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Cryptosmart con Regime Amministrato

ESCLUSIVA: Cryptosmart Offrirà il Regime Amministrato su Bitcoin e Criptovalute

Tutto pronto per l'integrazione del Regime Amministrato sul noto exchange italiano Cryptosmart, che semplificherà la fiscalità e pagamento delle imposte su Bitcoin e criptovalute.

Ha davvero dell’incredibile l’esclusiva che Cryptosmart, noto exchange italiano, nonché piattaforma di prim’ordine nel settore crypto, ci ha permesso di enunciare: dal 1° gennaio 2026 sarà possibile optare sul regime amministrato per Bitcoin e criptovalute. Una notizia che desta sicuramente interesse e che deriva dall’ormai nota risposta all’interpello n. 135/2025 (avente data 13 maggio), con la quale l‘Agenzia delle Entrate ha ufficializzato il via libera per l’attivazione di questo regime fiscale.

In breve, l’exchange Cryptosmart, interamente a capitale italiano e che vede la partecipazione della nota Banca Popolare di Cortona, avrà la possibilità di gestire in modo autonomo il calcolo delle imposte assoggettate alle eventuali plusvalenze dei clienti sulle attività crypto. L’exchange avrà inoltre il compito, sempre a partire dal 1° gennaio 2026, di ottemperare al versamento delle suddette imposte, secondo i termini previsti dalla legge e dalle direttive locali.

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Chi è Cryptosmart, prossimo al Regime Amministrato

Cryptosmart ama definirsi il primo exchange italiano al 100%, un vero e proprio fiore all’occhiello ed orgoglio nel nostro Paese, che continua ad acquisire sempre più quota di mercato. La sede legale della società a capo della piattaforma è sita a Perugia, con un team ed un’assistenza made in Italy. Il supporto e la presenza della lingua italiana, rappresentano di certo due importanti punti di forza rispetto alla concorrenza.

Cryptosmart integra il regime amministrato
Cryptosmart integra il regime amministrato

Al momento attuale, la piattaforma mostra un volume altissimo di scambi. L’ecosistema è ampio e chi si iscrive ha accesso immediato ad una serie di servizi su criptovalute e Bitcoin, come ad esempio:

  • Acquisto e vendita di BTC ed altre criptovalute;
  • Staking crypto su una serie specifica di asset crypto;
  • Mining di Bitcoin, tramite un sistema unico nel suo genere e con diversi incentivi proposti dalla società sulla base del periodo;
  • Assistenza per la realizzazione di un token aziendale, dallo sviluppo alla strutturazione del whitepaper, fino ad arrivare alla promozione con strategie di marketing avanzate.

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Cryptosmart ed obblighi fiscali: cosa prevede la normativa

Prima di approfondire le novità introdotte e l’imminente lancio del regime amministrato su Cryptosmart, è necessaria una rapida premessa. I possessori di criptovalute, come ad esempio Bitcoin, Ethereum, Ripple e così via, devono ad oggi rispettare determinati obblighi fiscali in fase di dichiarazione dei redditi. A seguire, alcuni punti da poter tenere a mente:

  • i soggetti, a prescindere dall’exchange utilizzato, devono compilare il quadro RW (per persone fisiche), o il quadro W all’interno del noto modello 730;
  • in caso di plusvalenza, che ricordiamo essere la differenza (positiva) tra il corrispettivo di vendita ed il costo di acquisto, bisogna applicare una specifica aliquota pari al 26%, compilando in modo parallelo anche il quadro RT (le plusvalenze possono altresì essere utilizzate per compensare le eventuali minusvalenze);
  • il versamento dell’imposta annuale, che è pari allo 0,2% del valore complessivo delle cripto-attività (in EUR), a fine anno, deve sempre essere tenuto bene a mente.

La dichiarazione delle plusvalenze, altre attività specifiche, nonché il pagamento autonomo delle imposte, fa riferimento al regime dichiarativo. In questo caso è l’investitore / trader a dover calcolare le imposte e procedere con i versamenti previsti. Ricordiamo in ogni caso che Cryptosmart dispone di una stretta partnership con Okipo, ossia un noto software italiano per la Reportistica Fiscale di cripto-attività, volto a semplificare il calcolo sui dati provenienti dall’exchange.

Cryptosmart con Regime Amministrato: cosa cambia?

Con l’arrivo del Regime Amministrato su Cryptosmart per Bitcoin e criptovalute, a partire dal primo gennaio del 2026, gli utenti registrati che adotteranno questa soluzione potranno beneficiare di una netta semplificazione degli obblighi fiscali. Gli adempimenti fiscali associati alle operazioni sulla piattaforma risulteranno infatti automatizzati. Questo lenisce il rischio di omissioni, eventuali errori e potenziali contestazioni con l’Amministrazione finanziaria.

Cryptosmart, in sintesi, potrà agire da sostituto di imposta, calcolare le imposte di ogni singolo cliente, trattenerle a monte e versarle per suo conto in modo chiaro, rapido e documentabile. Tutto ciò rappresenta un vero e proprio passo avanti per la semplificazione fiscale, che si somma ad una serie di questioni interpretative ed operative specifiche, che l’Agenzia ha esposto all’interno della sua risposta.

Trasferimenti verso wallet personali (self-custody)

Il primo aspetto che teniamo a precisare, sempre secondo le disposizioni ufficiali indicate, riguarda il trasferimento degli asset crypto dal proprio conto, verso un wallet esterno personale (definito in self-custody). Lo spostamento non costituisce in sé un evento rilevante ai fini fiscali, anche se è importante una precisazione.

Trasferimenti verso wallet personali
Trasferimenti verso wallet personali

Onde evitare che il sistema automatico imputi un’eventuale plusvalenza, il soggetto ha l’obbligo di fornire un documento che certifichi la titolarità del portafoglio di destinazione. In che modo gli utenti possono certificare e dare prova di ciò?

Alcuni esempi, relativi a documenti validi, possono riguardare: attestazioni notarili, prova crittografica associata alla proprietà, o ancora screenshot con chiavi pubbliche relative all’identità dell’utente. Eventuali documenti che non integrano elementi che possono essere verificati, così come autodichiarazioni, non possono considerarsi sufficienti. Le stesse regole valgono anche per spostamenti su portafogli intestati al soggetto ed appartenenti ad altri ipotetici exchange terzi.

Depositi di criptovalute da altri wallet

Discorso ben differente, è invece se le criptovalute vengono trasferite da wallet esterni (possono essere sia self-custodial che portafogli di altri exchange) al wallet dell’intermediario con regime amministrato. In questo caso, è possibile esporre alcuni aspetti cruciali:

  • in presenza di wallet correttamente intestati al soggetto, l’exchange ha la facoltà di riconoscere pienamente il costo fiscale, ma solo se gli viene fornita una documentazione verificabile e completa (ad esempio certificati digitali, estratti conto e similari);
  • in assenza di reali e verificabili documentazioni, il costo viene considerato a zero, con tutto ciò che ne deriva sul futuro calcolo legato alle plusvalenze potenziali;
  • qualora le criptovalute derivino da soggetti terzi (ad esempio utenti non riconosciuti, altri clienti, o parenti), il rischio di un valore nullo attribuito è ancor maggiore.

La coerenza di questa modalità interpretativa deriva dal D.lgs. 461/1997, che come sappiamo regola le modalità di determinazione di acquisto per strumenti finanziari.

Revoca del regime amministrato

Tutti i clienti possono decidere di rinunciare in modo volontario al regime amministrato ed utilizzare, a propria discrezione, il tradizionale regime dichiarativo (che abbiamo spiegato rapidamente in precedenza). Cosa succede in questo caso? L’exchange di riferimento resta essenzialmente responsabile fino al 31 dicembre dell’anno in cui è avvenuta la revoca effettiva. All’avvenuta cessazione, l’intermediario ha l’obbligo di erogare al cliente:

  • il prezzo medio di carico delle criptovalute possedute;
  • eventuali minusvalenze residue derivanti dalle attività (ricordiamo in questa sede che le stesse – come disposto dal D.lgs. 461/1997 – possono andare a compensare ipotetiche plusvalenze del medesimo anno, o delle 4 annualità successive (devono tuttavia essere certificate in modo corretto).

Successioni e donazioni

Vi è ad oggi una netta definizione sulle regole da seguire per il trattamento fiscale delle criptovalute ottenute sia tramite successione che tramite una semplice donazione:

  • per la successione: si prende come riferimento per il valore fiscale delle cripto, quello calcolato (o eventualmente indicato) ai fini dell’imposta di successione (la valutazione deve essere aggiornata ed all’interno della dichiarazione successoria devono essere incluse le attività legate alle cripto);
  • per la donazione: ad essere ereditato è il cosiddetto costo storico del donante (ossia chi effettua la donazione a favore del soggetto beneficiario).

Anche in questo caso, qualora non fosse possibile certificare il costo storico, allora il valore fiscale attribuito dall’exchange sarà nullo (non è sufficiente presentare autodichiarazioni e l’onere della prova è sempre assoggettato al contribuente).

Calcolo del costo d’acquisto associato alla fiscalità

L’Agenzia è stata chiara anche su questo specifico aspetto, prendendo come riferimento le direttive già esistenti per gli strumenti finanziari tradizionali (si legga la circolare 165/E del 1998). Nel dettaglio, abbiamo che per ogni tipologia omogenea di cripto-attività (si pensi al BTC, ETH e così via), si applica il metodo del costo medio ponderato.

Calcolo costo di acquisto - Cryptosmart
Calcolo costo di acquisto

Tutti i singoli nuovi acquisti che vengono processati, vanno essenzialmente ad aumentare il valore medio delle criptovalute possedute. Oltre ciò, tutte le vendite che avvengono in fasi successive, vengono calcolate in uscita dal wallet e si tiene in questo caso conto del valore medio aggiornato. La metodologia suddetta garantisce una maggiore tracciabilità, ampia trasparenza e coerenza contabile.

Considerazioni finali

In conclusione, ciò che in questa sede preme sottolineare, è che in mancanza di reali e certificate documentazioni, vi è il rischio che l’exchange consideri il costo di acquisto pari a zero e che tutta la somma ricevuta, o in possesso, venga considerata imponibile in modo integrale. La scelta di Cryptosmart di adottare il regime amministrato rappresenta un’occasione unica per gli utenti registrati, i quali possono ottenere semplificazione degli obblighi fiscali, evitare errori e far gestire tutto ad un solido intermediario.

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