Che l’accoppiata Warren Buffett – Charlie Munger non fosse granché appassionata di Bitcoin non è certamente un mistero per i nostri lettori. I due si sono pronunciati con toni poco edificanti su BTC più volte nel corso della loro lunga e brillante carriera. L’acredine è, in aggiunta, lungi dall’esaurirsi. Charlie Munger è stato intervistato da The Wall Street Journal e si è espresso anche sull’asset che oggi è sulla bocca di Larry Fink di BlackRock e di tanti altri ai piani più alti della finanza.
No, a Charlie Munger non piace Bitcoin neanche ora che sta per fare il suo ingresso nelle borse USA dalla porta principale, quella di BlackRock. Bitcoin è una palla puzzolente, che stanno cercando di lanciare in un sistema di ingranaggi quasi perfetti e che ha permesso all’uomo di abbandonare le caverne e volare verso la modernità.
Parleremo anche di questa intervista sul nostro canale Telegram Ufficiale – insieme alla nostra redazione e a tanti appassionati e amici di Criptovaluta.it.
Il braccio destro di Warren Buffett ancora contro Bitcoin
Bitcoin è sempre di più sulla bocca di tutti. E lo è anche su quelle dei suoi nemici più acerrimi. A parlare questa volta, di nuovo, è Charlie Munger, storico braccio destro di Warren Buffett che è tornato sul tema BTC all’interno di un’intervista al Wall Street Journal. A domanda sulle preoccupazioni per il prezzo di Bitcoin, Munger ha risposto così:
Sì, mi preoccupa. Ho tante idee semplici che ogni persona istruita dovrebbe fare sue. Queste includono ciò che Adam Smith ha insegnato a tutti. Abbiamo avuto un grande incremento di ciò che chiamerei… civilizzazione pro capite. E succede perché ciascuno si occupa della sua proprietà meglio di quanto farebbe con la proprietà degli altri. Per ottenere questo risultato, hai bisogno di una valuta per facilitare gli scambi.
E ha poi aggiunto:
Per rendere la valuta diffusamente rispettata, abbiamo utilizzato il trucco dell’emissione per tramite del sovrano. L’unico modo per passare da una civiltà di cacciatori-raccoglitori alla civilizzazioen che conosciamo è quello di una valuta forte. Possono essere conchiglie, grani di mais, tante cose. Può essere anche una moneta d’oro, o delle note del sistema bancario come quelle che abbiamo negli Stati Uniti o in Inghilterra.
E più specificatamente su Bitcoin:
Quando inizi a creare una valuta artificiale, stai tirando la tua “palla puzzolente” in una ricetta che ha funzionato per molto tempo e per molte persone.
Bitcoin tuttavia non è moneta artificiale
Non lo è almeno nel senso che intende Charlie Munger: si tratta di una valuta che per essere emessa ha bisogno di matematica e energia, che ha una base monetaria controllata e prevedibile e che è quanto di più lontano c’è da una moneta che si può creare a piacimento.
Sì, per quanto possa essere presuntuoso, questa volta il leggendario investitore si sbaglia, e benché sia alla soglia dei 100 anni, che compirà il prossimo gennaio, ha ancora tempo per capire perché Bitcoin è proprio parte di quella ricetta: una valuta solida, che però non ha bisogno del trucco del sovrano per funzionare.
mi fa quasi pena… arrogante ed ignorante come pochi…
è comunque vero che non è una moneta, infatti non vorrei mai nel portafogli una moneta che oggi vale 100 e domani forse 50
Hanno paura che bitcoin sostituisca il loro amato dollaro ed è per questo che criticano le criptovalute ma allo stesso tempo investono nella banca di criptovalute per eccellenza in Brasile. Non succederà, le fiat resteranno assieme a bitcoin. La tecnologia andrà avanti e non potranno fermarla.