Il super trade dell’anno – il debasement trade – è già fallito? Performance in correlazione inversa tra oro e Bitcoin nel corso dell’ultima settimana gettano nubi assai cupe su questa lettura, che pur viene portata avanti da diversi tra i gestori di ETF su Bitcoin e anche da diversi analisti.
Ne abbiamo già parlato in uno speciale che poi citeremo più avanti: ora quello che ci interessa capire è se, come e quando questa idea sia ancora percorribile in termini di investimenti di lungo periodo. O se si sia trattato, come spesso capita all’interno del mondo degli investimenti, di una moda effimera e di una lettura semplice, e forse semplicistica. Se si crede nel caos futuro nel sistema delle valute classiche, Bitcoin sarà o non sarà della partita?
Oro su, Bitcoin fatica, Wall Street cambia rotta – il debasement trade è già finito?
Il debasement trade è una formula molto alla moda per descrivere quanto sta(va) accadendo nel mondo degli investimenti classici, almeno fino a venerdì scorso. Bitcoin su di giri, oro ai massimi, valute fiat in grande difficoltà e acuirsi (di nuovo) di qualche dubbio sui bond sovrani.
La lettura che fu data (usiamo il passato remoto perché sembra passata un’era geologica) era tanto semplice quanto allettante:

Dato che gli stati continueranno a svalutare moneta per rendere il debito pubblico sostenibile, gli investitori cercheranno e troveranno alternative in oro e Bitcoin.
La tesi ha avuto una certa diffusione anche perché riprendeva in realtà quanto certi appassionati di Bitcoin ripetono sin dalla notte dei tempi: Bitcoin è moneta solida, la cui base monetaria non può essere espansa all’infinito o comunque a piacimento e che dunque può diventare una sorta di oro digitale.
I motivi del sì: conviene ancora credere a questa narrativa
Purtroppo tutti o quasi tendono a trasferire movimenti di breve in proiezioni di lungo periodo. Ciò che è successo negli ultimi giorni diventa una previsione di ciò che accadrà anche nel medio e lungo.
Era forse eccessivo ritenere Bitcoin da subito parte del debasement trade, è forse errato adesso tirarlo fuori perché ha avuto una settimana così così, sia in termini di prezzo, sia invece in termini di afflussi negli ETF.
Ad avviso di chi vi scrive, per effettuare certe valutazioni ci sarà bisogno di guardare più a lungo certi sviluppi di mercato e vedere effettivamente come si muoveranno principalmente i bond sovrani.
Una nota di colore: la Francia sembra pronta a trovare un accordo di politica interna che rinvierà una necessaria riforma del sistema pensionistico. Al netto delle simpatie politiche di ciascuno, questo rimane un momento che segnala l’enorme difficoltà degli stati con le economie sviluppate a tagliare spesa pubblica. Ed è un segnale del fatto che ci saranno enormi sofferenze anche in futuro in questo senso, con conseguente stress sia sui bond sovrani e più in generale sul debito.
Un sostegno del debasement trade che arriva dall’Europa – che lascia però aperta l’analisi su Bitcoin. Potrà farne parte?
I motivi del no: il ruolo delle banche centrali
Oltre agli investimenti privati, a muovere in modo importante il prezzo dell’oro sono anche acquisti ripetuti e quasi costanti da parte di certe banche centrali, che ora insistono su un mercato dove ci sono davvero pochi venditori.
Le banche centrali, almeno per adesso, non sembrerebbero avere alcun tipo di interesse per Bitcoin come asset di riserva, cosa che può renderne il percorso più accidentato di quello del metallo prezioso che è riserva per eccellenza.
Per diventare oro digitale nell’immaginario collettivo, Bitcoin avrà almeno in parte bisogno di diventarlo anche per gli accumulatori di riserve per eccellenza, ovvero i forzieri delle banche centrali.
La risposta che non ti piace: ci vorrà del tempo – e non è detto che sia un male
Bitcoin continua a alternare fasi in cui è molto correlato all’azionario a fasi durante le quali invece sembra seguire la performance dell’oro. Questo suo essere Giano bifronte sarà frustrante per tanti, soprattutto per quelli che sono arrivati su questo mercato con la convinzione di diventare ricchi subito.
Bitcoin comincia ad avere le caratteristiche di un asset che può avere senso detenere per il lungo periodo. Ci vorrà ancora un cambio di paradigma, ci sono cuori e anime da conquistare in questo senso, ma siamo sulla strada giusta. Questo sempre nella speranza di non dover testare le sue performance in una vera crisi dei debiti sovrani dei paesi economicamente sviluppati.
Per saperne di più:
- Il Debasement Trade: asset e strategie
- Crisi dei bond: Bitcoin per proteggersi dai default
Criptovaluta.it® Ultime Notizie Bitcoin e Crypto News | Criptovalute Oggi

qualcuno, anzi più di qualcuno si arrabbierà con me ma io non considero Bitcoin una moneta. Per ora per me è solo un asset fino a quando non arriverà ad essere riconosciuto a corso legale per me rimarrà condizionato dal tasso di adozione. Quando sarà riconosciuto a tutti gli effetti una moneta di scambio, allora si potranno anche stampare Bitcoin fisici su prenotazione e fino ad un certo numero perchè dovrà rimanere deflazionistico e potrebbe venir coniato in oro e seguirà sia l’andamento sia del primo che del secondo asset. E’ vero è ancora fantascienza come penserà qualcuno di voi e forse quando succederà io non sarò più qui a divertirmi con voi o forse non succederà mai ma il mondo economico mai come in questo momento ha bisogno di una moneta forte che possa portare equilibrio all’interno del sistema economico e delle fiat che non spariranno.