Tornano gli scarafaggi, quelli di cui parlava Jamie Dimon di JP Morgan – e che a quanto pare hanno mangiato (a tradimento) anche in casa di giganti come BlackRock. È infatti notizia recente il tentativo – da parte di giganti del calibro di BNP Paribas, e HPS Investment Partners (di BlackRock, appunto) di recuperare 552,6 milioni di dollari. Noccioline per gruppi di questo tipo, ma che comunque non si prestano mai a cuor leggero.
Cosa c’entra con le crypto? In realtà i paralleli sono due: il primo riguarda la possibilità di venire scammati anche all’interno del mondo tradizionale (e anche se hai un nome di quelli che fanno tremare i muri). Il secondo è che forse la crisi del credito privato non è proprio finita.
Anche Larry Fink viene rugpullato
Ci siamo capitati un po’ tutti. Abbiamo comprato questa o quella crypto (magari consigliata da qualche influencer o crypto giornale molto famoso) e ci siamo trovati con l’investimento azzerato. Abbiamo dato la colpa alla nostra creduloneria e anche alla nostra inesperienza. Peccato però che certe cose capitino anche ai più bravi.
Ovvero, come recitava una vecchi serie TV:
Anche i ricchi piangono.
Cos’è successo? Tal Bankim Brahmbhatt era a capo di un florido business di telecom financing. Per chi non dovesse essere troppo in mezzo al giro del capitalismo vero, una sorta di anticipo fattura, per centinaia di milioni di dollari. Bankim Brahmbhatt con la sua Carriox Capital mostrava fatture, i giganti in questione gli prestavano soldi perché poi avrebbero incassato quelle fatture.
Un business florido, dicevamo, sostenuto da più di 500 milioni di dollari di fatture che in realtà però… non esistevano. Fatture su fatture completamente inventate, delle quali si sarebbero accordi dei solerti commessi delle aziende di cui sopra, telefonando a chi quelle fatture avrebbe dovuto pagarle. Ovvero T-Mobile, Telstra, BICS e anche Telecom Italia Sparkle, che si occupa di infrastruttura.
- Due diligence
Sarebbe bastata una sola telefonata prima di prestare denaro per tirarsi fuori. La telefonata è stata fatta però dopo – e 500+ milioni di dollari sono ora impossibili da riscuotere.
Nel frattempo, ad aggravare la posizione di Carriox Capital – ci sarebbero anche fondi incassati direttamente e dirottati su conti offshore. Uno scam in piena regola – se dovesse essere confermato – con la società che è in fallimento ex Chapter 11 negli USA.
Gli scarafaggi di Jamie Dimon
Arrivano così gli scarafaggi di cui parlava Jamie Dimon. Il comandante in capo di JP Morgan ne aveva parlato riferendosi ad altri scam sempre nel mondo del credito privato, affermando che in genere quando vedi uno scarafaggio, ci sono ottime probabilità che ce ne siano degli altri.
Sarà così? Vedremo: siamo al quarto grande crack del settore. E a preoccupare è un’altra convinzione – ovvero quella secondo cui certi tipi di truffe diventino popolari e numerose proprio alla fine del ciclo.
Un’altra crisi in stile mutui subprime?
Il cervello umano tende a interpretare la realtà incasellandola in episodi che già conosce. Non sappiamo come finirà questa – orribile – storia delle truffe nel credito privato. Quel che sappiamo è che il mercato del credito privato è molto piccolo rispetto a quello dei mutui della crisi suddetta.
Non c’è forse da dormire troppo tranquilli – se avete investito in business di questo settore – ma per il resto dovremmo cavarcela anche questa volta.
Bitcoin e crypto davanti a una crisi di questo tipo
Il re è nudo? Non ancora. Diciamo che è in costume da bagno e non sappiamo se si tirerà fuori dall’acqua con le vergogne ben esposte. Tuttavia questa è una delle situazioni da seguire.
Per i più ottimisti, sarebbe l’ennesimo segnale di un mondo fiat fatto di castelli di carta. Questa volta però non ci sono neanche i castelli, ma delle fotografie che nessuno si è preoccupato di verificare.
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