Negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di leggere molti commenti da parte dei nostri lettori in merito al crollo del mercato crypto dello scorso venerdì 10 ottobre. Ciò che emerge è un quadro alquanto tragi-comico, con il sentiment che ha toccato livelli molto bassi, e con una sfiducia crescente che sta portando, nella maggior parte dei casi, a parecchie conclusioni affrettate.
In molti hanno parlato di mercato manipolato, di insider trading, di poteri forti che decidono l’esito della price action, arrivando a descrivere il mondo crypto come un vero e proprio inganno. Per certi versi non possiamo darvi torto, specialmente a seguito di quanto accaduto sulle piazze speculative, ma allo stesso tempo non ci va proprio giù regredire così tanto, né sul piano culturale né su quello razionale.
C’è ancora una speranza per il futuro del mercato, e per quanto possa sembrare utopico e eccessivamente astratto, dovete sapere che dipende tutto da voi. Oggi facciamo due passi indietro al Monopoly, ma impariamo una lezione, che ci farà fare un salto di qualità a livello psicologico.
Il mercato crypto è truccato
C’è del vero e del falso in questa affermazione. Dopo quello che i nostri occhi hanno dovuto affrontare, non possiamo di certo credere che certi movimenti siano frutto di normale amministrazione. Non ci soffermiamo a lungo su questo: non abbiamo dati verificati che ci possano avvalorare questa tesi e sarebbe un discorso tanto becero quanto inutile, ma è evidente che c’è qualcosa che non va.
I movimenti di breve periodo sono purtroppo ancora troppo dipendenti dalle singole cause e dalle affermazioni di uomini/donne che, per quanto potenti, non dovrebbero avere certi effetti. Il nostro direttore Alessio Ippolito nel suo approfondimento settimanale ha parlato di MERCATO IMMATURO, ed ha ragione da vendere.

Non siamo ancora pronti per lo step successivo: dal 2016 ad oggi abbiamo migliorato in una marea di campi diversi, ma è rimasta, ahimè, una condizione incontrovertibile: basta un tweet, una frase fuori posto, o uno sputo da parte di qualche personaggio influente per scatenare il panico o, al contrario, l’euforia collettiva.
Le lezioni da imparare
Un vecchio saggio diceva: “Il mercato non ha pietà, ma insegna a chi sa ascoltare.” Forse è il caso che, dopo aver perso soldi, qualcuno di voi si metta davanti allo specchio ed invece che piangere e gridare allo scandalo, inizi a pensare a quali insegnamenti trarre dall’ultimo massacro del mondo crypto. Vi diamo noi una mano, riassumendo i concetti che, a nostro avviso, sono fondamentali:
1- Non esiste leva considerata “safe”: Anche gente con un banale 3X, è stata ferocemente liquidata. Non vuol dire che non dovete più considerare questi strumenti (dall’anno prossimo si pagherà di meno sulle plusvalenze), ma sicuramente con più moderazione, in modalità isolata e senza rischiare tutto in una singola bet.
2- Le altcoin sono troppo illiquide: Nella maggior parte dei casi non ha senso investire nel lungo periodo sulle alt, né tantomeno dedicargli una alta percentuale del proprio portafoglio. Sono scommesse, che magari in futuro potrebbero pagare bene, ma rimangono scommesse.
3- Esistono mercati meno pazzi: Anche qui, come ricordato dal nostro preparatissimo direttore, non esistono solo le crypto, e per costruire un portafoglio più conservativo, dovreste buttarvi anche in asset tradizionali.
Basta con le crypto: non ha più senso
Ci colleghiamo al punto 3 di cui sopra, perchè in molti a questo giro hanno giustamente affermato “Ma a questo punto basta con le crypto, da domani solo mercati tradizionali”. Ecco per quanto questa scelta possa essere legittima, e nessuno vi dirà mai cosa dovete o non dovete dare con i vostri soldi, ci permettiamo di dissentire. Nulla togliere alla TradFi, ma forse abbandonare del tutto ci sembra eccessivo.
Non ci sta per nulla bene lasciare da parte tutto ciò che negli ultimi 15 anni è stato costruito da chi credeva in un futuro trustless e senza intermediari. Ed aggiungiamo che non ci sta affatto bene andarcene ora che il danno è stato creato proprio dagli stessi intermediari a cui avremmo dovuto allontanarci (a buon intenditor poche parole).
Cosa proponi allora? Ovviamente non possiamo riscrivere da zero le regole del gioco. Il mercato è ad oggi legato a determinati rischi sistemici e basta che qualcuno si comporti male per far crollare tutto, ma non è questo il punto.
Il punto, cari lettori, è che forse dovremmo imparare a guardarci indietro e ad iniziare ad utilizzare un po’ di più quegli strumenti che funzionano in ambienti completamente open source e senza un controllo centrale. Non tanto perché così potremmo risollevare i prezzi e costruire un nostro mercato, ma perché è arrivato il momento di dire stop a certe distorsioni, e farla finita a far arricchire chi poi, come ringraziamento, ci piscia letteralmente in bocca.
Ci auguriamo vivamente che questo grafico continuerà a crescere sempre più velocemente nei prossimi anni. ( senza quei finti DEX gestiti da pochi validatori).

C’è ancora una speranza
La speranza non è che Donald Trump domani faccia un tweet in cui annuncia un accordo commerciale, il chè porterebbe chiaramente un rialzo dei mercati, ma non risolverebbe il problema di fondo. Riascoltiamo cosa ha da dirci il vecchio saggio: “Dai un pesce a un uomo e lo sfamerai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita.”
La speranza è che tutti voi, nessuno escluso, inizi a considerare sempre meno il concetto di “comodità” nel mondo crypto e sempre più quelli della “fiducia” e della “libertà”. Come dicevamo all’inizio: oggi facciamo due passi indietro al Monopoly, peschiamo la carta imprevisti e paghiamo la riparazione dal meccanico.
Ma allo stesso tempo torniamo a giocare con la consapevolezza di chi sa che là fuori nessuno ci aiuterà a costruire ciò per cui tutto è nato: un mondo dove è possibile scambiare valute digitali P2P in ambiente trustless. E magari da domani iniziamo a guardare quelle stesse persone in modo diverso, con un occhio decisamente più critico ed in malafede.
Perché la verità ragazzi, è che se non vogliamo che Satoshi Nakamoto si rivolti nella tomba e se vogliamo davvero un mondo “cypherpunk”, per quanto per certi versi sia ormai complesso, dobbiamo tornare alle origini: scambiatevi sats, operate in anonimato, custodite in self-custody, ma iniziate a non fidarvi più di nessuno.
Pillola finale
Aggiungiamo l’ultima breve riflessione che spero tutti voi condividiate: non esiste BlackRock, Donald Trump, Elon Musk, Wintermute, Binance o chiunque sia che possa decidere il futuro di Bitcoin. Sappiamo che ci sono players con ormai una grande somma di BTC in grembo, ma non potranno mai agire sul futuro del protocollo.
Il codice rimane intatto ed è tutto quello che ci serve: impariamo a vivere senza di certe figure, magari anche ipotizzando un prezzo più basso, perchè se ci pensiamo davvero, ormai Bitcoin è così grande che può continuare ad esistere in qualsiasi situazione o contesto distruttivo.
C’è un problema di fiducia nell’aria, e ancora una volta, Bitcoin fixes this.
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in 5-6 saremo d’accordo con questo articolo… il rimanente 99.9% non capirà nemmeno il succo. “Tanto a me Binance m’ha rimborsato, io mi fido! E se perdo la pass me la ridanno pure, sai cosa succede invece se perdo la seed? Perdo tutto! E poi Aster è una figata, guarda che airdrop, guarda come pompa, è il futuro!!”
Grazie comunque per averci provato 🙂
p.s. se avete capito il succo dell’articolo e ancora non lo conoscete, imparate a usare Lightning Network
Mah…non sono d’accordo su alcuni punti dell’articolo. La teoria dei giochi implica che una tecnologia debba essere talmente conveniente da imporsi a prescindere da qualunque “idealismo”. La potenza dell’incentivo dev’essere tale da spingerla all’adozione di massa indipendentemente dalla buona volontà dei singoli. Altrimenti scadiamo nel moralismo. Sono stanco di sentir dire: “Tocca a noi riscoprire lo spirito delle origini, tocca a noi tornare alla visione di Satoshi”. Un paio di esempi: 1)alla maggior parte delle persone che conosco nulla importa della “sefl-custody” o del mantenere il controllo dei dati personali. Per loro “trustless” e “permissionless” sono parole vuote, prive di valore e significato. Continueranno a fidarsi e delegare a entità terze, siano esse il server di Google o la banca. Non sanno niente di Cambridge Analytica e se pure lo sapessero non gli sposterebbe nulla. Possiamo accusarli di pigrizia o ignoranza, ma dovrebbe essere il web3 a rivelarsi così potente e conveniente da spingerli a soppiantare il web2. Se non accade vuol dire che il web3 non ha la forza per farlo, e quindi non “funziona” (o per meglio dire “non risolve problemi”). Hai voglia a predicare che Ethereum è il super-computer mondiale su cui far girare le dapps, ma alla sciura Maria va benissimo che whattsup giri sul server di Meta, spetta ad ETH dimostrare che sarebbe più conveniente ospitarlo su blockchain. 2)Dopo 9 anni in questo settore fatico a trovare reali applicazioni che non siano legate al gioco d’azzardo. Sì, va bene i poveri libanesi che salvano la pelle grazie a BTC, ma in percentuale sul “successo” delle crypto pesa più il povero venezuelano o il trading in leva x600? E’ proprio la tanto vituperata volatilità ad attrarre senza sosta chi spera di svoltare la vita. Adesso si leccano le ferite ma basterà qualche candela verde per farli tornare alla carica come tori inferociti. Chi ha abbastanza soldi da manipolare i prezzi lo sa e tornerà a pasturare i tossici retail con l’adeguato mangime. L’azzardopatia è l’unica garanzia di futuro per questo mondo, con o senza Gary Gensler o Donald Trump.
non sono d’accordo 🙂 o meglio: sono d’accordo sullo stato attuale, ma vedo anche sviluppi in arrivo – e non utopie, cose in arrivo concrete!
1) la gente necessita di tempo. Ne conosco un paio che dopo quello che è successo hanno cancellato l’account su Binance (e adesso gli viene l’urticaria anche solo a sentir parlare di Aster). Certo, sperare che il primo approccio con il mondo cripto sia l’autocustodia è ridicolo! Ma è perchè ci mancano ancora i genitori esperti (o quasi), per ora siamo tutti autodidatti. Nostro padre/madre non ci ha insegnato l’autocustodia, ma ci ha insegnato molte altre cose (chennesò pescare, andare in bici, giocare a calcio, ….). Senza i nostri genitori sapremmo fare metà delle cose che sappiamo fare. In futuro, un genitore insegnerà al figlio l’autocustodia. Ci manca ancora una generazione di gente che si è scottata ed insegnerà al figlio come evitere di scottarsi 🙂
2) qui mischi due discorsi diversi… certo, il grosso dei volumi (attualmente) lo fanno degens e whales; questo però non vuol dire che non ci siano casi d’uso. E non sono solo i paesi del terzo mondo (o quasi), sono anche posti come la Bitcoin Valley di Rovereto, tanto per dirne uno… posti dove fai spesa al supermercato e paghi con LN, poi vai dal parrucchiere, e poi a berti una birra ed un caffè – tutto con LN. I commercianti ti fanno lo sconto se paghi in BTC, sia perchè li vogliono avere (per tenerseli) e così non li devono comprare chissà dove sia perchè non hanno commissioni da pagare (mentre i POS sono belli salati; da acquirenti noi non lo sappiamo, ma da venditori è un altro paio di maniche)
Insomma di base concordo, ma vedo il futuro più roseo 😀 le rivoluzioni epocali non avvengono in poco tempo!
Speriamo! Nel mio piccolo faccio molta fatica a spiegare ad amici e parenti cosa sono le crypto, mi guardano storto pensando a qualcosa di losco. Un tempo si diceva che BTC era “una soluzione in cerca di un problema”, a ripensarci non era così campato per aria come motto. Durante il crollo di venerdì l’oro fisico è salito a 4000 mentre BTC scendeva di 20k. Si dirà che bisogna fare zoom out, ma (imho) uno store of value deve essere tale anche sul breve periodo. Vito Lops definisce BTC un “cane da tartufo della liquidità”, un “proxy di liquidità”, e questo mi conforta perchè sul lungo periodo la curva di M2 non smette di salire. Quanto allo spirito delle origini, ai miei occhi avere un network monetario decentralizzato e disintermediato con uptime del 100% è tanta roba ma mi sento una nicchia dell’ultra-nicchia. Spero tanto che tu abbia ragione e che in futuro la decentralizzazione riesca a dimostrarsi vincente nel sanare le falle della centralizzazione
ti capisco! Con i parenti bisogna essere estremamente attenti, e con alcuni di loro è proprio una partita persa; insistere serve solo a contrariarli ancora di più (soprattutto alle cene di Natale se ci hanno dato sotto col vino) Tuttavia alcuni sono più ricettivi di altri; paradossalmente la fascia 70+ dalla mia esperienza personale è molto più aperta della fascia 40-60… probabilmente sa meglio cosa voglia dire risparmiare!
Con gli amici si può tirare un po’ di più la corda, anche qui con le debite precauzioni.
Quello che di solito lascia tutti di stucco, anche se è spesso difficile da attuare – causa diffusione ben poco capillare – è far vedere la facilità di un pagamento LN. Tiri fuori lo smartphone, inquadri un QR, conti fino a 3 e sorridi. Poi fai vedere le commissioni che hai pagato – “guarda, 7 satoshi. Cioè, vediamo, meno di un centesimo di euro. Che non è comunque andato a Visa, ma a gente come me e come te. E di questo pagamento siamo al corrente solo io e il venditore. Lui mi ha fatto lo scontrino eh, è tutto in regola. E lui non ha pagayo alcuna commissione. per questo mi ha fatto lo sconto del 10%”
Rimangono basiti. Ovvio, serve un esercente che accetti LN (e che ti faccia lo sconto se lo usi, il che non guasta).
Volatilità… certo. Ma quando la confronti con l’inflazione, grafici alla mano ovviamente, vinci facile anche con gli scettici di solito. Quando poi dici che holdare è meglio che investire (e per investire devi documentarti per mesi, per holdare solo per qualche ora), anche qui dati alla mano… hai capito. Certo, è una valle di lacrime. Ma quando qualcuno, qualche mese/anno dopo, ti ringrazia e prende il testimone, sei ripagato in un colpo solo di tutti gli insulti che ti sei preso dagli altri amici che ancora sono rimasti scettici 😀
quando le cose non vanno per il verso giusto o perdo denaro su un investimento penso sempre che la colpa sia solo mia. Per questo in ogni settore in cui si investe è indispensabile avere un piano di investimento e una strategia, è chiaramente utile conoscere ciò che si sta facendo e stabilire una regola e capire perchè si è fatto quella scelta piuttosto che un’altra. Che i mercati siano manipolati o no non ha importanza anche se sono il primo a sostenere che ci sono delle persone che hanno e avranno sempre delle info privilegiate. per quel che riguarda il portafoglio cripto a breve la mia strategia è uscire ad ogni gain e rimanere piazzato se il mercato dovesse salire ancora o rientrare a valori più bassi se dovese scendere. sul secondo portafoglio cripto rimango fermo qualunque cosa accada senza fare operazioni perchè qui sono posizionato long. su BTC e ETH. Poi ognuno avrà la propria strategia ma questa mi ha messo al riparo dal tracollo di venerdì. Da ignorantone che sono non penso minimamente di uscire dal mercato cripto che considerare maturo i immaturo ha poca rilevanza perchè per ora è solo una macchina da soldi e da autodidatta sto facendo la patente per poterla guidare senza fare incidenti mortali. Compra a prezzi bassi e vendi a prezzi alti è semplice ma non è facile.