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DEBITO SOVRANO CRISI

È CRISI debito pubblico MONDIALE: Bitcoin e crypto, è la grande OCCASIONE?

C’è una crisi del debito pubblico su scala mondiale. È vero, i social amano ingigantire ogni tipo di problema, ma è evidente che le cose, in Europa come negli USA, non stiano andando come ci avevano raccontato i libri di testo.

Rendimenti molto elevati (e in crescita) per la maggior parte del debito sovrano. In breve e se vuoi disporti con il giusto animo per la situazione: è un problema. È un problema gigantesco. È un problema ancora più gigantesco perché non sembra ci sia la volontà politica di risolverlo. Tanto in Europa quanto negli USA. La cosa può avere diverse ripercussioni su Bitcoin e crypto, che se questo dovrebbe essere il futuro che ci aspetta davvero, potrebbero anche disaccoppiare i loro andamenti.

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È già crisi del debito sovrano? E cosa vuol dire?

Ancora in breve: la crisi del debito sovrano è una situazione dove suddetto debito va fuori controllo, dove la spesa per interessi è troppo alta per pensare a un avanzo di bilancio e dove le cose non possono che continuare sullo stesso trend.

Questa la situazione in Europa: debito contro PIL

Tutti gli stati economicamente sviluppati sono caratterizzati, in questa fase, da un debito pubblico enorme e spesso sopra il 100% del PIL. Con i rendimenti del debito che sono parecchio alti (la Germania è con yield al 2,7% sui suoi decennali, ed è uno degli stati ritenuti più affidabili), anche soltanto rinnovare quel debito è un problema.

La traiettoria preoccupa
  • La fotografia di medio periodo

La percentuale di debito sul PIL del grosso degli Stati è aumentata fortemente durante la pandemia COVID-19, quando tutte le casse pubbliche hanno dovuto finanziare il funzionamento della società, che era stato completamente sospeso dalle limitazioni imposte per il contenimento della pandemia stessa.

La Germania, prendiamo ancora i più virtuosi o quasi, è passata dal 58% al 68% di debito sul PIL. Ovvero per ogni 100€ di PIL, ne aveva prima 58 di debito e poi, subito dopo la pandemia, 68.

La situazione è assai peggiore altrove: la Francia è passata dal 94% pre-pandemia al 113% attuale (la riduzione è stata modesta dal 2022 a oggi). L’Italia è passata dal 134% al 154% durante la pandemia, per poi tornare al 135%. Le situazioni non sono tutte uguali, per carità, ma nessuno è tornato ancora ai livelli pre-pandemici, se non appunto l’Italia e uno sparuto numero di paesi non così rilevanti. Nel grafico l’andamento degli USA, sempre debito su pil.

  • La fotografia di breve periodo

C’è un problema più importante: quando il monte di debito è così elevato, bastano degli scompensi dei mercati di breve periodo per creare un’emergenza. Un debito pubblico che paga – immaginiamo – l’1% in più di interessi non è un problema se tale debito è il 30 o 40% del PIL. O meglio, è un problema, ma si può risolvere.

Pagare invece il 4% o il 5% su un debito che vale il 100% del PIL, vuol dire dover destinare almeno 1 punto di PIL soltanto per rinnovare tale debito. Una cifra importante, anzi enorme, che ad esempio negli USA sta già creando sconquassi enormi nelle finanze pubbliche. Presto i soli interessi sul debito saranno la prima voce di spesa del settore pubblico USA.

La crisi del debito pubblico è tutta qui: ovvero arrivare a un punto dove invertire il trend sembra impossibile e dove si accumulerà altro debito anche soltanto per rinnovare il vecchio debito.

Cosa vuol dire per gli asset risk on come crypto e Bitcoin?

Vanno fatte delle considerazioni più dettagliate.

  1. Non è detto che ci sarà una crisi del debito pubblico

Ci sono situazioni preoccupanti in Francia (dove è il problema politico a condizionare quello economico) e in Giappone e negli USA, per quanto con storie diverse e traiettorie diverse. Da qui però a pensare che siamo già in una fase di crisi dei debiti sovrani…

È un’esagerazione da parte di commentatori politici, analisti, bond vigilante e altre categorie di persone che però gridando già da adesso contribuiscono – fortunatamente – a creare urgenza.

  1. Nessuno vuole andare al test…

Le situazioni sono diverse, per storia, anche tra Bitcoin e il resto del mercato crypto. Il secondo insieme è fatto di prodotti finanziari, asset, che sono storicamente risk on in qualunque circostanza. E che continueranno a comportarsi così.

Se dovesse effettivamente arrivare una crisi del debito sovrano – si dovrà procedere con un’analisi dettagliata di ciò che abbiamo in portafoglio e provare a orientarci verso asset meno rischiosi.

Su Bitcoin il discorso si fa più complesso, per tutta una serie di motivi:

  • BlackRock, pur nel suo interesse, lo sponsorizza da tempo come asset per proteggersi proprio da questo caso;
  • Bitcoin è da tempo che cerca un innesco per imporsi come alternativa credibile all’oro;
  • Il comportamento non è stato sempre quello di asset risk on;

Sul tema avremo modo di tornare senza dubbio alcuno sia su queste pagine sia nel nostro Canale Telegram VIP. Intanto iniziamo a ragionarci, perché l’investitore che porta a casa la pelle è quello che prende in considerazione tutti gli scenari. Anche questo, che per il momento è ancora in fieri.

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