Mentre il mondo crypto discute su probabili nuove approvazioni ETF, ancora su possibili scenari di altseason ergo bull run, c’è un asset che sta semplicemente dominando il 2025: l’oro. E i numeri parlano chiaro, senza bisogno di narrative particolari.
La capitalizzazione di mercato del metallo giallo ha raggiunto la cifra monstre di 30,42 trilioni di dollari, con il prezzo che ha toccato i 4.380 dollari per oncia il 17 ottobre, segnando un incremento del 66% da inizio anno e del 13% solo nel mese di ottobre. Per capirci: in una settimana l’oro ha aggiunto al suo market cap l’equivalente dell’intera capitalizzazione di Bitcoin.
Il confronto dell’economie basato sui numeri
Facciamo un passo indietro e guardiamo il quadro completo con freddezza analitica.
Performance 2025 (Year-to-Date):
- Oro: +61,26%
- S&P 500: +10,47%
- Bitcoin: +11,31%

Il primo dato che salta all’occhio è che l’oro ha sovraperformato Bitcoin di circa 6 volte nel 2025. Quello stesso Bitcoin che dovrebbe essere “oro digitale”, “digital gold”, il nuovo bene rifugio ma che invece si comporta come asset tecnologico in senso puro, strettamente correlato ai principali indici US.
Questa è una narrativa per la quale mi vanto, essendo stata ampiamente descritta per la prima volta presso questa testata giornalistica oltre 3-4 anni fa, scatenando all’epoca reazioni contrarian. I numeri e i fatti ci han dato però ragione.
Alessio Ippolito
L’oro ha fatto sei volte meglio del più importante indice azionario al mondo, che pure ha registrato +33% negli ultimi sei mesi.
Ma il vero colpo al cuore arriva quando guardiamo le capitalizzazioni di mercato. L’oro vale oggi:
- Ben oltre 14 volte la capitalizzazione di Bitcoin (2,1 trilioni)
- Più di 1,5 volte il market cap combinato delle Magnifiche 7 della tech (Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon, Meta, Tesla: circa 20 trilioni combinati)
- Oltre 6 volte Nvidia, l’azienda più influente del mondo AI

Il ruolo delle banche centrali
Dietro questi numeri c’è una dinamica strutturale che molti nel mondo crypto preferiscono ignorare: le banche centrali stanno comprando oro come non mai.
I dati del World Gold Council sono inequivocabili:
- Dal 2022, gli acquisti di oro da parte delle banche centrali superano le 1.000 tonnellate annue, più del doppio della media del decennio precedente (400-500 tonnellate)
- Il 95% delle banche centrali prevede di aumentare le proprie riserve auree nei prossimi 12 mesi (un record assoluto nelle rilevazioni)
- Il 73% si aspetta una riduzione significativa delle riserve in dollari entro il 2030
Polonia, Turchia, India e Cina guidano questa corsa globale. La Polonia ha accumulato quasi 400 tonnellate negli ultimi sette anni. La Cina, pur con un ritmo più moderato nell’ultimo periodo, continua acquisti strategici che si riflettono nei premi sui futures di Shanghai rispetto ai benchmark globali.
La de-dollarizzazione delle riserve
Chiamiamola con il suo nome: stiamo assistendo a una progressiva de-dollarizzazione delle riserve globali. E ad oggi l’oro ne è il principale beneficiario. Da una parte si sgonfiano i mercati reali, soprattutto quelli a maggiore cap, dall’altra si gonfia l’asset rifugio per eccellenza.
A mio avviso il congelamento delle riserve russe nel 2022 è stato un ulteriore spartiacque. Da quel momento le banche centrali di tutto il mondo hanno capito che detenere asset denominati in una valuta soggetta a decisioni politiche unilaterali rappresenta un rischio sistemico. E su questo possiamo essere tutti d’accordo, credo.
Goldman Sachs stima che gli acquisti delle banche centrali abbiano contribuito per circa il 15% all’incremento del prezzo dell’oro. E prevede acquisti medi di 50 tonnellate al mese per il resto del 2025, con un target di prezzo a 3.100-3.300 dollari entro fine anno: un target già ampiamente superato.
Ma allora perchè Bitcoin non si comporta come l’oro?
I 5 motivi dietro l’ascesa dell’oro
L’esplosione dell’oro non è dovuta a un singolo fattore, ma a una convergenza perfetta di elementi strutturali:
1. Tensioni Geopolitiche
Ucraina, Medio Oriente, tensioni commerciali USA-Cina: il mondo è più instabile che mai. E ogni volta che l’incertezza sale, l’oro beneficia del “premio geopolitico” che gli investitori sono disposti a pagare per dormire sonni tranquilli.
2. Politiche Monetarie e Tassi
I tagli dei tassi della Federal Reserve rendono l’oro più attraente, riducendo il costo-opportunità di detenere un asset che non paga cedole. Ma attenzione: nel 2024-2025 l’oro è salito anche con dollaro forte e tassi non in caduta libera, segnalando che i vecchi driver non bastano più a spiegare il fenomeno.
3. Incertezza Politica USA
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca, con le sue politiche commerciali aggressive e l’annuncio di dazi universali, alimenta volatilità e incertezza. Il presidente ha persino firmato un ordine esecutivo per creare una “riserva strategica di Bitcoin”, ma paradossalmente questo ha rafforzato la narrativa dell’oro come asset sovrano per eccellenza.
4. Domanda Asiatica
Oltre il 60% della domanda globale annuale di oro (escluse le banche centrali) proviene dall’Asia. India e Cina sono i motori, con la prima che ha ridotto le tasse sulle importazioni e la seconda che mostra una propensione istituzionale crescente.
5. Inflazione e Potere d’Acquisto
Con l’inflazione che resta vischiosa e le politiche fiscali espansive annunciate negli USA, l’oro mantiene il suo ruolo di copertura contro la perdita di potere d’acquisto delle valute fiat.
| Fattore | Impatto sull’Oro | Probabilità |
|---|---|---|
| Acquisti banche centrali | ⬆️⬆️⬆️ Fortemente rialzista | Alta |
| De-dollarizzazione | ⬆️⬆️⬆️ Fortemente rialzista | Alta |
| Tensioni geopolitiche | ⬆️⬆️ Rialzista | Media-Alta |
| Tagli tassi Fed | ⬆️⬆️ Rialzista | Media |
| Domanda asiatica | ⬆️ Moderatamente rialzista | Alta |
| Rafforzamento USD | ⬇️ Ribassista | Media |
| Normalizzazione geopolitica | ⬇️⬇️ Moderatamente ribassista | Bassa |
Il paradosso sull’oro e Bitcoin
Oro e Bitcoin: due comportamenti diametralmente opposti sui mercati finanziari ma che, almeno per come la vedo io, possono essere inclusi nello stesso cluster. La vera domanda da porci secondo me è la seguente: quanto è più o meno impattante Bitcoin rispetto all’oro nell’economia reale oggi? E quanto l’oro nei confronti di Bitcoin? In definitiva: chi è più utile all’economia reale in termini di crescita worldwide?
Queste a parer mio sono le domande che dobbiamo porci quando cerchiamo di comprendere dove è preferibile mettere il frutto dei nostri sacrifici, con l’aspettitiva di crescita.
E allora perchè a livello di investimento personale detengo Bitcoin anzichè oro? Perchè la mia strategia dichiarata come Popular Investor è una strategia basata sulla crescita, quindi non conservativa e la sua peculiarità è individuare assets & settori merceologici in ascesa nel medio e lungo periodo e ritengo Bitcoin possa crescere negli anni di più rispetto a quanto invece stia accadendo oggi.
Diversificazione con il palladio
Trasparenza totale: nel mio portafoglio pubblico su eToro come Popular Investor (oltre +120% in 24 mesi, +31% YTD), ho preso una decisione contrarian quando l’oro era già sui massimi.
Ho scelto di non comprare oro. Zero. Niente. Nemmeno un grammo.
Avevo spiegato nel mio articolo di settembre di come sia assolutamente importante diversificare con i metalli preziosi, tuttavia – al momento – ho preferito puntare sul palladio, che oggi rappresenta il 5.22% del mio portafoglio tramite l’ETF Abrdn Palladium (PALL): avevo bisogno di diversificare gli asset, consolidando con un ETF in relica fisica dalle ottime performance, ritenendo il suo prezzo di entrata buono – 1/3 rispetto al suo ATH – e perchè il palladio è importante in vari processi di sviluppo industriale in automotive a basso impatto ambientale e in elettronica, essendo un ottimo conduttore. Il palladio ha un deficit di offerta superiore a 1 milione di once. La Russia controlla il 40% della produzione mondiale. Il prezzo attuale supera $1.100/oncia (+20% su anno), ma resta lontano dal picco di $3.200 del 2022.
La composizione attuale del mio portafoglio (aggiornata al 19 ottobre 2025) riflette questa strategia di diversificazione:
Macro-allocazione per settori:
- ~22% Azioni Tech/Growth (NVDA, GOOGL, AMZN, META, TSLA, NIO, MELI e altre)
- ~18% ETF Tematici (Palladio 5.2%, Cybersecurity 6.3%, Uranium 3.1%, AI/Robotics 3.1%)
- ~15% Azioni Italia (Intesa Sanpaolo, Poste, Enel, Generali, A2A)
- ~11% Healthcare/Biotech (UnitedHealth, Biomea, AbCellera, Sana, Allogene)
- ~9% Criptovalute (Bitcoin come posizione singola più grande)
- ~18% Altre azioni diversificate (47 posizioni totali)
- ~1.6% Cash (quasi fully invested)
Cerco asimmetrie di valore. L’oro ha già fatto +66% quest’anno e quota massimi storici. Il palladio ha ancora un potenziale di recupero del 190% solo per tornare ai livelli del 2022.
Potrei sbagliarmi? Assolutamente sì. L’oro potrebbe continuare a salire fino a $5.000. Ma preferisco posizionarmi su asset con maggiore upside potenziale nel medio lungo, correlazioni diverse dal resto del mercato.
Tutto è pubblico, verificabile in tempo reale sul mio profilo @tradingonlinecom su eToro. Nessun trucco, nessuna fotografia di un momento fortunato. Solo scelte reali, con soldi veri.
Bitcoin vs Oro: è solo una questione di maturità?
Nel mio recente articolo Substack relativo ai metalli preziosi già pocanzi linkato, avevo esplorato il ruolo dell’oro in un portafoglio diversificato. Oggi, con questi numeri sul tavolo, la riflessione si fa via via più profonda, anche perchè poi alla teoria adoro affiancare i fatti (lo faccio anche nella vita privata, figuriamoci sul lavoro analitico, ndr)
Bitcoin doveva essere l’oro digitale. La sua supply limitata (21 milioni), la decentralizzazione, la resistenza alla censura: tutte caratteristiche che lo rendevano il “bene rifugio del futuro”.
Ma nel 2025, quando le cose si sono fatte serie, il mercato ha votato oro. Non Bitcoin. Oro.
Certo, Bitcoin ha registrato nuovi massimi quest’anno per poi ritracciare in questo “finto famigerato Uptober” come piace chiamarlo a me (chi legge il mio Substack ben saprà a cosa mi riferisco, ndr), niente male in assoluto. Ma è rimasto indietro rispetto all’oro di 50 punti percentuali. E ha mostrato correlazione con il rischio tecnologico più che con il flight-to-quality.
Quando c’è stata la liquidazione da 19 miliardi di dollari in posizioni leverage sul crypto market a inizio ottobre, l’oro era già sui massimi. Quando Bitcoin ha faticato a mantenere i 110.000 dollari, l’oro sfondava i 4.000.
E io ho deciso di investire nel lungo periodo proprio in modo contrarian rispetto a quanto stia scegliendo oggi il mercato, ben conscio dell’opportunità che possa innescarsi lungo termine su Bitcoin, che potrebbe crescere in modo maggiore rispetto a quanto ci stia abituando il gold nell’ultimo anno. L’economia reale ha bisogno di utilità, piuttosto che di rifugi atomici, e dando uno sguardo al mio portafoglio eToro è possibile trovare riscontro alla mia tesi.
Investire in oro oggi: Opportunità o trappola?
Eccoci al dilemma: comprare oro a questi livelli è opportunità o follia?
Argomenti a favore dell’acquisto:
- I fondamentali non sono cambiati: anzi, si sono rafforzati
- La de-dollarizzazione è un trend decennale, non un trade di breve
- Le banche centrali continueranno ad accumulare
- L’offerta è limitata fisicamente
Argomenti contro:
- Il prezzo ha già prezzato molto ottimismo
- Un dollaro improvvisamente forte potrebbe raffreddare il rally
- La volatilità potrebbe aumentare, con correzioni brusche
- I rendimenti futuri potrebbero essere molto inferiori a quelli passati
La mia view personale? L’oro ha dimostrato di essere l’asset più resiliente del 2025. Chi non ce l’ha in portafoglio sta probabilmente sottoperformando. Ma il timing dell’ingresso è cruciale.
Un approccio sensato potrebbe essere:
- Evitare l’all-in sui massimi (lezione che ho imparato personalmente)
- Considerare un’allocazione graduale attraverso piani di accumulo
- Non superare il 5-15% del portafoglio in oro fisico o ETF
- Accettare che si può perdere ulteriore upside ma proteggendosi dal downside
Considerazioni a margine
Nel mondo degli investimenti, le opinioni sono interessanti, ma i fatti sono definitivi. E il fatto incontrovertibile del 2025 è che l’oro ha stracciato ogni altro asset. Ha battuto le criptovalute. Ha battuto le azioni tech. Ha battuto l’S&P 500. Ha dimostrato che, quando il gioco si fa duro, il mercato cerca solidità, tangibilità, storia.
Questo non significa che Bitcoin sia morto o che la tech non conti più. Significa semplicemente che in un mondo sempre più instabile, l’oro ha riconquistato il suo trono. A prescindere del fatto che poi finanziariamente ognuno possa prendere scelte d’investimento strategico anche diverse, come ad esempio ho fatto io.
E forse, solo forse, dovremmo smettere di guardare l’oro come “l’asset dei nostri nonni” e iniziare a vederlo per quello che è: un componente essenziale di ogni portafoglio serio nel 2025.
I dati non mentono. Le banche centrali stanno votando con i lingotti. E il prezzo sta parlando più forte di mille tweet.
La mia scelta personale? Zero oro in portafoglio. Ho preferito il palladio (5.22%) cercando asimmetrie di valore invece di comprare ai massimi. Altri sceglieranno di accumulare oro gradualmente nonostante i prezzi alti. Altri ancora resteranno 100% su crypto e tech.
Non esiste una risposta giusta universale. Esiste solo la risposta giusta per te, per il tuo profilo di rischio, per i tuoi obiettivi.
Ma una cosa è certa: ignorare completamente i metalli preziosi nel 2025 è come giocare a poker senza assi nel mazzo. Puoi vincere qualche mano, ma alla lunga stai giocando con un handicap.
La domanda ora è: siamo disposti ad ascoltare?
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