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Allarme ETF Bitcoin | “Aumentano rischi e volatilità”. Ma è vero?

L'analisi di Jim Bianco fa il giro del web. Ma siamo sicuri che abbia ragione sugli ETF Bitcoin?

Gli esperti e gli analisti non hanno necessariamente ragione. Ed è da questo punto di vista che si deve guardare all’ultima uscita di Jim Blanco, che non è nuovo a profezie di sventura su Bitcoin e sul mondo crypto. Al centro della discussione, ancora una volta, gli ETF Bitcoin Spot, un successo tra i più importanti della storia per il mondo degli ETF negli Stati Uniti che ha però partorito anche un buon numero di vedove.

Vedove chiaramente in senso figurato: un insieme relativamente eterogeneo di analisti, di specialisti, di commentatori da social, che non riescono a darsi pace del fatto che il lancio è stato un successo. E che ora cercano di inventare nuove narrative per preoccupare i mercati, o chi si sta avvicinando per la prima volta a Bitcoin.

L’analisi che è stata pubblicata ieri da Jim Blanco, in realtà assai lunga e articolata, parla della possibilità che la presenza stessa degli ETF aumenterà la volatilità di un asset già volatile di suo. E questo perché tali prodotti avrebbero attratto solo i degen, i trader da strapazzo pronti a liquidare miliardi anche nel giro di pochi secondi. E sì, vieni a parlarne con noi anche sul nostro Canale Telegram!

L’analisi di Jim Blanco e le risposte più convincenti alle sue profezie di sventura

Andiamo con ordine. Il post su X di Jim Blanco parte dall’analisi di due diversi ETF, entrambi su SPX500. Uno è gestito da Vanguard, l’altro da SPDR. E l’andamento degli AUM, che puoi verificare tu stesso nel post che ti alleghiamo, è stato enormemente diverso.

Qual è il punto di questa comparazione? Semplice: dalla partita degli ETF su Bitcoin si sono già tirati fuori gestori come Vanguard, Citi, UBS, LPL. E quindi, dato che Vanguard in particolare sarebbe l’intermediario più apprezzato dagli investitori più tranquilli e di lungo periodo, questo significherebbe che dentro gli ETF siano finiti per ora solo i denari di chi specula sul brevissimo periodo.

Più nello specifico: l’enorme quantità di denaro, anche 500 milioni al giorno nell’ultimo periodo, che sono arrivati negli ETF Bitcoin, sarebbero denari pronti a sparire nel caso in cui Bitcoin dovesse perdere terreno in termini di prezzo.

La fuoriuscita immediata da questi prodotti in caso di crisi del prezzo finirebbe per esacerbare suddetta crisi e dunque per rendere Bitcoin ancora più volatile di oggi.

Qual è il problema? Cosa succede al prossimo calo (a prescindere da quando avverrà), quando 1 miliardo vorrà uscire dagli ETF in un giorno o in poche ore? Sono ordini di mercato che non badano al prezzo e che devono essere eseguiti immediatamente, a qualunque punto di prezzo.

Il discorso parte però da un assunto, da un grafico che rappresenta due diversi ETF su SPX500, che vorrebbero dimostrare come solo Vanguard riesce a attirare investitori di lungo periodo, cosa che sarebbe dimostrata dal fatto che l’altro ETF a grafico, quello di SPDR, non è cresciuto linearmente.

C’è un fatto fondamentale anche per giudicare questa analisi: in realtà i due prodotti di cui sopra sono molto diversi l’uno dall’altro, a partire dalle commissioni.

  • Non è vero che solo Vanguard…

Per quanto sarebbe certamente più soddisfacente avere anche Vanguard a bordo, non è vero che è l’unico intermediario che riesce a raccogliere pensionati e investitori di lungo periodo. Fidelity, che ha il suo ETF, è per specie di investitori quasi identica, come confermato dagli addetti ai lavori.

Jim Bianco e i primo calo post ETF

Per giudicare l’analisi che sta preoccupando in molti alla luce anche di chi l’ha preparata, va segnalato questo non troppo vecchio tweet, sempre dello stesso autore, sempre sullo stesso tema, quello degli ETF.

Gli ETF Spot Bitcoin hanno iniziato il trading l’11 gennaio, quando il prezzo era di 49.020$, 10 minuti dopo l’inizio del trading. Due settimane dopo, il sell the news ha portato a una correzione del 21% e non mostra segni di bottom. Questo non sembrerà granché ai trader “degen”, ma agli investitori normali che arrivano per la prima volta nelle crypto, è come averli truffati. Hanno già avuto delle enormi perdite, mentre avrebbero potuto investire in SPY o QQQ e godersela. Il mondo crypto affronta ora il rischio reale di vedere il suo sogno nella finanza tradizionale svanire. Cosa può salvarlo? Tornare a 49.000$. Quanto ci vorrà? E se dovesse volerci 1 anno?

Possiamo rispondere già a Jim Blanco: ci è voluto molto poco. Siamo già a 52k e chi è entrato, a qualunque livello di prezzo, nell’ETF, è ora in forte guadagno. Occhio dunque, per quanto formulare affermazioni in forma di domanda potrebbe mettere al riparo da eventuali contestazionmi future, a chi scrive e perché.

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