Bo Hines, a capo della task force crypto del governo degli Stati Uniti, ha annunciato ieri le sue dimissioni, per tornare al settore privato. C’è già un sostituto, Patric Witt, che era suo vice all’interno della medesima task force. Non sono ancora chiare le motivazioni di questo avvicendamento.
I risultati ottenuti per ora dalla task force, a sei mesi dal suo insediamento, sono apparsi come modesti, in particolare per quanto riguarda la riserva in Bitcoin che era stata promessa e che però si sta muovendo con lentezza rispetto anche agli stessi traguardi fissati da Donald Trump.
Bo Hines molla: cosa sta succedendo?
Le dimissioni sono state già confermate da Bo Hines, che ha affidato a X un breve messaggio di addio, dove conferma la convergenza comunque del suo impegno con quello della task force.
Bo Hines era stato nominato al vertice della Crypto Task Force di Donald Trump, una task force del governo al quale erano stati affidati compiti ben precisi: individuare il percorso migliore affinché gli USA diventassero il centro nevralgico del mondo crypto e al tempo stesso cercare di risolvere l’annosa questione delle riserve in Bitcoin e in altre crypto.
Riserve che erano state promesse durante la campagna elettorale, poi ridimensionate a divieto di vendere Bitcoin e crypto già in possesso del governo USA.
A sei mesi dall’avvio delle operazioni della task force i risultati sono invero assai modesti: non solo non si sono fatti i passi avanti promessi per le riserve, ma non vi è stata neanche la conferma della quantità di BTC e crypto che sono già in possesso del governo.
QUalcosa che anche tra i fan più sfegatati del governo attualmente in carica negli Stati Uniti ha causato malumore.
Addio per il flop?
Mancano notizie dirette e anche rumors attendibili per il momento. Tutto però lascerebbe pensare ad un cambio al vertice anche per i risultati non ottenuti nel corso dei primi sei mesi.
A sostituire Bo Hines ci sarà Patrick Witt, che era già all’interno della task force ma in ruoli meno apicali.
Vedremo se ci sarà il tanto atteso cambio di passo, per un percorso degli USA nel mondo crypto che ha già prodotto significative aperture, ma che non ha soddisfatto ancora quella parte di elettorato che aveva scelto di votare per Donald Trump sperando, ad esempio, anche nell’arrivo delle riserve federali USA in Bitcoin (e in altre crypto).
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