Il PIL USA ha offerto risultati più incoraggianti delle già rosee aspettative. Gli analisti si erano divisi tra un +2,4% e un 2,5%, mentre il risultato è stato di un +3,0% trimestre su trimestre. È un dato che certamente non invita ai tagli ai tassi di interesse e che per questo potrebbe piacere poco ai mercati. Una situazione di difficile lettura, con Bitcoin e crypto che si erano avvicinati al dato con una correzione relativamente importante, soprattutto nel settore altcoin.
Nel complesso il dato si inserisce in modo positivo in quella che è la teoria che sosteniamo da tempo su questo giornale: è e rimane di enorme importanza un soft landing, ovvero un ritorno verso tassi più bassi in assenza di recessione. Il dato di oggi conforta questo desiderio, per quanto in molti preferirebbero tagli ai tassi importanti anche tra le macerie.
PIL molto forte negli USA
È un dato inequivocabile. Il 3%, anche se comparato a un trimestre falsato da anomalie sui dati dell’import/export – è un dato importante che fotografa un’economia tutto sommato in salute, nonostante in tanti si siano affannati a chiamare il disastro dopo diverse manovre eterodosse del governo USA.
Il dato andrà approfondito nelle sue componenti, cosa che faremo anche giovedì alle 21:30 in diretta sul nostro Canale YouTube. Metti un promemoria qui per la diretta.
La prima lettura che si può dare del dato riguarda la possibilità di tagli ai tassi di interesse. Per questa sera la cosa sembrerebbe essere completamente esclusa, dato che era già molto poco probabile prima di un dato di questo tipo.
I tagli ai tassi vengono infatti effettuati quando ci sono condizioni economiche molto diverse da quelle che abbiamo di fronte: ovvero quando l’economia rallenta e quando la crescita dei prezzi (l’inflazione) non è più una preoccupazione.
Nessuna delle due condizioni di cui sopra si è verificata e dunque con ogni probabilità questa sera dovremo ascoltare un Powell ringalluzzito dall’aver avuto ragione, anche se fino a un certo punto.
Letture politiche e letture economiche
La maggiore difficoltà per chi opera adesso sul mercato non riguarda la lettura di dati spesso difficili da tenere in un unico sistema coerente, ma riguarda più la difficoltà del separare letture politiche da letture più schiettamente economiche.
Detta in modo più semplice: in realtà abbiamo diverse incertezze sulle quali in molti si sono espressi con sicumera pur non avendo dati ancora a disposizione.
La lettura del PIL americano di oggi ci ricorda invece che come il più capriccioso dei bambini, spesso l’economia fa quello che vuole, anche contro le previsioni.
A prescindere dalle reazioni di breve, si tratta di un dato che a nostro avviso va interpretato in modo 100% positivo. Niente recessione (ancora) negli USA vuol dire che un cammino verso il ritorno alla normalità esiste ancora.
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