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Houston abbiamo un PROBLEMA: troppe crypto, troppi token, poca VERA UTILITÀ

Se non capisci questa cosa, rischi di commettere molti errori di valutazione

Se c’è una credenza completamente errata che i crypto investitori continuano a coltivare, anno dopo anno, è quella di pensare che acquistare il token di un progetto significhi automaticamente partecipare al suo successo. Spesso gli utenti considerano le varie monete alla stregua di azioni di società quotate, anche se i meccanismi che regolano il loro valore sono estremamente differenti. I prezzi si muovono comunque dal rapporto tra domanda e offerta, ma il modo con cui bid ed ask vengono stimolati è completamente diverso.

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Il problema, per farla semplice, è che molti token non sempre hanno un’utilità tale da spingere gli investitori ad acquistarli, o perlomeno non hanno un valore reale che giustifichi l’idea di una detenzione nel lungo termine. In questo articolo cerchiamo di fare chiarezza una volta per tutte e guidarvi nella lettura corretta di ciò che da davvero senso di esistere ad una criptovaluta.

Un’idea di valutazione completamente errata

Iniziamo con una smentita doverosa, che speriamo rimarrà impressa nelle menti di molti di voi che ci state leggendo: l’andamento di un token non riflette la crescita della sua piattaforma”. Non funziona semplicemente così, può essere vero a volte, ma non è la regola.

Spesso sentiamo affermare da utenti frase del tipo  “Il protocollo X sta andando/andrà bene, allora compro la sua crypto nativa”. Il problema è che asset ed infrastruttura sono due cose a sé stanti, che hanno dinamiche profondamente diverse. Può capitare infatti (anzi spesso è così), che una piattaforma abbia metriche in crescita, ma che il token che la rappresenta perda completamente valore sul mercato.

Il discorso chiave è che quella criptovaluta dovrebbe avere un’utilità proporzionale all’adozione e alla crescita della piattaforma. Serve che gli utenti abbiano un valido motivo per acquistare quel token, perché magari serve per svolgere determinate funzioni, o perché crea strutturalmente pressione di acquisto con le revenue dell’azienda. Serve un nesso, un collegamento logico che influenzi la domanda reale per quella valuta.

Il disagio dei token di governance: tanti token, poca sostanza

I token di governance sono probabilmente la raffigurazione più emblematica di questa contraddizione. Spesso sono associati come “token di riferimento” di un progetto, esaltati come  asset che ne incarnano il valore, quando in realtà non hanno vera utilità.

Tecnicamente queste monete servono solo ed esclusivamente per votare alle proposte che vengono prese da una DAO (organizzazione autonoma decentralizzata), per avere un’influenza sulle decisioni e sulla direzione del progetto. Peccato che in molti casi, i team che gestiscono il progetto stesso, detengono le quote maggiori e dunque abbiano già il pieno controllo delle decisioni.

Per il resto i governance token non servono a nulla. Sono parzialmente associati alla crescita della piattaforma di cui fanno parte, ma non ne riflettono l’andamento in modo parallelo. Basta guardare il grafico della marketcap dei maggiori governance token e paragonarlo a quella del TVL che coprono in DeFi. In molti casi il TVL ha già superato il massimo storico, mentre il prezzo del token rimane arenato.

token di governance
Governance token marketcapFonte dati: https://www.coingecko.com

Ora, chiaramente ci sono delle eccezioni. Alcune monete hanno anche funzionalità aggiuntive oltre alla governance e dunque devono essere valutate diversamente ( vedi AAVE ed UNI). Ad ogni modo spesso capita che la piattaforma siano molto più “bullish” del token sottostante.

Il caso dei token degli exchange

Una situazione completamente opposta a quella dei governance token, dove la moneta assume realmente un’utilità concreta, è quella dei token degli exchange. In questo caso, gli asset hanno un ruolo ben definito o sono apprezzate dagli utenti per ciò che offrono: sconti sulle fees, vantaggi in-app, possibilità di partecipare a launchpool (come se fossero dividendi), possibilità di ottenere feature nel mondo reale.

Non a caso i token degli exchange sono anche quelli che tendenzialmente performano meglio in bear market, nonché quelli che, seppure a ritmo più lento delle altre altcoin, tendono ad aumentare di valore se l’exchange madre cresce in termini di volumi. Qui possiamo valutare l’aumento dell’adozione della piattaforma come potenziale driver per la domanda della crypto, perché effettivamente c’è una relazione di causa-effetto.

Dal grafico sottostante si dovrebbe capire di cosa stiamo parlando. Abbiamo eliminato BNB dalla chart per riuscire a mostrare meglio le altre monete, ma è l’esempio di maggiore successo di un exchange token. Binance è cresciuta molto come piattaforma negli utimi anni, e BNB ha accompagnato. Stesso discorso per i token di Bitget, Bitfinex (LEO), Gate, Kycoin e OKB. Un pò meno per Cronos con CRO che ha perso qualche fattore di utilità

token exchange
Exchange token marketcapFonte dati: https://www.coingecko.com

Il concetto di utilità in contrapposizione con altri dati

L’utilità di un token, per quanto sia un elemento primario nella sua valutazione, deve comunque poi essere rapportato anche con altri fattori che influenzano domanda e offerta. Prendiamo come esempio il token HYPE del perp DEX di Hyperliquid: è un token di governance che viene utilizzato anche per garantire la sicurezza del network tramite staking e come gas token per il pagamento delle fee su HyperEVM.

Questi casi d’uso non influiscono in maniera determinante all’aumento della domanda (se non in parte la richiesta come gas token), ma vanno messi in relazione anche ad altri dettagli. Primo su tutti quello dei buybacks: il protocollo Hyperliquid utilizza una grossa parte delle proprie revenue ( tra le più alte del settore) per acquistare HYPE sul mercato e rimuoverlo dalla circolazione. 

Fino ad ora il protocollo ha comprato la bellezza di 29,8 milioni di HYPE per un valore di $1,43 miliardi. Questo è senza dubbio una grande driver per la domanda perché contribuisce in modo diretto e consistente alla pressione di acquisto, il che si riflette poi sulle quotazioni rialziste della moneta.

Hyperliquid
Hyperliquid buybacksFonte dati: https://hypurrscan.io

Ovviamente anche un’ipotetica diluizione va tenuta in considerazione e contribuisce, in maniera opposta ai buyback, ad aumentare potenzialmente il flusso di offerta sul mercato.


Come valutare un token?

Possiamo riassumere tutti questi spunti in una serie di domande pratiche che ogni investitore dovrebbe porsi prima di decidere se acquistare o meno un token su mercato:

1- Cosa sto comprando? a cosa serve?

2- È solo un token di governance o c’è qualcosa in più?

3-Quali meccanismi potrebbero aumentare DIRETTAMENTE la domanda? C’è interesse che prescinde dalla speculazione?

4- C’è un motivo per il quale dovrei holdare il token nel lungo termine?

5- Quanti token devono ancora essere sbloccati e come potrebbero impattare (vesting, cliff)?

6- Da dove arrivano i rendimenti/promesse di valore del token?

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Sergio
Sergio
3 mesi fa

Date le risposte ad ogni domanda esce fuori soltanto un token ICP