Nuovo record per la mining difficulty di Bitcoin. L’aggiornamento periodico della difficoltà nel produrre blocchi – che esiste per tenere la stessa intorno a un valore medio di 10 minuti – segnala indirettamente l’aumento dell’hashrate a difesa del network – e apre anche a nuove sfide per i miner, soprattutto tra quelli più strutturati anche in termini di capitale.
L’aumento della difficoltà infatti rende meno produttive, dollaro su dollaro, le macchine utilizzate dai miner per partecipare alla sicurezza di Bitcoin, nel tentativo di ricevere una quantità di $BTC che è invece fissa per ogni blocco.
Ancora su la difficulty
Bitcoin è una macchina composta di diversi ingranaggi. Quello della difficulty che si aggiorna ogni due settimane permette di mantenere il tempo di produzione dei blocchi intorno ai 10 minuti. Nel caso in cui nel periodo precedente si siano prodotti blocchi a una velocità media superiore, il fattore difficulty viene aumentato, richiedendo in media più calcoli per la produzione del blocco suddetto.
Un meccanismo che si autoregola e rende Bitcoin adattabile alle condizioni dell’industria che ne permette il funzionamento e la sicurezza. E che ha delle ripercussioni importanti anche sulla potenziale profittabilità di certe imprese.
L’aumento della difficulty rende infatti, a fronte della stessa potenza di calcolo, produrre un blocco e dunque rende i potenziali ritorni del mining più bassi.
Non è l’unico fattore di cui tenere conto per valutare i profitti dei miner
Chiaramente non si tratta dell’unico fattore. I miner ricevono nuovi Bitcoin inseriti nel blocco che hanno prodotto e dunque il prezzo in dollari di un singolo Bitcoin ha un ruolo fondamentale per i loro ritorni.

In questa fase di mercato, dominata dallo shutdown e da una sorta di trading al buio in assenza di diversi dei dati macro che gli USA avrebbero dovuto pubblicare, Bitcoin si sta godendo il più classico degli Uptober, il nome scherzoso con il quale gli appassionati chiamano ottobre, mese storicamente positivo per tutto il mercato crypto.
Per ora dunque, a fronte di quello che è il settimo aumento consecutivo di difficulty, non sembra ci siano grosse preoccupazioni, per un settore, quello del mining, che almeno in parte sta virando anche verso la fornitura di datacenter all’AI, dato l’accesso che i miner hanno a energia a buon mercato, che poggia su infrastrutture già esistenti.
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