Strategy di Michael Saylor ha acquistato nel corso dell’ultima settimana 390 Bitcoin, per un controvalore complessivo di 43,4 milioni di dollari. La somma è stata raccolta senza emissioni di azioni ordinarie, ma ricorrendo a un mix di azioni privilegiate. Nel complesso il gruppo oggi ha in cassa 640.808 Bitcoin, per i quali sono stati spesi 47,44 miliardi – a un costo medio di 74.032$.
Continuano acquisti sotto tono per il gruppo guidato da Saylor, che continua una raccolta di capitali modesta, per motivazioni che analizzeremo nel corso di questo approfondimento.
Altri 390 Bitcoin per Michael Saylor
Seppur a ritmo non più sostenuto come un tempo, Strategy continua con gli acquisti settimanali di Bitcoin. Il gruppo ne ha acquistati altri 390 nel corso della settimana passata, ad un prezzo medio di poco superiore ai 111.000$. Prezzo che è del 3% più basso rispetto a quelli attuali.
- Più interessante, anche questa volta, sulla modalità di raccolta del capitale
Rimane più interessante però guardare alle modalità con le quali è stato raccolto il (modesto) capitale raccolto.
| Tipo di titolo emesso e venduto | |
|---|---|
| $STRF (azione privilegiata 10% perpetua strife) | 19,4 milioni di dollari |
| $STRK (azione privilegiata 8% perpetua strike) | 17 milioni di dollari |
| $STRD (azione privilegiata 10% perpetual stride) | 7 milioni di dollari |
| $MSTR azioni ordinarie | zero |
Chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno evidenzierà come finalmente certi prodotti per raccogliere capitale stiano finalmente riscuotendo un minimo di successo. Chi vuole vedere invece il bicchiere mezzo vuoto si concentrerà maggiormente su quel minimo. Sono cifre di molto inferiori rispetto a quelle alle quali Saylor ci aveva abituato, che sono sintomo di un problema però più importante e diffuso.
mNAV: quando i mercati dicono stop all’emissione di azioni ordinarie
Michael Saylor non ha alcun tipo di vincolo per quanto riguarda l’emissione di azioni ordinarie per raccogliere capitale. Nel farlo però finirebbe per diluire ulteriormente azionisti che hanno già dovuto incassare, nel corso degli ultimi mesi e indipendentemente dal corso di Bitcoin, delle perdite significative.
È un cul de sac – una situazione dalla quale è difficile uscire, perché il prezzo delle azioni in ritirata rispetto al controvalore dei Bitcoin posseduti dall’azienda impedisce a Saylor di spingere sul gas di ulteriori acquisizioni.
Un meccanismo che si è rotto? Forse no, ma è da tempo che soffre anche la concorrenza di Bitmine, società che continua ad aggiungere centinaia di milioni di dollari (ma in Ethereum) al proprio portafoglio.
Il gioco, per dirla in un altro modo, ha iniziato a farsi duro. I duri hanno iniziato a giocare – e il ciclo azioni-danaro-assetdigitale non è più di esclusiva competenza di Michael Saylor.
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