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GRANDE OPERA

La grande opera guarda ai NFT | Ecco l’operazione Living Opera

Anche la musica classica trova la sua naturale evoluzione nella blockchain, perlomeno per quanto riguarda la diffusione di opere e cultira. Il primo passo per la democratizzazione on chain dell’opera lirica prende le sembianze di Magic Mozart.

La collezione NFT è stata curata da Living Opera, collettivo filantropico voluto da cantanti lirici e scienziati sociali per promuovere la musica classica attraverso Non Fungible Token e tecnologie annesse.

Un altro caso d’uso per il mondo dei NFT, in un comparto che forse anche i più visionari non avrebbero mai immaginati. Potremo investire nel comparto con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il MEGLIO del MERCATO – intermediario che ci offre la possibilità di investire su 78+ token già inseriti a listino, con tutti gli strumenti più idonei sia per l’analisi che per l’operatività.

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Anche la grande Opera guarda ai NFT

Nel 2017 poco più di tre americani su cento coltivavano attivamente la passione per l’opera. Cinque anni più tardi l’esiguo numero è scemato ulteriormente fino a raggiungere la poco invidiabile quota del 2.2%, soglia che i visionari di Living Opera hanno deciso idealmente di bollare come bottom.

Da lì si sarebbe solo puto risalire: nasce così il collettivo su blockchain con scopi filantropici voluto dal soprano Soula Parassidis, dal tenore Norman Reinhardt e da Cristo Makridis, imprenditore, accademico e scienziato sociale con oltre 50 pubblicazioni all’attivo.

Modernità NFT opera
Un tocco di modernità

L’obiettivo è quello di diffondere la cultura alla base della musica classica, aiutare i talenti emergenti con corsi e sovvenzioni, e potenziare la diffusione di un genere altrimenti relegato in una sparuta nicchia. Magic Mozart è il primo atto, una collezione NFT dedicata al geniale compositore austriaco e alla sua sconfinata produzione, alla quale seguiranno altre iniziative dedicate a Maria Callas e ad altri grandi artisti.

La blockchain ci aiuta ad oltrepassare le barriere fisiche ma anche gli ostacoli insiti nell’industria discografica. Gli artisti possono connettersi direttamente con chi decide di sovvenzionare la loro carriera senza le gravose e inutili spese amministrative tipiche di questo ambiente. I Non Fungible Token consentono un rapido accesso alla liquidità, condizione altrimenti difficile da realizzare attraverso gli strumenti convenzionali.

Questo il pensiero di Christos Makridis, COO di Living Opera che pone l’accento sui Non Fungible Token. Per lo scienziato sociale rappresentano uno strumento necessario per dare nuova linfa all’intero comparto di musica classica e opera lirica.

Tutto l’intrattenimento guarda al mondo dei token

Linfa necessaria oggi più che mai: stando ai dati ufficiali, le perdite causate da due anni di pandemia hanno causato al settore una sofferenza difficile da sostenere. Il Metropolitan Opera House di New York ad esempio ha denunciato a luglio 2021 perdite quantificabili in 25 milioni di dollari rispetto allo stesso periodo pre-pandemia.

Una sofferenza acutizzata dall’emergenza sanitaria certo, ma che trae origine dalla scarsa penetrazione di un genere così elitario nei confronti del grande pubblico. Senza voler stravolgere i canoni estetici e artistici di tali opere, il settore potrebbe approfittare di metaverso e affini per allargare la base utenti e cercare nuove opportunità di crescita.

L’industria del pop sa bene di cosa stiamo parlando: il metaverse è ormai un business milionario e fa felice produttori, artisti e soprattutto fan. Chiedere a quelli di Steve Aoki per conferma: il popolare DJ e produttore sta vivendo una fase bullish col suo A0K1VERSE proprio per l’elevato grado di interazione e soddisfazione che offre al suo pubblico.

Prima di lui abbiamo visto anche Jamiroquai, mostri sacri della musica vera, quella cioè suonata, fare capolino su The Sandbox con una $LAND dove la band si esibisce e incontra a mezzo avatar i tantissimi fan sparsi per il mondo.

Cambiamo (ma di poco) medium, estremizziamo il concetto di pop e citiamo Eminem e Snoop Dogg per fare un altro esempio tra i tanti, e poi ci fermiamo qui: gli strumenti per rendere appetibile il prodotto, anche quello che risponde al nome di opera lirica, esistono. Sono sistemi on chain e a quanto pare funzionano. Ci auguriamo che l’intuizione di Soula Parassidis, Norman Reinhardt e Cristo Makridis dia presto i suoi frutti, e che magari possa essere replicata su grande scala per una crescita ancora più grande.

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