C’è una nuova narrativa che viene diffusa dai big player di Wall Street. A riportarla è Hunter Horsley di Bitwise US, che parla di 7.300 miliardi di dollari parcheggiati oggi nei money market fund e che a tassi più bassi dovranno trovare una nuova casa.
Dato che lo stato di eccitazione intorno a questa narrativa sembrerebbe essere davvero massimo – è forse interessante dare qualche elemento in più per capire se, come e quando e soprattutto di cosa si tratta. Cosa sono i money market fund? Perché gli investitori dovrebbero abbandonarli una volta che i tassi saranno più bassi? E questi denari, potranno davvero finire in Bitcoin e crypto?
Fondi money market, Bitcoin e crypto
La tesi è in realtà piuttosto semplice. Ne avevamo parlato già sul nostro Canale Telegram VIP (che forse sarebbe il caso di frequentare, se vuoi rimanere sempre aggiornato anche prima dei big dei fondi). La tesi è la seguente:
- I fondi money market sono attrattivi perché ora le obbligazioni statali pagano interessi alti;
- Quando gli interessi (che sono legati anche ai tassi Fed) scenderanno, allora ci saranno meno investitori in questi prodotti.
Cosa sono i money market fund? Sono fondi che investono in debito sovrano, in repo e in altri strumenti che risentono molto dei tassi di interesse fissati dalle banche centrali. Investono anche in debito commerciale e certificati di deposito.
Perché gli investitori dovrebbero liquidare questi asset? Perché in realtà quando i tassi vanno giù, certi fondi diventano meno convenienti.
I dati di oggi
La tesi di cui sopra è molto affascinante anche perché siamo al record di sempre di denaro parcheggiato all’interno dei fondi money market, come dimostra questo grafico pubblicato su X da Eric Balchunas di Bloomberg.

Quindi? Dobbiamo prepararci a 7.300 miliardi di dollari che entreranno nel mondo crypto e Bitcoin? Calma, perché le narrative sono belle, entusiasmano, caricano, spingono l’hype, ma vanno verificate poi con il giudice ultimo, quello della realtà.
Verso dove ruotano certi denari in genere?
Dipende dalle attitudini e dalle necessità del gestore/investitore:
- Bond con scadenze più lunghe;
- Depositi assicurati;
Nel caso in cui il clima non dovesse essere dei più favorevoli per il rischio. Se invece tutto dovesse essere favorevole a esposizioni più rischiose, allora:
- Azioni, anche in forma di ETF e di indici;
- Bond corporate, che in genere pagano di più e dunque credito più rischioso;
- Commodity e infrastrutture;
- Investimenti alternativi come credito privato, fondi hedge, private equity;
Ora più ci sarà un clima disteso e accomodante per il rischio, più ci si sposterà verso asset in fondo alla lista che abbiamo realizzato.
Meno ci sarà un clima invece utile per chi vuole rischiare di più, più ci si sposterà verso l’inizio della lista che abbiamo fornito.
Dove sono Bitcoin e crypto? Per la stragrande maggioranza degli investitori in fondo a questa lista, ovvero sullo stesso livello di rischio degli investimenti alternativi.
E quindi se una parte di quei 7.300 miliardi finirà all’interno del mondo crypto e Bitcoin, dipenderà tutto sommato da quanta voglia ci sarà di rischiare.
Una situazione da seguire, tenendo conto però del fatto che anche nel migliore dei casi soltanto una parte minima di quei 7.300 miliardi finirà eventualmente in Bitcoin. Ne basterebbero comunque poco, anche un 2-3%, per cambiare le sorti del mercato. C’è inoltre da ricordare che nell’ultimo caso – per quanto fossimo davanti a una crisi inaspettata con tagli altrettanto inaspettati ci fu una rotazione di circa il 20% del totale.
Criptovaluta.it® Ultime Notizie Bitcoin e Crypto News | Criptovalute Oggi
