Tra le opportunità più affascinanti del mondo crypto c’è sicuramente la possibilità di mettere a rendita le proprie stablecoin nelle varie applicazioni DeFi. Storicamente il mercato degli asset digitali è conosciuto per la predisposizione degli utenti a ricercare rendimenti elevatissimi in tempi ridotti, spesso accettando livelli di rischio molto alti.
Tuttavia negli ultimi anni, complice una crescita dell’intero comparto della finanza decentralizzate, sono nate diverse strategie più caute e strutturate, capaci di generare guadagni contenuti ma comunque molto più appetibili rispetto a quanto offerto dal mondo dei bond e dei conti deposito della finanza tradizionale.
C’è però da sapere come muoversi e conoscere i principali criteri con cui valutare le diverse opportunità. Ecco perché in questo articolo ti spieghiamo tutto per riuscire a muoverti autonomamente alla ricerca delle migliori farm
Farm stablecoin: il primo passo è diversificare
Se vuoi imparare ad impiegare il tuo capitale in DeFi per ottenere dei rendimenti più o meno stabili, il primo passo è quello di diversificare la liquidità disponibile nelle stablecoin più forti e sicure. Evitate porcate come stable algoritmiche ( ad esempio l’ex UST di Terra/Luna) e monete senza adeguate riserve a collaterale del peg.
Sicuramente potete dedicare una quota importante alle prime due in classifica, USDT ed USDC, entrambe overcollateralizzate, e ampiamente diffuse nel settore crypto. Se vi spaventa l’idea di collocare un capitale su questa stablecoin (spaventati magari dalle accuse infondate della stampa mainstream), pensate che Tether, la società che gestisce USDT, ha più fondi in gestione di quelli di una qualsiasi banca di medie dimensioni in Italia.
Altre stablecoin valide con cui diversificare le posizioni possono essere USDe di Ethena, attualmente terza in classifica dopo un’espansione molto importante, USDS di Sky Protocol ( ex makerDAO), e FDUSD emessa da First Digital. Ce ne sarebbero molte altre da prendere in considerazione però possiamo fermarci qua per un approccio più safe e meno degen. Ricorda anche di diversficare tra le varie strategie che vedremo successivamente, e non di fare mai all-in su un singola pool.

Come trovare le opportunità di farm stablecoin in DeFi?
In DeFi è pieno di pool dove poter mettere a rendita le proprie stablecoin: bisogna solo sapere dove cercare. Per semplificare, potete cercare direttamente nella dashboard delle “yield strategies” di DeFiLlama, filtrando per le monete su cui vi interessa costruire una strategia.
Troverete in fila le migliori opportunità divise per pool, progetto, TVL, e rendimento atteso. Al momento, come mostrato nell’immagine, ci sono buone occasioni su Ethena mettendo in stake USDe all’8,75% e su Maple Finance depositando in lending USDC al 6,95%, a cui si aggiungono rendimenti extra del 2,2% pagati nel token di governance della piattaforma.
Cliccando su ogni singola pool, potete vedere un punteggio di rischio dato da DeFiLlama ed osservare l’andamento del rendimento, che come ben sappiamo, non è stabile nel tempo ma varia in base alla liquidità presente e ad altri fattori esterni.

Chiaramente queste sono strategie “semplici”, che richiedono solo un interazione con il protocollo DeFi, senza dover svolgere operazioni aggiuntive. Esistono però anche soluzioni più complesse, e conseguentemente anche più remunerative.
Strategie di yield pro in DeFi con le stablecoin
Tra le combinazioni più interessanti da poter sfruttare in DeFi con le stablecoin, ne distinguiamo due in particolare: l’utilizzo del prestito con i protocolli di lending e l’uso delle posizioni delta neutral.
1. Prestito e riutilizzo della leva
Nel primo caso, si tratta di depositare una stablecoin su protocolli come Aave, Morpho, o Spark, ottenendo in cambio un rendimento passivo e la possibilità di prendere in prestito un’altra stablecoin. La moneta presa in prestito può poi essere reinvestita in altri protocolli DeFi per ottenere un rendimento superiore al tasso di borrow, generando così un profitto netto sulla differenza.
Questa strategia richiede però una buona conoscenza dei tassi applicati e dei rischi coinvolti: ad esempio, se il rendimento sul deposito secondario scende sotto il costo del borrow, la strategia diventa rapidamente sconveniente.
Il “trucco” a volta è quello di prendere in prestito le stable con il tasso di borrow più basso rispetto a quelle disponibili, per poi swappare in un altra stable che offre rendimenti sui depositi maggiori in DeFi ( es.borrow di USDT, poi cambi in USDe e metti a rendita su Ethena)

2-Posizioni delta neutral con funding rate
Nel secondo caso, si parla di una strategia delta neutral, probabilmente più semplice da gestire e più adatta a chi vuole evitare l’uso della leva sul lending o l’esposizione alla volatilità.
Come funziona? Si parte da una posizione cash in stablecoin e si sceglie un asset con funding rate positivo (es. ETH, BTC, SOL o altro). A quel punto si compra l’asset spot (es. 1 ETH), e si apre una posizione short su futures con leva 1x, con la stessa size (1 ETH).
Così facendo l’esposizione netta al prezzo diventa nulla: se il prezzo sale, si guadagna sullo spot ma si perde sul future, e viceversa. Tuttavia, si incassa il funding rate, che viene pagato ciclicamente dalla parte long a quella short quando il mercato è in trend rialzista.
Questa strategia, se ben impostata, consente di ottenere rendimenti più o meno stabili nel tempo senza subire la volatilità dell’asset sottostante. Il funding rate varia nel tempo e può essere monitorato in tempo reale su piattaforme come Coinglass. Per andare short, potete farlo su piattaforme come Hyperliquid, Bybit, Binance, OKX o Bitget, in base a dove trovare il funding più elevato.

I rischi del farming stablecoin
C’è ovviamente da tenere in considerazione che queste strategie non sono esenti da rischi, anche se significativamente inferiori rispetto a quelli legati alla volatilità degli asset più speculativi.. In primo luogo, quando si interagisce con un protocollo DeFi, bisogna sapere che c’è un rischio di controparte: per farla semplice, se il codice della piattaforma viene bucato, rischi di perdere gli asset depositati.
Inoltre, quando si implementano strategie più complesse, come quelle descritte in precedenza, emergono ulteriori fattori di rischio. Ad esempio, nel caso del lending, esiste la possibilità di essere liquidati: se il valore del collaterale scende sotto una certa soglia rispetto all’importo preso in prestito, la posizione può essere liquidata automaticamente dal protocollo. Nel caso delle stablecoin questo rischio è molto ridotto, ma non del tutto assente, soprattutto in caso di depeg improvvisi.
Infine, c’è il “rischio” legato alla variabilità dei rendimenti: molte strategie DeFi offrono guadagni che non sono fissi, ma dipendono da condizioni di mercato, incentivi temporanei o cambiamenti nei tassi (come il funding rate o il borrow rate). Dunque una strategia inizialmente profittevole potrebbe diventare svantaggiosa nel tempo.
Altre considerazioni fondamentali per gestire il rischio
Se non vi volete assumere particolari rischi, o se non avete molta esperienza in DeFi, limitatevi ad operare con strategie semplici come il semplice lending (senza assumere prestiti) o lo staking. Allo stesso modo, se il vostro obiettivo primario è proteggere il capitale piuttosto che generare grossi rendimenti, utilizzate le piattaforme più rodate e che hanno uno storico alle spalle, come Aave e Pendle.
Se invece vi piace cimentarvi in situazioni più complesse, come il borrowing o il delta neutral, cercate quantomeno di implementare queste misure aggiuntive:
– non usate mai il massimo del LTV, ma lasciate un buon 10-15% in caso di depeg. Se si verifica un depeg di pochi punti, accettate le perdite ed uscite piuttosto che rischiare la liquidazione.
– Nel caso del delta neutral controllate almeno una volta al giorno l’andamento dei funding rate e settate un allert per la liquidazione dello short ( cercate di chiuderla prima per evitare le fees di liquidazione) Se venite liquidati non è un problema perchè al contempo avete guadagnato la stessa cifra con il long spot, ma chiudete quella posizione per stabilizzare la strategia, per poi eventualmente riaprirla successivamente.
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