La paralisi francese potrebbe essere l’anticipazione di una paralisi che verrà riprodotta – mutatis mutandis – anche in altri paesi con economie sviluppate. Le condizioni di Parigi sono diverse – in parte – da quelle degli USA e degli altri paesi europei, ma c’è una sottile linea rossa che sembrerebbe poter unire i destini del mondo economicamente più rilevante.
Quella sottile linea rossa è un debito fuori controllo o che comunque è in traiettoria per diventarlo, unito a enormi difficoltà politiche nell’imporre tagli mal recepiti dalla popolazione. Un cul-de-sac, per dirlo come lo direbbero proprio i cugini francesi, dal quale uscire sembrerebbe impossibile. Siamo ancora in una fase molto meno preoccupante di quanto dicano social e giornali, ma è comunque il momento giusto per iniziare a ragionarne, anche nell’ottica di anticipare future performance di Bitcoin e crypto.
La politica e l’aritmetica
Avete sentito per anni ripetere – tipicamente nei bar – ammirazione per quel popolo francese che scende in piazza e che non accetta tagli. Mica come noi, tuona l’avventore, che invece ci siamo fatti mettere i piedi in testa dalle regole fiscali europee.
Vero, ma è anche vero che a un certo punto della storia l’aritmetica più di base torna a bussare alla porta e a costringere tutti al redde rationem, alla resa dei conti.
Cosa sta succedendo? La Francia è in cattive condizioni in termini finanziari da tempo. Tutte le principali agenzie di rating hanno outlook negativo già dal 2024, con alcune che hanno già effettuato un downgrade, ovvero un abbassamento del punteggio complessivo.
Si può non credere alle agenzie di rating – ma i numeri sono sotto gli occhi di tutti. La Francia sta facendo un’enorme fatica a tornare al rapporto debito/PIL prima della crisi COVID e continua ad avere deficit di dimensioni importanti e ben al di sopra dei limiti imposti dall’UE.
Cosa dovrà succedere? Il governo dovrà preoccuparsi di far passare una manovra finanziaria lacrime e sangue, che taglia anche dai servizi di base pur – dicono quelli che stanno protestando nelle strade di Parigi in queste ore – lasciando intatti privilegi fiscali delle aziende già promessi – e senza pensare a aumenti della tassazione sulle eredità e sulle rendite finanziarie, che pur qualche economista ha proposto.
Perché ci interessa? Perché la Francia non è la Grecia, per dimensioni, e perché siamo in condizioni diverse da quelle che portarono al salvataggio di Atene (pur con prezzi molto elevati per la popolazione). Senza voler fare terrorismo mediatico, se la Francia dovesse avere problemi, sarebbero automaticamente problemi di tutta l’Europa (e in parte di tutto il mondo).
Solo la Francia?
Chi investe in hard asset come Bitcoin sta ovviamente alla finestra seguendo le evoluzioni di quanto sta avvenendo in Francia. Un rapido peggioramento della situazione significherebbe anche panico sui mercati, che potrebbe creare qualche possibilità di acquisto.
Sul tema però vanno fatte almeno tre diverse considerazioni.
- Quanto è isolato il caso francese?
La Francia è l’esempio peggiore di questa fase economica e politica, ma non è certamente l’unico. Sono diversi i paesi che non riescono a ridurre il deficit e che avrebbero enormi problemi politici a farlo.
- Quanto è problematico il caso francese?
Per proporzioni è invero assai preoccupante. Chi sghignazza per le sfortune di quei cugini che – vuole la vulgata – ci hanno sempre guardato dall’alto in basso dovrebbe forse iniziare a valutare il potenziale impatto di difficoltà concrete di Parigi su tutta l’area euro. Il che include anche l’Italia.
- C’è una soluzione “semplice”
Di quelle soluzioni semplici che piacciono tanto ai politici perché poi dovranno essere altri a togliere le castagne dal fuoco. Quella soluzione è lasciare l’inflazione correre, con la svalutazione in termini reali della moneta che può aiutare a ridurre, sempre in termini reali, il debito.
Non è certamente una pratica avveduta e di buona politica. Ma lo spingere BCE verso la fiscal dominance potrebbe diventare un’ipotesi molto più allettante.
Dopotutto l’inflazione ha gli stessi effetti di una tassazione imposta a tutti i detentori di moneta, che non ha neanche il problema di dover essere approvata dal parlamento. Soluzione ottima per governi che, come in Francia, sono in minoranza.
E Bitcoin?
Se qualcuno non dovesse ancora aver compreso l’importanza di una valuta che ha una politica monetaria fissa e prevedibile e che non ha alcun conciliabolo in grado di alterarne l’emissione… questa è l’occasione giusta.
Siamo stati su queste pagine sempre restii a sposare certe narrative. Tuttavia se anche i paesi storicamente più diligenti, quelli che fanno i compiti a casa, non rinunceranno a gestioni allegre dell’enorme potere di battere moneta…
Questo non vuol dire assolutamente che Bitcoin correrà nel caso di crisi francese. E anzi sul breve dovremmo aspettarci degli sconquassi sul mercato importanti – sempre ammesso che questa crisi si materializzi.
Rimanere alla finestra? Dipende da che orizzonti si hanno. Il terrore che governa tutti in queste ore è quello di fare acquisti avventati, oppure di doversi trovare in futuro a spiegare ai propri figli cosa si stesse facendo mentre il mondo andava a rotoli.
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La Francia farebbe bene ad adottare Bitcoin come moneta a corso legale ma non succederà. Si sapeva del problema dell’enorme debito globale e dei giochi di prestigio delle Banche Centrali per far apparire tutto sotto controllo ma prima o poi dovranno dire la verità. Ve lo dico io come andrà a finire, dato che ormai il popolo italiano è abituato a mantenere cani e porci arriverà una proposta di legge che sicuramente passerà, alcuni partiti faranno finta di opporsi e riguarderà il salvataggio dell’economia francese che ricadrà tutto sulle nostre spalle. Attingeranno ai nostri conti prelevando somme minime così da non farci accorgere immediatamente ma saranno perpetue fino allo scopo finale e non si potrà far nulla. Orami siamo il loro bancomat ma il bello è che saremo felici.