C’è un’altra storia che si può raccontare riguardo il prossimo FOMC – la riunione di Federal Reserve che deciderà di tagliare i tassi di interesse di almeno 25 punti base (0,25%). È la storia di un elaborato tentativo di accerchiamento ai danni di Jerome Powell – che avrebbe voluto tenere la barra dritta (forse) e comunque approcciarsi ai nuovi tagli con maggiore tranquillità se non addirittura diffidenza.
È la manovra di accerchiamento che passa da Waller e Bowman – alfieri trumpiani ai quali sono stati promessi scranni molto importanti (come quello stesso di Powell, una volta che il mandato sarà terminato) e che fino alla nomina ufficiale giocheranno appunto una partita in linea con la Casa Bianca. Una situazione che, paradossalmente, può aiutare anche Bitcoin.
Una manovra politica quasi riuscita
Certo, si potrà dire che i tagli arriveranno perché le preoccupazioni per il mercato del lavoro sono certamente importanti e degne sopra ogni cosa di attenzione. Tuttavia quello che arriverà il 17 settembre sarà un taglio che dipenderà anche da manovre politiche imbastite da tempo e che stanno iniziando, per la casa bianca, a produrre frutti.
Durante l’ultimo FOMC, quello di luglio, abbiamo infatti avuto due voti contrari rispetto alla decisione di non tagliare i tassi. A esprimere i due voti contrari sono stati Bowman e Waller – non esattamente due super-colombe – e che stanno in realtà lavorando eterodiretti da Washington.
Le accuse che muoviamo sono molto gravi – ma sono le stesse che vengono mosse da una parte non irrilevante della stampa economica e finanziaria di prima fascia.
Per il dopo Powell infatti sono stati già promessi incarichi di assoluto rilievo – nel caso di Waller si parla addirittura della presidenza di Fed, per quanto non ci sia ancora nulla di certo.
Qualcosa che ha reso lo scontro politico interno a Federal Reserve piuttosto acceso e, soprattutto, almeno in parte sconnesso dai fondamentali economici.
- Non ci saranno annunci, per ora
Difficile che ci saranno annunci, per ora, dato che anche alla Casa Bianca conviene lasciare il più possibile la questione nell’incertezza, così da poter sfruttare eventualmente per esercitare altre pressioni.
Perché potrebbe essere buono per Bitcoin?
Perché una politica monetaria più lassista può essere favorevole per un asset che comunque ha una politica monetaria controllata (e con emissione decrescente) e che viene considerato ormai a sempre più investitori come una sorta di asset anche per combattere questo tipo di scempi.
Sul medio e lungo periodo la scelta di favorire il mercato del lavoro (e il debito USA) a scapito dell’attenzione per l’inflazione potrebbe rivelarsi come pessima – ma per chi può proteggersi con Bitcoin…
Una sorta di vantaggio dei più avveduti tra gli investitori – tant’è che già fondi sovrani e hedge, e investitori più articolati sono partiti con importanti allocazioni in BTC, trattandolo già da oro digitale, seppur con qualche riserva.
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