello mondiale quando si parla di economia e finanza.

Un lungo articolo, che ha come unico scopo quello di dimostrare quasi scientificamente la necessità di tenere tutto il mondo cripto all’interno della giurisdizione accordata a SEC. Cosa che, tra le altre cose, sembrerebbe essere stata definitivamente scartata anche negli USA, perché si tratterebbe di ritenere le criptovalute come titoli finanziari, cosa non vera, o meglio, quasi mai non vera.

Il fatto che il capo di SEC si adoperi ancora per cercare di ottenere il controllo di questo mercato al dice lunga sulla sua rilevanza futura. E possiamo investirci anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli STRUMENTI DI INVESTIMENTO AVANZATO – il top che il mercato può offrire su 75+ cripto asset, anche per il trading automatico.

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La tesi di Gensler per il controllo del mercato cripto

Prima di esaminare i pezzi salienti del lungo articolo di Gary Gensler, è necessario stabilire quelli che riteniamo essere i canoni più corretti per la lettura di un’opinione del genere. Da un lato infatti abbiamo sicuramente un esperto, che sa di cosa parla e che capisce a fondo questo mercato. Dall’altro abbiamo però un enorme conflitto di interessi, che abbiamo già discusso sulle pagine di Criptovaluta.it, perché Gary Gensler ha tutto l’interesse a rappresentare una situazione nella quale sia necessario l’intervento di SEC: il mercato delle cripto è ricco, in crescita e quindi fa gola alle agenzie governative, in particolare quando sono in lotta tra loro. Detto questo, si può facilmente passare all’analisi di quanto detto da GG.

Gensler ammissione sconfitta
Una sorta di ammissioen di sconfitta per Gensler
  • Questa volta si parla delle crypto compagnie

Ovvero di tutte quelle società che offrono servizi cripto. Il punto di Gary Gensler, in parte condivisibile, è che non possono essere le etichette a definire il tipo di business. Ovvero se qualcuno offre, questo l’esempio portato, dei ritorni, con ogni probabilità siamo davanti a qualcosa che, almeno secondo la legge USA, dovrebbe rispettare le leggi sui titoli finanziari.

Consideriamo questo caso ipotetico: Bob ha una App che promuove ritorni del 4, del 7 o del 19%. Alice e milioni di altri ogni giorno inviano i loro asset alla App di Bob. Gli investitori avranno dei benefici conoscendo cosa c’è dietro quanto offre Bob in termini di ritorni. Se un investimento suona come troppo buono per essere vero, potrebbe esserlo. Alice deciderà se investire o meno tenendo conto della trasparenza [imposta dalla legge].

Il punto in realtà, e sempre a nostro avviso, spiegato tenendo conto più delle paure che si è in grado di innescare nell’uomo comune che degli argomenti razionali. Se le società che offrono ritorni sono più che categorizzabili negli USA come società che offrono titoli finanziari, è vero che il sottostante cripto o meno non dovrebbe fare differenza. Ma è di questo che si dovrebbe parlare e non della questione “truffe”. Perché altrimenti ogni mercato (e sono praticamente tutti) che offra la possibilità di organizzare truffe, finirebbe per essere regolato da SEC.

  • È la modalità, non la tipologia a far intervenire SEC

A sostegno della sua tesi, il direttore di SEC Gary Gensler riporta anche quanto ebbe a dire lo scorso anno.

Se una piattaforma di lending offre titoli finanziari… rientra nella giurisdizione di SEC.

Cosa anche questa condivisibile, a patto che si parli di quanto fanno società come Celsius. Il discorso sarebbe enormemente diverso quando ad offrire un ritorno in token sia un protocollo in PoS. Perché in quel caso cosa c’è, almeno a nostro avviso, dietro il meccanismo che offre ritorni può essere liberamente verificato negli smart contract e nei White Paper. Siccome temiamo che questa articolessa di Gensler sia in realtà tesa a cercare di circondare dex e altri tipi di utilità di questo tipo, invitiamo tutti a rispedire al mittente le mattane da mania di controllo e giudicare cum grano salis quanto arriverà in futuro da SEC e dai suoi dirigenti di rango più elevato.

Una partita a scacchi in quattro dimensioni, con SEC che però ha già perso

Un’altra chiave di lettura per il lungo articolo comparso sul Wall Street Journal è anche quella dell’analisi delle strategie di una agency governativa ormai perdente per quanto riguarda il comparto delle criptovalute e di Bitcoin e che di volta in volta cerca una nuova nicchia per cercare di controllare almeno una parte di questo mercato.

Prima si voleva il controllo su $BTC e su tutto il resto, poi ci si sarebbe accontentati di alcuni token, ora è il turno delle società che offrono questo tipo di strumenti. Un cavallo di Troia per guadagnarsi almeno un angolo di questo mondo in costante evoluzione.

Una strategia comunicativa che troviamo però perdente, anche laddove, come abbiamo visto sopra, in realtà delle basi per discutere serenamente e razionalmente di quanto accade ci sarebbero anche.

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