Christine Lagarde, invero sollecitata sull’argomento, è tornata a parlare di Bitcoin e ha affermato, di nuovo, che $BTC non avrebbe valore intrinseco. Ovvero quel valore sottostante che è proprio di alcuni asset finanziari. Prima questione che scontenterà i più: ha ragione da vendere.
Seconda questione che invece scontenterà chi se la ride sotto i baffi: che Bitcoin abbia o meno valore intrinseco cambia poco o nulla. Non ce l’ha fondamentalmente neanche l’oro – cosa che non sembrerebbe preoccupare le stesse banche centrali che lo accumulano. Terza questione: in un mondo ideale eviteremmo di doverci sorbire l’ennesima inutile discussione su Bitcoin che non affronta i nodi davvero interessanti di questo asset. Ma non viviamo in quel mondo – e dovremo farcene una ragione.
No, Bitcoin non ha valore intrinseco
L’equivoco tra appassionati di Bitcoin e banchieri centrali come Christine Lagarde corre su due binari. Sul primo hanno torto marcio i bitcoiner.
Il pensiero di fondo è che se qualcosa non ha valore intrinseco, allora non vale nulla. Evidentemente non è così, perché in questo preciso istante si può vendere Bitcoin ricevendo in cambio, per ogni singola unità, più di 100.000€. Qualcuno gli attribuisce valore e tanto basta.
Christine Lagarde, furbescamente e pensando di avere davanti un pubblico di semi-colti (avendo in parte ragione), utilizza una categoria che per forza di cose non si può applicare a certe commodity. Come Bitcoin e come l’oro (in parte). Infatti:
Il valore intrinseco è il valore reale o se vogliamo essenziale di un bene, che è indipendente dal suo prezzo o dalle percezioni soggettive.
Con le azioni in genere si valuta il flusso di cassa futuro. Con le commodity infruttifere come l’oro è un problema. Si potrà citare l’utilizzo industriale dell’oro, ma si tratta chiaramente di una fesseria sesquipedale, perché nessuno valuta l’oro soltanto per i suoi utilizzi industriali. Né le banche centrali lo accumulano perché ha degli utilizzi industriali.
L’oro viene accumulato e ha valore perché tutti (o quasi) ritengono che avrà valore anche in futuro e che sia un buon modo di conservare valore. È difficile/costoso da estrarre, non si può riprodurre a piacimento, ecc.
Per l’oro il World Gold Council, al fine di chiudere questa sciocca polemica, ha tirato fuori AISC, ovvero All-In Sustaining Cost, ovvero una formula che calcola i costi per l’estrazione dell’oro insieme a quelli amministrativi, così da avere una soglia di prezzo minimo per l’oro che può essere utilizzata come una sorta di valore intrinseco. Cosa che si potrebbe fare, tra le altre cose, anche per Bitcoin.
Dove si sbaglia Christine Lagarde
L’artificio retorico utilizzato da Christine Lagarde non è particolarmente acuto. Si utilizza una categoria storicamente inapplicabile a certe commodity per far passare il messaggio che Bitcoin sia privo di valore.
Potremmo stare a discutere per giorni sulla differenza tra valore e prezzo (teoria molto in voga tra chi crede di avere il potere di prezzare meglio dei mercati), ma non è questo il luogo e non è questo il momento. Se Christine Lagarde trova troppo caro Bitcoin per quello che offre, è ovviamente liberissima di non comprarlo. Lo ha affermato in passato, quando Bitcoin era sotto i 10.000$ (diecimila/00), figurarsi se cambierà idea oggi.
Ci dovrebbe però essere una discussione più intelligente su certi temi economici. Perché c’è chi accumula Bitcoin? Da cosa sta cercando di proteggersi? E non è che Christine Lagarde…
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Neppure la Lagarde ha un valore intrinseco!!!!
R.
Bastardi senza gloria
I bastardi si offendono!!!
R.
L’oro un valore intrinseco c’è l’ha, essendo una materia prima con ottime qualità chimiche (molto difficilmente ossidabile, cosa che ne garantisce la perdurabilità)
Semmai sono le valute fiat a non aver valore intrinseco, da quando le hanno sganciate dal rapporto di cambio fisso con l’oro.
Ce l’ha (T9 maledetto!)
Direi proprio di no!! Al tempo degli antichi romani era il sale ( perché consentiva la conservazione dei cibi) in epoca coloniale le spezie valevano più dell’oro. Oggi è l’oro solo perché convenzionalmete gli viene attribuito valore( ed aldilà delle proprietà chimiche, non te lo mangi e quasi nulla ci fai). Domani e forse già oggi sarà il Bitcoin, piaccia o non piaccia.
Non ho capito a cosa dici di no Roberto. Comunque sì, sono d’accordo sull’attribuzione convenzionale.
Tutto quello che usiamo come ” moneta” per gli scambi ha valore finché viene accettata. Anche una banconota falsa da 50€ vale 50€ finché tutti la accettano
Che ci fai quasi nulla è un grosso errore: viene comunemente usato per la creazione di manufatti ad alto valore (gioielli) ma anche in elettronica. Poi posso concordare che la sua quotazione sia gonfiata rispetto al suo valore come materia prima. Ma ciò non toglie che, avendo un suo valore commerciale, non si possa affermare che abbia valore intrinseco nulla. Se mi permetti il tuo richiamo al “sale”, da cui la parola “salario”, e “Salaria” è indubbiamente vero, ma non c’entra nulla con il discorso. Non perché il sale non avesse, all’epoca, un valore intrinseco (ben maggiore di quello odierno, visto che si sono affinate tecniche per produrlo e raffinarlo), ma perché il fatto che lo avesse non dimostra che non lo avesse anche l’oro. Men che meno che lo abbia ora (classico ricorso all’argomento fantoccio ben noto in letteratura, coma fallacia logica)
Comunque se per te l’oro non ha valore cedimento pure quanto vuoi al valore minore che gli attribuisci: te lo compro tutto. Poi vedrai che ci mangio, ed anche tanto.
P.S. concordo pure che, in futuro, saranno le cripto le valute mondiali di riferimento. Anche se non penso che il Bitcoin continuerà la sua dominance nel settore
Ettore, non è questo il punto. Mi sembra pacifico che le banche centrali non abbiano enormi riserve d’oro perché ha degli utilizzi in elettronica. E penso che possiamo anche concordare che se nei matrimoni di mezzo mondo si regala oro non è perché un giorno gli sposi potranno aprire una fabbrica di protesi dentali.
L’oro non ha valore intrinseco in questo senso. Il che non vuol dire che non abbia valore.
La convinzione che un certo asset abbia e avrà valore è inestimabile. Ed è ciò che tiene il prezzo dell’oro su quei livelli. Converrai con me che la domanda per oro per uso industriale non può essersi decuplicata (al netto dell’aumento di produzione) dal 2000 a oggi.
Il fatto che tutti credano che continuerà a avere valore è, ripeto, di inestimabile valore. Un’allucinazione collettiva così radicata , perché di tale si tratta, non la accendi e non la spegni a piacimento.
Hai usato un dispositivo che contiene tracce di oro, per poter scrivere questo tuo post, Roberto.
La domanda di oro per utilizzo in componentistica elettronica è sotto il 10% della domanda totale. Poi siete liberissimi di credere che questa roba impatti sul prezzo e/o che abbia avuto un grande ruolo nella corsa dell’oro degli ultimi mesi. Cos’è successo esattamente? Utilizziamo il doppio dell’oro per la componentistica?
La vera differenza è che la moneta ha valore legale, il Bitcoin no. La moneta ha dietro lo Stato e per legge dello Stato deve obbligatoriamente essere accettata in pagamento delle obbligazioni. Alle spalle della moneta legale c’è la ricchezza (PIL) prodotta all’interno dello Stato medesimo. È lo Stato che di fatto garantisce la moneta. E’ lo Stato che la emette, la controlla ne regolamenta l’uso. Nulla di simile nel Bitcoin, e ciò rappresenta il suo maggior pregio per gli investitori (mancanza di controlli) e difetto (forza della controparte garante). La garanzia dell’oro è un paravento, utile solo finché non serve. Immaginatevi se uno Stato dovesse vendere le riserve d’oro: crollerebbe il prezzo del metallo giallo e la moneta diventerebbe carta straccia. In sostanza la garanzia ucciderebbe quello che avrebbe dovuto tutelare
L’ultima volta che ci sono state vendite significative di oro da parte di uno stato, è passato alla storia come il “Brown Bottom”
Nemmeno i pezzi CARTA chiamati Euro o Dollari hanno valore intrinseco è appunto CARTA di cosa c…. o parla ?