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Anche Banca d’Italia contro aumento tasse al 42% su Bitcoin e crypto

A quanto pare neanche Bankitalia è d'accordo sull'innalzamento delle tasse su Bitcoin e crypto.

Anche Bankitalia sarebbe contro l’aumento della tassazione sulle criptovalute e Bitcoin al 42%. Secondo quanto è stato ripreso da ANSA, sul tema sarebbe intervenuto direttamente Andrea Brandolini, vice capo del dipartimento di Economia e Statistica della Banca d’Italia. Occasione è stata l’audizione sulla manovra finanziaria di fronte alla Commissione Bilancio di Camera e Senato.

Una presa di posizione che forse in pochi si aspettavano, dati i pessimi trascorsi tra mondo Bitcoin e crypto e l’attuale governatore dell’istituto, fino a poco tempo fa in BCE e tra i più agguerriti contestatori della bontà del mondo che copriamo ogni giorno su Criptovaluta.it.

Altra curiosità: per ora l’unico parere a favore di un aumento della tassazione è arrivato da Cornelli di Consob. A livello politico, tutti i partiti con l’eccezione di Fratelli d’Italia si sono già pronunciati – come abbiamo riportato in diverse nostre esclusive contro il provvedimento.

Parere non decisivo, ma comunque importante

Non è Banca d’Italia a decidere cosa andrà inserito in manovra e cosa no, ma è comunque un allargamento delle barricate che si sono formate contro il provvedimento che porterebbe la tassazione sulle plusvalenze crypto dal 26% al 42%.

Intanto però dietro le quinte iniziano a circolare voci particolari, che indicano anche la possibilità di un nuovo accordo, che potrebbe favorire i detentori di lungo periodo rispetto ai trader. Voci che però sono ancora da confermare e che non hanno ancora un volto ben definito.

Un regalo per chi vive fuori dalle norme italiane

Il tema rimane quello del regalo: secondo Brandolini un aumento della tassazione così repentino potrebbe spingere i soggetti che avevano scelto di regolarizzarsi a tornare o comunque dirigersi verso scambi extra UE e dunque lontani dal vigile occhio del Fisco italiano.

Posizione che avevamo fatto anche nostra, proprio su queste pagine, e che sembra essere l’argomentazione più forte contro una tassa che, almeno sulla carta e secondo le dichiarazioni rilasciate, non piace davvero a nessuno.

Ora resterà da svelare l’altro arcano: chi si è preoccupato di inserire tale aumento nella Legge di Bilancio, tra le altre cose senza comunicarlo ai partiti di maggioranza, dei quali due su tre si sono detti da subito contrari all’aumento?

Misteri della politica (italiana?) che forse nessuno sarà in grado di risolvere. Al contrario di quanto avviene sulla blockchain di Bitcoin, a quanto pare non è necessario firmare nulla, almeno ai piani più alti della politica, quelli che potrebbero presto creare l’ennesimo deserto in Italia.

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Davide
Davide
1 mese fa

è il colmo proprio dai paladini dei consumatori…..