L’Europa prova a fare le barricate contro la prepotenza Bitcoin e crypto, che ora trova sponde e aiuti anche dalla Casa Bianca. Tra i generalissimi della resistenza non solo l’italiano Piero Cipollone, BCE, impegnato in una campagna para-elettorale a sostegno dell’euro digitale.
Troviamo dallo stesso lato della barricata, infatti, anche Paolo Savona, presidente di CONSOB, che oggi ha pubblicato su Milano Finanza un relativamente lungo editoriale a tema crypto, definendo il settore un attentato alla democrazia. Su diversi punti, almeno ad avviso di chi vi sta scrivendo, ha ragione da vendere, almeno nell’analisi. Difficile trovarsi d’accordo con lui però sugli obiettivi – che sono evidentemente diversi dai nostri e da quelli degli appassionati del settore. Su altre questioni, non ce ne voglia il presidente di CONSOB – riteniamo che ci sia qualche imprecisione.
Tutte le preoccupazioni di Paolo Savona
È noto che Paolo Savona non sia un grande estimatore né di Bitcoin né tantomeno del mondo crypto. Alcune delle sue preoccupazioni sono in realtà condivise anche da chi, come me, si occupa di questo settore da anni. L’editoriale di Savona è stato pubblicato su MF in versione cartacea, e trattandosi di riproduzione riservata, ne riporteremo, parafrasandoli il meno possibile, gli aspetti più interessanti.
- Legittimazione crypto negli USA è anti-democratica
Paolo Savona solleva un problema: il governo USA attuale, guidato da Donald Trump, ha aperto alle crypto senza avvisare, preventivamente, l’elettorato. Dice Savona che la legittimazione delle crypto sarebbe infatti avvenuta senza avvertire gli elettori.
In realtà Donald Trump ha basato una parte considerevole della sua campagna elettorale proprio su una maggiore apertura al mondo crypto e Bitcoin. Ha partecipato al Bitcoin 2024 con promesse precise, che ha in parte mantenuto. Si è espresso più volte in toni favorevoli sul tema e se c’è qualcosa da contestargli sul punto è di aver esagerato quanto avrebbe poi fatto davvero in termini di riserva.
Può certamente non piacere la sua apertura (anche chi vi scrive ha sentimenti contrastanti), ma certamente non sono mancati avvisi all’elettorato.
- Mercato contro democrazia
Paolo Savona ha una concezione della democrazia che è poi quella ampiamente condivisa dalla filosofia politica europea: politica più importante del mercato, decisioni della collettività più importanti di quelle del singolo.
Questione che è politica – e dunque può essere condivisibile o meno. Tuttavia mi preme ricordare che la partecipazione a Bitcoin è libera, che le regole del network sono uguali per tutti e che non è chiaro come, quando e perché Bitcoin sia un rischio per la democrazia.
- Crypto non sono scarse
In senso economico, nel senso di limitate. Sul tema Savona ha ragione e in realtà ripercorre una delle questioni tanto care ai bitcoiner (contro il mondo crypto alt). Chiunque può creare una sua crypto e questo rende l’insieme generico degli asset digitali pressoché infinito.
Tuttavia questo meccanismo non è diverso da quello delle società per azioni: chiunque, con capitali ridotti, può creare una sua azienda, quotarla, e rendere pressoché illimitato l’insieme delle azioni che si possono acquistare. Nessuno però si sognerebbe di dire che le azioni ENI sono della stessa specie di una penny stock quotata su un mercato secondario.
Discorso ancora diverso per Bitcoin: è scarso, lo ammette anche Savona, e non ce ne saranno mai più di 21 milioni.
- Subprime
È forse la parte più contestabile dell’approfondimento di Savona, che afferma:
Se le crypto vengono usate come investimenti di risparmio acquisiscono un debitore intrecciandosi con le attività finanziarie tradizionali, mascherando così la loro vera natura anarchica, come accaduto per i crediti subprime mescolati con titoli prime, che hanno creato nel 2008 un’ennesima crisi sistemica della storia economica dell’umanità
È comprensibile agitare la crisi del 2008 – che tutti ricordano ma che in pochi capiscono – per parlare genericamente di rischio. Diverso però è associarla alle crypto, che hanno mille difetti, ma che sono estremamente lontane da avere la rilevanza che quei prodotti ebbero negli anni ‘2000. Prodotti che furono creati da banche d’affari più he regolari, di quelle che, utilizzando il linguaggio di Savona, sono tutto fuorché anarchiche.
- Il campo dei Miracoli
Paolo Savona ha ragione da vendere su un punto specifico. Viene bollato come retrogrado chiunque si schieri contro il settore, anche quando le critiche sono razionali.
Una preoccupazione che condividiamo – specialmente per gli aspetti più deteriori di un sistema dove in troppi creano lotterie mascherandole da progresso finanziario.
Tuttavia se si devono muovere critiche, sarebbe il caso di farle in modo misurato, senza un tam tam esasperato come quello che arriva da BCE, senza agitare spauracchi poi poco basati sulla razionalità. Sempre ad avviso di chi vi scrive.
Meglio guardare all’arrosto
Uno dei problemi più grandi del settore crypto è che da entrambi i lati della barricata – quello pro e quello contro – si alzano colonne di fumo che finiscono per nascondere poi questioni più autentiche, o per dirla in modi più spicci, l’arrosto.
Il mondo crypto – che è un enorme calderone all’interno del quale possiamo trovare di tutto – ha tanti problemi. Agitarne di inesistenti non sappiamo quanto possa giovare alla causa di chi chiama gli altri all’attenzione.
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I furbetti hanno ancora gioco facile nel fare di tutta l’erba un fascio… e certo, diventa facile sparare a zero su un settore nel quale nascono centinaia di memetoken ogni giorno, addirittura “blockchain” basate su memetoken, token creati da un’app che permette di creare memetoken, token creati da influencer per far soldi a spese dei propri follower – e chi più ne ha più ne metta. Finchè la conoscenza del cittadino medio in ambito cripto continuerà ad essere prossima allo zero, Savona Panetta e compagnia cantante continueranno ad avere una buona probabilità di farsi seguire dal gregge nei loor strali.
Sul discorso “non democratico” mi viene da ridere… lasciar scegliere alla gente cosa fare con i propri soldi è “non democratico”? Buono a sapersi.
L’unico aspetto che potrei capire è una mossa contro il gioco d’azzardo cripto. Premetto che non ho nulla contro il gioco d’azzardo, anzi lo amo perchè è davvero una tassa sulla stupidità delle persone… e più tasse pagano gli altri, meno tasse pago io. Quindi viva viva il gioco d’azzardo, se guardo il mio orticello. Tuttavia il gioco d’azzardo ha un costo sociale (esattamente come guidare senza cinture, fumare, drogarsi eccetera eccetera)… poi a ‘sti poracci che si rovinano bisogna pagargli l’assistente sociale, fanno casino coi figli, derubano i nonni, pichiano le vecchiette; il gioco d’azzardo ha un impatto negativo sulla società. E allora lo tassiamo per pagare le cure per i malati di ludopatia (facciamo finta di crederci che quei soldi vadano davvero lì, dai). Con “gioco d’azzardo cripto” non intendo i casinò cripto (ce ne sono), intendo memetoken e leve. Se sono tassati il lotto, i Gratta&Vinci, le scommesse eccetera eccetera, sempre perchè il gioco d’azzardo ha un costo sociale, cosa aspettiamo a tassare per davvero questi cripto-azzardi? Ce ne sono molte di persone che si rovinano così, sempre di più, sempre più giovani, e la cosa peggiore è che non si accorgono di essere dipendenti. Versano 200 euro, leva 10x, perdono tutto. Poi ripetono, magari vanno in attivo di 1000 euro, e cosa fanno? Ritirano? Macchè, leva 20x per diventare milionari. E invece perdono tutto. Quando hanno altri 100 euro da parte… ricominciano.
Questo voi come lo chiamate? Non è azzardo? Non è ludopatia? Ok, va bene; allora cos’è? Non ne conoscete nessuno di questi? Buon per voi, ne conoscerete a breve, credetemi!
Viviamo però in un paese in cui si predica bene e razzola male, si incentiva il gioco d’azzardo per poi poterlo tassare… è ovvio, questi provvedimenti non li faranno mai.
Continueranno a dire “buuu cattivo Bitcoin, è gioco d’azzardo, è rischio sistemico, è volatile, è moneta da truffatori e pedofili!” e portare avanti euro digitale, KYC ovunque e telecamere anche nei cessi; ma lasceranno al tempo stesso prosperare leve 100x, Corona che fa memetoken e troiate simili.
Ovviamente con 33%/42%/80% di capital gain su Bitcoin appena possono… sia mai che si lascino scappare una gabella, eh!