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Inflazione su cripto e Bitcoin

Inflazione USA poco distante da aspettative | Bitcoin e crypto – cosa succede?

Inflazione anno su anno a 6,4%, leggermente superiore alle aspettative. Bitcoin e cripto rimangono in attesa di direzioni.

Dato sull’inflazione USA più basso della tornata precedente, ma non come avevano immaginato gli analisti. Dall’appuntamento più importante del mese si esce, grossomodo, con un nulla di fatto anche per Bitcoin e per il mondo delle criptovalute, per quanto la sessione americana del pomeriggio possa in realtà cambiare qualcuna delle carte in tavola.

Inflazione anno su anno al 6,4%, con i mercati che invece si aspettavano il 6,2% – a distanza comunque relativamente minima e senza che gli swap segnalino un grosso cambio delle aspettative dei mercati per quanto riguarda le future politiche monetarie di Federal Reserve. Un nulla di fatto, un giro a vuoto, un rimando al prossimo dato?

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Dato inflazione di poco discostato dalle aspettative: Bitcoin e cripto temporeggiano

Ci si era avvicinati all’ora X con un relativo entusiasmo. Il dato ha deluso – ma non troppo – e sta avvenendo quanto vi avevamo raccontato qui, ovvero spostamenti minimi per ora sul mercato di Bitcoin e cripto, in attesa che ci siano novità che arrivano dagli altri mercati.

L’inflazione è scesa rispetto al mese precedente seppur di poco – e si è discostata dalle aspettative anno su anno al 6,2%, sempre di molto poco. Un dato che dunque non agita granché e non eccita parimenti i mercati, che sembrano giocare, almeno in questi primi minuti che ci separano dal dato, d’attesa.

Bitcoin e cripto - analisi inflazione di breve
Poco distante il dato dell’inflazione dalle aspettative

Stessa questione per quanto riguarda l’inflazione core, così come quella mese su mese. Nessun dato in grado di indirizzare chiaramente i mercati e nessun dato in grado di fare la fortuna di long o short che sono stati aperti prima della diffusione del dato. Nel complesso – e sottolineiamo ancora una volta “ancora per ora” un pomeriggio tranquillo che in molti si aspettavano di vivere con un certo stato di agitazione.

Interessante anche che i movimenti – almeno fino ad adesso – sui fed swap non testimonino alcun tipo di cambiamento di previsioni per le prossime mosse di Fed. O tradotto in italiano corrente: i mercati non sembrano credere che Federal Reserve cambi sostanzialmente direzione e decisioni per i prossimi incontri del FOMC basandosi su questi dati.

Ancora lontanissimi dal target

Il target del 2%, il numero-dogma sognato da tutte le banche centrali del mondo, è ancora lontanissimo. Federal Reserve però non si immaginava di raggiungerlo rapidamente né tanto meno durante il 2023. Questa distanza ancora siderale, pertanto, non dovrebbe cambiare granché i non-piani dalle parti di Washington.

E ora la gatta da pelare torna nelle mani di Jerome Powell, che aspettava disperatamente indicazioni da parte dell’inflazione e che invece non le ha ottenute.

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