Arrivano anche i dati sui prezzi ai produttori, quel PPI che in pochi prendono sul serio e che non è certamente uno degli indicatori preferiti da parte di Federal Reserve. Tuttavia sono numeri più che buoni, che spostano il tiro alla fune leggermente di più nel campo di Donald Trump.
Ci sono già le condizioni economiche per pensare ai tagli? No, tuttavia il dato aiuta almeno in parte la Casa Bianca a portare avanti, con le buone o con le cattive, i suoi propositi: avere più tagli di quelli preventivati e averli possibilmente subito.
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PPI più basso delle aspettative: l’inflazione non morde?
Troppo presto per dirlo, anche perché ormai di analisi economica è rimasto molto poco e anzi troppo poco. La questione riguarda anche Bitcoin e il settore alt e per questo motivo sarà il caso comunque di analizzarla, per capire cosa sta succedendo e cosa possiamo aspettarci che accada nel corso delle prossime settimane.
- Che cos’è il PPI
È il dato pubblicato oggi, riguarda i prezzi praticati ai produttori ed è in genere un discreto precursore dell’inflazione per il consumatore finale, che è poi ciò che interessa di più Federal Reserve.
- Che tipo di dati abbiamo avuto?
Abbiamo avuto dati al di sotto delle aspettative, il che vuol dire che i prezzi sono saliti meno di quanto ci si aspettasse. È qualcosa di positivo? Sì, perché almeno in linea teorica ci avvicina di più all’ipotesi tagli. Vale la pena però di sottolineare che non si tratta di un dato ancora decisivo.
- Jerome Powell il politico
Ci sarà ora chi accusa Jerome Powell di aver tagliato, con gli stessi dati, di ben 50 punti base prima delle elezioni. I sostenitori di Powell diranno che in quel caso era la traiettoria a contare più che il dato secco. Vale la pena di ricordare anche in questo caso… che la traiettoria è pressoché identica.
- E allora perché non taglia?
Perché Fed dalle proprie proiezioni ritiene che ci sarà un rimbalzo dell’inflazione e perché non è questa la misura dell’inflazione che interessa di più.
- Cosa vuol dire per Bitcoin e crypto?
Per Bitcoin e crypto questo vuol dire che dovremo portare pazienza. I tagli ai tassi sarebbero positivi per questa categoria di asset e però difficilmente arriveranno a luglio, a meno di clamorose sorprese.
Ce ne saranno forse 2 da qui a fine anno, e per i più ottimisti 3.
- Le previsioni delle grandi banche d’affari
È periodo di trimestrali per le banche e così possiamo avere anche il loro sguardo privilegiato sull’economia e sui tagli. Sia BoFA sia JPMorgan ritengono che ci saranno 2 tagli da qui a fine anno – o almeno quelli hanno messo in cantiere nelle loro previsioni, che riguardano nel loro caso anche i possibili guadagni su determinate categorie di prodotti.
C’è chi, come Goldman Sachs, ritiene invece che ce ne possano essere tre. Lo scarto tra le due posizioni sarà colmato però da questioni principalmente politiche.
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