Il mondo crypto è la patria dell’innovazione finanziaria in ambito digitale: è qui che nascono molte delle sperimentazioni più originali ed audaci, che mirano a riscrivere il modo con cui ci rapportiamo al denaro e agli investimenti. Nel corso dell’ultimo decennio abbiamo assistito ad un profondo cambiamento del settore, con cui sono stati introdotti nuovi trend e nuove tecnologie che oggi cercano di affrontare lo scoglio dell’adozione mainstream.
Tuttavia la strada, a differenza di come ce la raccontano i fuffa guru e i perma-bull, è ancora in salita. Ci vorranno anni prima che questa nicchia riesca davvero a espandersi e approdare nei contesti quotidiani, dove non ci compaiono solo i classici “early adopters” ma anche utenti comuni ed imprese tradizionali.
Ecco, in questo articolo vogliamo fare un salto nel futuro, ed immaginarci, con gli strumenti che abbiamo e sulla scia della strada che è stata tracciata finora dagli addetti ai lavori, come evolverà l’intero ecosistema. Lo scopo è capire dove stiamo andando, e allo stesso tempo dove sarebbe opportuno focalizzarsi per costruire, oggi, ciò che potrà fare davvero la differenza domani.
Il mondo crypto è ancora pieno di lacune: 5 direzioni per un futuro di successo!
Non possiamo di certo affermare che gli sviluppatori non abbiano creato nulla di rilevante nel contesto delle crypto negli ultimi anni, ma manca ancora qualcosa. Il settore sta migliorando enormemente in termini di efficienza del capitale, ma è ancora troppo concentrato ad offrire servizi e prodotti circoscritti alla nicchia dei “crypto native”, piuttosto che pensare a come poter inglobare milioni, se non miliardi, di nuovi possibili utenti.
Ci sono troppe barriere conoscitive che allontanano i meno esperti ed i meno curiosi, con una sovrabbondanza di applicazioni e di blockchain che rischiano di creare confusione, frammentando liquidità, attenzione e fiducia. Ecco invece le 5 direzioni che potrebbero aiutare il mondo crypto a fare il vero salto di qualità.
1- Un’unica interfaccia wallet per la custodia delle crypto
Scordatevi un futuro dove milioni di persone, ad oggi incapaci di pagare in autonomia anche un semplice F24, riusciranno a gestire contemporaneamente 10 estensioni di software wallet differenti. Noi degen ormai ci siamo abituati, e ci sembra quasi “normale” utilizzare un portafoglio dedicato per ogni chain o ecosistema: uno per Bitcoin, uno per Ethereum, un altro ancora per Solana e così via per altre reti come Cosmos, Sui ed Aptos.
Se realmente vogliamo che le crypto arrivino anche ai segmenti più ampi della popolazione, serve un’unica interfaccia semplice, intuitiva e cross-chain, capace di astrarre la complessità tecnica sottostante. Un solo wallet per interagire con tutte le reti, e potenzialmente anche un sistema per la gestione semi-custodial delle chiavi private, senza lasciare eccessive responsabilità all’utente finale.
Ci stiamo già a quest’ultimo punto con la feature dell’account abstraction su Ethereum, ma serve ancora qualcosa di più coordinato e pensato su misura per l’investitore domestico che non capisce nulla di crypto.
2- Una DeFi dove non devi andare a caccia di rendimenti da solo
Anche qui, noi degen ci distinguiamo per il modo con cui ci divertiamo ad andare alla ricerca delle migliori opportunità di yield in DeFi, ma non possiamo pretendere che l’utente medio abbia la stessa nostra voglia, e capacità, di monitorare decine di applicazioni differenti. La ricerca del rendimento e le varie interazioni dovrebbero essere piuttosto incorporate all’interno dell’esperienza stessa, senza costringere l’utente a passare da un protocollo all’altro.
In un certo senso, la finanza decentralizzata deve diventare “invisibile”, o quantomeno automatizzata, proprio come accade nella finanza tradizionale. Su strumenti come conti deposito o bond l’unica cosa che l’utente deve fare è scegliere un profilo di rischio iniziale.
Pure in questo caso, stanno nascendo delle soluzioni che vanno in questa direzione, permettendo di gestire tutto il farming attraverso un solo click. Ma si tratta di applicazioni dedicate a singoli ecosistemi e non in grado di farlo in modo cross-chain su tutta la DeFi.

3- Uno strumento di onboarding fiat più semplice ed immediato
Forse questo è il punto dove siamo più in vantaggio, dove già oggi troviamo una miriade di servizi in grado di collegare il mondo crypto dalle valute fiat tradizionali. Grazie all’ausilio degli exchange e della crescente introduzione di ponti on-ramp anche da parte dei servizi decentralizzati, entrare in questo settore è diventato molto più semplice rispetto ad anni fa.
Abbiamo molta scelta tra carte di credito, bonifici bancari ed altri metodi di pagamento per fare il primo passo, seppur dovendosi inevitabilmente piegare alle logiche della KYC. Ad ogni modo manca ancora un’esperienza fluida e veramente unificata, che possa essere allo stesso tempo facile come PayPal, conveniente come Binance e compatibile con qualsiasi banca o conto, senza limitazioni di alcun tipo.
4- Un trading molto più liquido ed indirizzato ad equity oltre che a crypto
Si sa, il trading è indubbiamente il caso d’uso più rilevante del mondo crypto, nonché quello che porta così tanto interesse dall’esterno, vista la possibilità di speculare e trarne un vantaggio economico. È anche il motivo per cui il business degli exchange rimane ad oggi quello più remunerativo del settore. Il denaro non dorme mai, e ci sarà sempre qualcuno pronto a scommettere sul futuro di un qualsiasi evento, crypto o non.
C’è però un problema di fondo nella nostra attuale struttura di mercato: non tutte le borse sono abbastanza liquide da ospitare milioni di dollari di scambi, e nella maggior parte dei casi, salvo i token più conosciuti, c’è una forte frammentazione che ostacola l’ingresso dei big money.

Nella nostra modesta visione, in futuro gli exchange continueranno ad esistere ma ci sarà una maggiore convergenza tra liquidità on-chain e centralizzata, così come inizieranno ad essere sempre più scambiate equity tokenizzate, che ad oggi ancora rappresentano una fetta minuscola degli scambi sull’azionario.
5- Un’esperienza mobile con UX più semplice e con meno supercazzole
Questo si collega in parte al punto 1 in cui parlavano di un’unica interfaccia per i wallet, che riguarda in modo più ampio tutte le interazioni che andiamo a compiere con le crypto. Nel mondo reale quando clicchiamo un interruttore della luce, non ci chiediamo quali meccanismi meccanismi fisici o circuiti ci siano dietro: ci aspettiamo che la luce si accenda o si spenga, punto.
Ecco lo stesso dovrebbe avvenire su nuove DApp, possibilmente adatte ad un uso da mobile (dove la maggior parte delle persone passa ad oggi il proprio tempo libero), con ogni azione che viene semplificata al massimo. Non aspettatevi di raggiungere il target mainstream con termini come gas fees, approvazione smart contract, liquidity pool, RPC, o altre menate da nerd.
Per noi malati di crypto è pane quotidiano, ma là fuori c’è gente che non sa nemmeno allacciarsi le scarpe, e noi dobbiamo essere pronti ad accogliere anche loro. Solo quando l’esperienza sarà fluida, invisibile e accessibile anche al boomer col telefono in mano, potremo davvero parlare di adozione, ma forse a quel punto vorremmo tutti tornare indietro quando si stava peggio.
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