L’economia USA su fondamenta che scricchiolano. O, peggio, su fondamenta che scricchiolano più di quanto sapessimo. Il dato che arriva dalla revisione dei non farm payrolls è terribile: -911.000, nella parte alta delle previsioni più pessimistiche. In breve vuol dire che 911.000 delle buste paga contate nel corso dell’anno in realtà non ci sono mai state.
In modalità meno breve, è un segnale che l’economia USA ha tirato meno di quanto sembrasse. E che il mercato del lavoro è più freddo di quanto abbia raccontato Powell in mondovisione. La cosa conferma i tagli che ci saranno con ogni probabilità il 17 settembre, ma apre anche a scenari forse più incisivi. La reazione del mondo crypto è stata ribassista ma non troppo – segnale che comunque tutti o quasi si aspettavano una correzione importante di questo dato.
Su basi più fragili
È questo il commento che si legge più di frequente sulla stampa specializzata americana. La revisione dei NFP è forte: -911.000, seguendo quella che è una tradizione di sovra-stima che in realtà si porta avanti da tempo.
Per dirla in italiano: ci sono stati meno posti di lavoro creati e stipendi pagati di quanto si credesse, nella misura di quasi 1 milione di unità. È un numero enorme anche per la gigantesca economica americana, che segnala che in realtà l’economia è in condizioni peggiori rispetto a quanto preventivato.
Necessità di una spinta? Certamente sì ed è per questo che si procederà senza dubbio alcuno a una revisione al ribasso dei tassi di interesse. Questo porterà appunto a un taglio di almeno 25 punti base a settembre, per poi rivedere probabilmente anche la traiettoria dei tassi per ottobre e dicembre, i prossimi due appuntamenti del FOMC (l’assemblea USA di Fed che decide appunto i tassi e la politica monetaria).
Reazione tenue delle crypto e di Bitcoin
In realtà però il dato non è così distante da previsioni che erano fortemente pessimiste. Per questo motivo la reazione è stata in verità assai blanda. Gli occhi dei mercati sono infatti puntati su altri appuntamenti settimanali – che puoi consultare qui.
Su tutti ci saranno giovedì i dati sull’inflazione USA, dai quali si spera che arrivi un… inaspettato assist. Ignorando l’inflazione infatti sarebbe evidente la necessità di tagliare i tassi e cercare di sostenere lavoro e economia.
Con l’inflazione che però è tornata a ruggire, il percorso di Federal Reserve si fa più difficile, perché i due mandati assegnati alla banca centrale USA sono in conflitto.
Fed si deve infatti anche cercare di garantire una certa stabilità dei prezzi – che ormai manca da tempo e che i tagli ai tassi non faranno altro che rendere più difficile.
Una situazione che potrebbe essere il preludio della stagflazione? Non è detto – perché se c’è qualcosa che ci sembra chiaro è che le principali banche centrali siano disposte a far correre l’inflazione pur di sostenere l’economia. Un patto con il diavolo che però sul medio periodo può costare molto più caro. E costringere chi arriverà dopo a manovre più dolorose e medicine più amare.
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