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OLANDA BITCOIN

Paesi Bassi: una società quotata compra 1.000 Bitcoin. C’è però un trucco…

Dietro ci sono i gemelli Winklevoss e una società USA che già investe in Bitcoin.

Ora tocca all’Europa. Mentre la capacità di raccogliere capitali negli USA si va assottigliando – complice un gran numero di società quotate che stanno cercando di fare la stessa identica cosa – toccherà al Vecchio Continente ricevere il testimone.

C’è una società di diritto olandese che ha raccolto investimenti per 147 milioni di dollari e ha comprato i primi 1.000 Bitcoin della sua avventura come DAT, la sigla che indica le digital asset treasuries, ovvero le società che esistono, come unico scopo, per l’acquisto di Bitcoin e/o cripto. Ad investire nel gruppo sia i gemelli Winklevoss, sia Nakamoto/KindlyMD, con la seconda che è una delle società che sta accumulando – da quotata – Bitcoin negli USA.

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Ecco Treasury BV, che parte con 1.000 Bitcoin

Si chiama Treasury BV, ha già raccolto 147 milioni di dollari spesi in Bitcoin e ha condotto un round di finanziamenti che ha visto partecipare i gemelli Winklevoss, che sono proprietari dell’exchange crypto Gemini, e anche Nakamoto Holdings, che invece fa capo a KindlyMD, società che negli USA è quotata e ha già investito in BTC.

C’è un’altra notizia importante: tramite un accordo di reverse listing con MKB Nedsense, Treasury BV sarà quotata all’Euronext di Amsterdam. Sarà dunque a tutti gli effetti una società quotata sulla quale si potrà investire anche dall’Italia senza grossi problemi.

Anche in questo caso si è arrivati al reverse listing puntando su una società di capitalizzazione assai modesta e che non aveva mai brillato troppo in borsa. Le azioni della società hanno aumentato il loro valore, dalla diffusione della notizia, del 205%.

Funzionerà lo stesso meccanismo in Europa?

Staremo a vedere. Il meccanismo in questione ha avuto un funzionamento relativamente lineare negli USA:

  • Investire milioni per acquistare una crypto;
  • Nel frattempo fare reverse listing o quote simili (più avanti spieghiamo cos’è);
  • Arrivare in borsa e raccogliere una capitalizzazione maggiore del controvalore crypto
  • Finanziare, emettendo azioni, nuovi acquisti.

Non sempre ha funzionato. Alcune società – compresa la KindlyMD che è dietro una parte del finanziamento di questa operazione – ha avuto più volte problemi a mantenere una capitalizzazione superiore al suo NAV, ovvero al totale degli asset che sono custoditi dalla società stessa.

In Europa, dove il mercato dei capitali non solo non è grande amante del rischio, ma dove girano parecchi meno soldi, sarà un’impresa ottenere dei risultati.

Il mondo crypto però ci ha abituato a grandi sorprese, chissà che non la spunti anche in questo modo.

Il reverse listing

È un meccanismo completamente legale che prevede:

  • La fusione con una società quotata
  • Evitare le lente, costose e poco prestanti IPO

IN parole povere si individua una società che ha ormai come unica ragion d’essere il fatto di essere quotata, ci si mettono dei soldi dentro e si finisce in borsa per direttissima.

Un meccanismo che è stato utilizzato in passato da diverse start up – che come le DAT hanno scelto sempre società senza un’operatività concreta.

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