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ROSSO MERCATI BITCOIN

Bitcoin e crypto: crollo dopo Powell | Perché (non ) preoccuparsi

Bitcoin e crypto lasciano spazio agli orsi dopo le parole di Powell. Ma è davvero così preoccupante?

Ieri è stato il gran giorno del FOMC, il consiglio interno a Fed che decide dei tassi di interesse. La decisione era scontata, così come lo erano le parole di Jerome Powell in conferenza stampa. Tuttavia Bitcoin sembra averne approfittato per ritirarsi di un paio di punti percentuali, lasciando il campo di nuovo al folto gruppo dei pessimisti.

Bitcoin è ancora nei guai? In realtà no – opinione alla quale siamo arrivati studiando cos’è successo anche in altri mercati che sono sensibili alle decisioni di politica monetaria. Questione della quale possiamo discutere insieme anche sul canale Telegram di Criptovaluta.it, insieme alla nostra redazione e ai nostri lettori.

Jerome Powell è stato più falco delle aspettative? C’è motivo di preoccuparsi? Fino a un certo punto – e la nostra aspettativa al momento è che questo certo punto non sia in realtà troppo lontano nel tempo. Ma lasciamo spazio ai numeri per le prossime considerazioni.

Bitcoin ripiega dopo le parole di Powell

Bitcoin viene scambiato intorno ai 42.000$ dopo aver perso terreno in concomitanza della conferenza stampa di Jerome Powell, capo di Federal Reserve. I fatti importanti emersi dalla conferenza stampa sono i seguenti:

  • Difficile pensare a tagli già a marzo

Questo contro le aspettative più ottimistiche dei mercati. Powell, vuoi perché ci crede, vuoi perché vuole raffreddare i mercati, ha detto che è unlikely e dunque poco probabile che ci siano tagli già a marzo. E questa è stata la prima brutta notizia per i mercati di rischio.

  • Mercato del lavoro

È ancora in condizioni troppo buone per pensare a tagli. Secondo Powell, o almeno secondo quanto ha affermato anche in passato, un mercato del lavoro così caldo, con una disoccupazione così bassa, è incompatibile con un ritorno dell’inflazione al 2%. Se dovessero arrivare segnali contrari con i prossimi dati, allora si potrebbe iniziare a pensare a tagli “anticipati”.

In questa situazione Bitcoin non è riuscito a tenere i 43.000$: ha perso rapidamente quota e si è attestato dopo qualche ora in zona 42.000$, nonostante le buone notizie che arrivano dal mondo degli ETF. E qui vanno immediatamente fatte altre considerazioni.

  • I mercati degli asset di rischio hanno seguito la stessa traiettoria

Se di bagno di sangue vogliamo parlare, sarebbe forse il caso di guardare ai mercati tradizionali e in particolare a quello azionario USA. SPX500 ha chiuso con -1,61%, Dow Jones con -0,82%, NASDAQ100 con -1,.94%, NASDAq con -2,23%. Ricordando ai nostri lettori che si tratta di mercati in genere di movimenti meno ampi rispetto a quelli di Bitcoin, il quadro dovrebbe essere più chiaro.

Bitcoin si è comportato come questi mercati, senza quell’amplificazione di movimento che l’ha accompagnato da sempre. E questo è il primo indicatore del fatto che a nostro avviso, almeno in un orizzonte non eccessivamente di breve, non ci sia granché di cui essere preoccupati.

Altcoin: discorso diverso?

Le cosiddette Altcoin hanno sofferto poiù di Bitcoin. Male Cardano, male Avalanche, male BNBN, male Ethereum, malissimo Solana. Anche qui nulla di inaspettato: questo comparto continua a essere più reattivo ad ogni tipo di sollecitazione e quindi, in presenza di notizie non buone o comunque così percepite dai mercati, hanno perso di più di Bitcoin e anche dei mercati tradizionali.

Nel complesso dunque una situazione che, per quanto chi aprirà oggi i grafici troverà rosso più o meno ovunque, è più che comprensibile. Ricordandoci anche, in chiusura, che i mercati tendono a essere in una fase di mercato come questa più reattivi di quanto dovrebbero. Anche sui mercati tradizionali, quelli che – vorrebbero farci credere – sono frequentati da gente più assennata di noi.

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Reginaldo
Reginaldo
5 mesi fa

Perche’ usate il termine “crollo” per un -2%?Quando BTC perde il 7% cos’e’ un “apocalisse”?

Alessio Ippolito
Admin
Alessio Ippolito
5 mesi fa
Reply to  Reginaldo

Grazie mille, domanda lecita, dalla risposta alquanto lecita: per dare enfasi ad un fatto piuttosto rilevante ed è quello relativo alle abitudini di ricerca degli utenti online: proprio per questo gli articoli sono formati, oltre che dal titolo, anche dal contenuto.

A presto